
Agrigento una delle capitali dell’abusivismo. Una città che cosa sia la desertificazione. il consumo del suolo, l’inquinamento marino lo sa bene.
I boschi della Valle dei Templi, la civita, com’è chiamavano questo luogo verde tra i templi greci gli antichi agrigentini, ammirazione dei turisti stranieri del Grand Tour, si sono perduti per la colata di cemento dopo la Seconda Guerra Mondiale; la Rupe Atenea, a rocca dell’antica Akragas, quasi non c’è più, svanità tra palazzoni e antenne radio e TV; dal Lido di San Leone per molto tempo ci è tenuti lontani per l’inquinamento marino determinato dai famigerati pennelli a mare, perché Agrigento i depuratori non li ha mai veramente avuti benchè la gente abbia pagato gli oneri per la depurazione; i fiumi che dovremmo vedere abbracciare la Valle dei Templi sono scomparsi da tempo, in buona parte anche perché cementificati.
Tutto il territorio parla di una storia di abbandono, di illegalità, di mancanza di programmazione.
Le responsabilità sono note in una città che per molto tempo non ha avuto un piano regolatore, favorendo scientemente la mafia dei palazzinari.
La mobilitazione degli agrigentini + certamente tardiva e forse non ci sarebbe stata, se in tante parti del mondo in questi giorni non si scendesse in piazza per amore del pianeta.
La speranza comunque è che a protestare sia soprattutto una nuova generazione davvero consapevole della necessità di fare qualcosa per salvare anche Agrigento dal caos, da un futuro nero dove ancora, non solo per i cambiamenti climatici, ma anche per calcolo,vile interesse, inciviltà potremmo continuare a distruggere il nostro habitat.
La speranza è che la classe di amministratori che avremo grazie alla prossima consultazione elettorale locale saprà essere davvero all’altezza delle nuove sfide. Intanto però i cittadini elettori potrebbero decidere spendere il proprio voto per premiare coloro che nei programmi riveleranno un autentico e serio impegno ecologico e che sinora si sono davvero spesi in questa battaglia.
Elio Di Bella
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