
Continuano le ricerche della sovrintendenza archeologica di Agrigento nello specchio di mare di Cannatello dove è stato trovato qualche giorno fa, dal subacqueo dilettante Francesco Urso, un cannone di ferro di epoca bizantina di tre metri e mezzo ad una profondità di meno di quattro metri, insieme ad alcune ancore e ad altri reperti di particolare interesse storico.
Il litorale e il mare della provincia va rivestendo sempre di più grande importanza per l’archeologia subacquea per i numerosi ritrovamenti di cannoni e ancore. Una delle conseguenze più recenti di queste scoperte è indubbiamente la nascita del Museo del Mare, inaugurato a Sciacca tre anni fa. Il museo ospita un gran numero di reperti ed in particolare i cannoni, tutti restaurati, rinvenuti, in venti anni di campagne di scavi, nel sito di Coda della Volpe, dai sub dei Gruppi Archeologici d’Italia. Tra i cannoni troviamo quelli di bronzo scoperti nel 1992 nei fondali sabbiosi antistanti la città di Sciacca, nella zona di Coda di Volpe. Vennero scoperti insieme a grandi palle in pietra. Si tratta di resti di una nave da guerra francese che nel XVI secolo naufragò in seguito ad uno scontro armato. L’origine di tali reperti può essere riconducibile al 1553, quando le flotta ottomana di Mustafa Pascià insieme alla flotta francese attaccarono la Sicilia Occidentale al fine di indebolire la Spagna . Molte città siciliane furono saccheggiate e rase al suolo, tra queste Licata che fu data alle fiamme.
Nel 1973 dall’équipe di Nino Lamboglia (archeologo subacqueo) fu recuperato nel mare di Sciacca un ceppo d’ancora in piombo (successivamente portato al Museo navale di Albenga) appartenente a un’imbarcazione romana il cui relitto era testimoniato da frammenti di anfore e resti lignei di uno scafo. Una testimonianza dell’antica frequentazione della costa agrigentina da parte di navi commerciali e da guerra .
A Porto Empedocle, la Torre di Carlo V è diventata un moderno e gradevole “Museo del Mare”, inaugurato nel 2012 dallo scrittore Andrea Camilleri. Vi si possono ammirare nella Sala Cannoniera dei cannoni giganti rinvenuti nel fondale del mare antistante la torre. Si tratta di cannoni ad avancarica di epoca borbonica un tempo in dotazione alla Torre e poi trafugati a Perugia che l’ex sindaco Lillo Firetto e lo scrittore Andrea Camilleri sono riusciti a recuperare e a riconsegnare alla Città. Altri due cannoni borbonici, che capovolti, venivano utilizzati come bitte per l’ancoraggio dei natanti al molo Crispi, sono stati scoperti dall’ex sindaco Firetto, che li ha fatti recuperare e restaurare restituendoli agli empedoclini. Uno dei cannoni esposti nella sala Cannoniera è un cannone navale in ferro da 12 libbre che faceva parte di un lotto di pezzi commissionati dal governo di Napoli al regno di Svezia.
Tornando ad Agrigento ricordiamo il cannone in mostra nella sala conferenze della Casa San Filippo, sede dell’ente parco. Si tratta di un cannone in bronzo, una mezza colubrina bastarda, tipico pezzo che armava le navi mercantili spesso impegnate nel trasporto del grano siciliano verso i porti del mediterraneo che dovevano difendersi dagli attacchi di pirati e corsari. E’ ascrivibile alla seconda metà del XVI secolo di fabbricazione genovese, rinvenuto nelle acque prospicienti il lido balneare di San leone, ad una distanza di circa 300 metri dalla costa in prossimità della foce del fiume Akragas. Il recupero è avvenuto nel 2006 da parte della soprintendenza in collaborazione con il nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza e la Lega navale di Agrigento. Il restauro è stato effettuato da una ditta di Bologna.

Un ‘altra importante scoperta archeologica sottomarina è stata effettuata dalla Lega Navale Italiana Sezione di Agrigento e Porto Empedocle nel 2003 a Maddalusa. L’eccezionalità della scoperta consiste nel fatto che uno dei cannoni possiede quasi intatto l’affusto in legno completo di ruote. La presenza dell’affusto in legno, in campo archeologico subacqueo, è da considerarsi una scoperta interessante in quanto pochissimi sono gli esemplari rinvenuti e recuperati. I cannoni ritrovati erano presumibilmente in dotazione ad un vascello da guerra databile dal XVII al XVIII secolo.
Nel basso mare antistante La Rocca San Nicola, un isolotto di fronte la spiaggia nel territorio di Licata si trovano diversi relitti di imbarcazioni affondate negli anni, come rilevato da ricerche archeologiche subacquee fatte negli scorsi anni. Nel corso di campagne archeologiche subacquee sono stati recuperati reperti ora esposti presso una sala del Museo Archeologico di Licata che ha riaperto i battenti l’anno scorso.
Elio Di Bella