
Descrizione di Agrigento fatta da Polibio
Fra gli scrittori antichi Polibio descrive la nostra città (ndr. Agrigento) in modo particolareggiato; è giusto quindi tenerlo presente. Però, siccome non è stato sempre fedelmente inteso, credo opportuno di darne qui la mia traduzione e giustificarla.
«La città degli akragantini differisce dalle (altre) più grandi città non solamente a cagione delle cose già esposte, ma altresì per la sua massima fortezza, e più specialmente per il suo sito e la sua bellezza. Infatti giace a diciotto stadi dal mare, così che partecipa di tutti i vantaggi, che dallo stesso provengono. Il suo perimetro e per natura e per costruzioni (fattevi) è ben munito a preferenza di ogni altro; imperocché il muro di difesa le gira intorno sopra una rupe tagliata dall’alto in basso, così dalla natura e dalla mano dell’uomo formato. L’area occupata dalla città è protetta da due fiumi in quanto che scorre presso il lato meridionale di essa quello che ha Io stesso nome della città, e presso il lato rivolto ai tramonti ed alla nebbia quello denominato Ipsas. La parte alta della città sta al di sopra della medesima, verso gli orienti estivi; dal lato esterno è circondata da inaccessibile precipizio, e dallo interno un solo accesso ci conduce dalla città ».
Questo è il passo di Polibio. Le notizie in esso raccolte, si trovano intimamente connesse fra di loro, in quanto il sito della città giace ad una determinata distanza dal porto e dall’emporio; l’acropoli è dentro il recinto delle mura; e fa d’uopo stabilire fin dove siasi estesa la città per trovare i fiumi che la lambivano.
Non mi nascondo pertanto le difficoltà del mio tema : lo Schubring credette d’aver risolto ogni problema circa la topografia di Agrigento in un volume fornito di erudizione, e dopo pochi mesi di permanenza sul nostro territorio. Io so bene che è lavoro improbo affrontare siffatto argomento, trattato e discusso già da parecchi secoli e da persone competentissime; ma dichiaro con la massima semplicità che mi sottometto a tale fatica perchè, nato e vissuto in Agrigento, per tanti e tanti anni, avendo avuto l’agio di vedere ed esaminare ogni angolo del nostro territorio e di tornarvi sopra le cento volte, mi lusingo di avere acquistato sufficiente conoscenza di esso.
Michele Caruso Lanza, Osservazioni e note sulla topografia agrigentina, Agrigento 1931