Il 12 gennaio 1880 il Re d’Italia Umberto I e la Regina Margherita vennero ad Agrigento in occasione di una visita ufficiale in Sicilia.
Estasiati da Palermo, i sovrani si accingevano a visitare la città della Valle dei Templi con un treno in partenza dalla capitale siciliana; il giornalista, tal Nicola Lazzaro che presumibilmente accompagnava i reali nei loro viaggi, nel suo racconto non sembra, però, particolamente soddisfatto della linea ferroviaria che conduce a Girgenti definendola “una ferrovia costruita nel modo più barbaro che si possa immaginare“; ad onor del vero non è poi cambiata tanto la situazione ai giorni nostri. Ma andiamo avanti perchè questo è solo l’inizio. I reali lamentarono infatti anche “un servizio tra i più deplorevoli, mancano le coincidenze con ritardi di due o tre ore e non esistono treni diretti“. Il giornalista continua il suo tragicomico racconto: “gli impiegati fanno a loro capriccio, compreso il capostazione“.
Nonostante tutto, lungo il viaggio tante furono le celebrazioni per i reali da Termini Imerese con stazione bardate a festa, bande musicali, giungendo sino a Cammarata ove ad accoglierli vi erano il barone Rizzo che donò una profumata cesta di mandarini e la baronessina, della stessa stirpe del precedente, che porse un mazzo di fiori alla Regina.
Il treno reale che comprendeva oltre ai sovrani, anche i principi di Napoli e D’Aosta e l’onorevole Cairoli, giunse a Girgenti alle 13:40 alla stazione cosiddetta Bassa (nel 1880 non era stata ancora costruita la Centrale realizzata in seguito per volere del Duce Benito Mussolini).
Calda l’accoglienza che i nostri concittadini riservarono al Re e alla Regina d’Italia che prima di arrivare al palazzo di città, percorsero molte vie; il tempo fu tiranno ed una improvvisa pioggia colpì il corteo. La Regina vestiva di un elegante vestito da viaggio coperta da un mantello bianco. Alla carrozza reale se ne aggiunsero altre 60 provenienti da Palermo con Deputati, Senatori, personaggi di Corte, e tanti altri egregi politici ed illustri cittadini. Nei due chilometri che separavano la stazione Bassa dal palazzo di Città, il cronista racconta di strade rifatte apposta per l’arrivo del Re.
Vi ricorda qualcosa tutto ciò? A noi si, per esempio il 1993 quando venne il Papa ad Agrigento: non ci smentiamo mai, il look cittadino viene rifatto solo in occasioni importanti.
Ma torniamo al nostro viaggio indietro nel tempo; nell’articolo si narra di balconi addobbati anche con arazzi raffiguranti la M della Regina Margherita e la U di Re Umberto I, campane che suonavano a festa, e donne che agitavano fazzoletti e gettavano foglietti con scritte inneggianti ai sovrani.
Giunti al Palazzo della Prefettura la gente si riversò in quella che oggi è Piazza Vittorio Emanuele, chiedendo che i sovrani si affacciassero dai balconi, ma una pioggia improvvisa impedì non solo lo svolgersi di giochi artificiali pronti per i festeggiamenti ma anche la visita ai templi (“le rovine” li definisce il giornalista). La sera di gala era incentrata sull’opera Il Trovatore (tre atti) ed un balletto.
Poco prima di finire l’articolo, colui che racconta di quello storico giorno per la città di Girgenti, conclude con una sua “nota personale”: “Sapete quanto costa oggi un pranzo di tre meschini ed orribili piatti nei cafèes restaurants di Girgenti? La miseria di dieci lire, ed una carrozza per la stazione lire 20. Questi abitanti ne vorrebbero molti degli arrivi del Re: il Municipio lascia fare, tutto va in piena baraonda, povero chi non sa approfittarne“.
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