La sentenza della Gran Corte dei Conti del regno delle Due Sicilie del 1845 – che di seguito pubblichiamo – fa nuova luce sulle origini del piccolo centro di Realmonte nella provincia di Agrigento
22 giugno 1845.
Sulla domanda degli eredi del Principe di Belvedere, per compenso di diritti aboliti nel comune di Realmonte.
Il Consigliere commissario ha fatto il seguente rapporto.
Donna Caterina Delbosco e Morreale principessa di Belvedere, e Donna Teresa Martines vedova principessa di Belvedere tutrice della sua figlia minore Donna Ignazia Delbosco , nella qualità di eredi di D. Calogero Enrico Delbosco principe di Belvedere, han presentato domanda il giorno 16 marzo 1842 esponendo , che il loro autore D. Domenico Morreale duca di Castrofilippo , avendo ottenuta nel 1681 la facoltà di popolare un suo fondo detto Mendola presso Girgenti, e di dargli il suo nome oggi corrottamente Montereale, esigeva dai coloni che vi fabbricarono delle case il censo enfiteutico detto diritto di suolo, il quale oggi si appartiene alle istanti.
Quindi quantunque non temano che possa un tal diritto rientrare nella classe di quei aboliti col Real Decreto degli 11 di cembre 1841 , pure a maggior cautela hanno chiesto, che piaccia alla Corte liquidare loro il dovuto compenso .
Dai documenti prodotti in appoggio a tale domanda risulta ciò che segue :
In giugno 1680 erano spedite lettere osservatoriali a favore di D. Domenico Morreale duca di Castrofilippo per il mero e misto impero, che mediante il pagamento di once 68 gli avea la regia corte con contratto del 1680 concesso sopra il territorio chiamato della Mendola vicino Girgenti.
In agosto 1681 otteneva il Morreale un real privilegio , con cui gli era permesso , previo il pagamento di once 150 , ed in considerazione dei suoi servizi , di poter popolare il suddetto territorio della Mendola , di cui era possessore , e ciò con tutti i diritti e preeminenze , e con le dogane , gabelle , baglia , zagato , ed altro .
Per ordinanza del Presidente del tribunale civile di Girgenti del 26 luglio 1824 veniva intitolato un ruolo censuario presentato da D, Calogero Enrico Delbosco principe di Belvedere , per i censi che riscuoteva nel territorio di Realmonte , tanto in generi che in danari, fra i quali trovavasi anche compreso quello per diritto di suolo di case.
Nell’anno 1839 le istanti dichiaravano nella cancelleria del tribunale civile di Palermo di volere accettare col beneficio dell’inventario la eredità del suddetto principe di Belvedere.
L’Intendente di Girgenti intanto con suo ſoglio officiale ha fatto conoscere , che con sua ordinanza del 26 agosto 1842 , dietro avviso di quel Consiglio d’intendenza, ha di già dichiarato abolito e soppresso il diritto di suolo, che riscuotevasi sulle case del comune di Realmonte dalla signora Donna Caterina Delbosco principessa di Belvedere.
LA GRAN CORTE DEI CONTI DELEGATA
PEI COMPENSAMENTI
Ha posta la quistione, se fosse luogo a deliberare sul domandato compenso ;
Ed ha considerato :
Che i diritti dei quali le eredi del principe di Belvedere han chiesto compenso, sono da esse stesse qualificati come enfiteutici ;
Che a tal’ uopo sonosi indirizzate alle autorità giudiziarie , ottenendo la intitolazione dei ruoli censuari, ond’essere mantenute nel possesso della percezione dei canoni;
Che se han ragione di diretto dominio su i fondi concessi ai singoli del comune, possono farlo valere anche nel petitorio innanzi ai magistrati competenti;
Che se poi il loro dominio eminente su i fondi degli enfiteuti non trovasi francheggiato dall’ autenticità delle concessioni, niun diritto a compenso potrebbe sorgere sia verso lo erario, sia verso il comune di Realmonte in forza delle concessioni di giurisdizione feudale, e prerogativa signorile sul territorio, ottenute negli anni 1780 e 1781 dal duca di Castrofilippo;
Per tali considerazioni ;
Inteso il rapporto del Consigliere aggiunto sig . Ferrigni ;
Ascoltato il Pubblico Ministero ;
Conformemente alle di lui orali conclusioni;
È di avviso
Non esservi luogo a deliberare .
Così deliberato dai sigg…..
Approvato con Sovrano Rescritto del 9 agosto 1843 .