Lettera di Raffaello Politi al signor Ciantro Panitteri che comprende una opinione ragionata sulla situazione, e forma della porta, nel rinomato tempio di Giove-olimpico in Agrigento, illustrazione ad un passo di Fazzello, origine dello stemma di Girgenti, ed alcune osservazioni sugli abbagli presi dall’autore del saggio sullo stesso tempio comparso in Palermo nel 1814.
Non allo accigliatole rigido Capo di Coro, non all’uomo distinto nÈ governi politico – ecclesiastici ; ma al protettore delle arti belle, all’ Architetto PANITTERI io scrivo. Tale a buon dritto posso chiamarvi , o Signore, se voi artistamente trattando la riga , ed il compasso, una Casa non vulgare vi siete costruita, ed una Villa la più deliziosa in Girgenti, a solo fine di far vivere tanti artigiani languenti nell’ ozio, pella indigenza in cui è oggi ridotto un paese, per lo passato emulatore della superba Siracusa (1\).
La vostra famosa collezione
(1) Agrigento girava dieci miglia, e contenea ottocento mila persone, non compresi i borghi. La magnificenza delle case, la grandezza della Citta, la lussuria del vitto , ci contestano la sua ricchezza. Platone soleva dire , che gli Agrigentini edificavano come se mai avessero a morire, e mangiavano come se avessero dovuto morire l’indimani. Furono cosi splendidi, che aveano quasi lutti i boccali di argento, e i cembali , e le lettighe di avorio. Il lusso maggiore era ne’ Tempii , nei Teatri, negli aquedotti, nelle piscine. Gellia ricco Cittadino tenea de’ servidori alle porte della Citta per alloggiare presso di lui i forasteri , ch’ entravano. Cento soldati di Gela sbattuti dalla tempesta furono ricevuti , ristorati , e rifatti da’ perduti abiti da questo solo Cittadino , e lo stesso praticò ad altri cinquecento soldati parimente di Gela. Edificava Edificii pubblici , dava elemosine , maritava fanciulle , e la sua ta-vola era imbandita per tutti. Antisteno Rodo per le nozze di sua figlia diede una cena per ogni strada della Città , e fuochi da per tutto , e la sposa era seguita da duecento mila persone. Esseneto ritornando vincitore da’ giochi-Olimpici nella Olimpiade novantesima seconda , entrò in Città decorato da trecento carri di sua proprietà , ciascuno de’ quali era tirato da quattro cavalli bianchi.