Sciacca, 19 agosto 1947
l’altro giorno tra individui di diverse età dimessamente vestiti si recavano nella pianura, che fu campo di aviazione. Non erano del luogo. Ad un lavoratore della terra dei luoghi dissero: “tu lavori tanto e noi in poche ore guadagniamo più di te in tanti mesi”.
In quella pianura, di infelice memoria, giacciono ancora centinaia di bombe da aeroplani del peso di mezzo quintale, che fanno paura a guardarli. Ma i tre nostri, da bravi, si accinsero all’opera, per ricavarne il tritolo che viene acquistato dai lavoratori delle cave di pietra.
Un giovane pastore dei pressi si allontanò pauroso, e, a sicura distanza, assistete alla scena.
Il più grande dei tre si mise a cavalcioni di un proiettile con martello e scalpello si diede all’opera; i due compagni stavano vicini. Un attimo, un rombo, una grossa e nera fumata. Il prudente pastore lo prevedeva. Di uno dei tre non furono rinvenuti che piccoli brandelli di carne, di un altro un cadavere flagellato, del terzo un ferito grave, che venne a morire all’ospedale.
Giornale di Sicilia 20 agosto 1947
