Ioppolo Giancaxio conta oggi poco più di 1500 abitanti, fra cui molti anziani e donne. La principale risora della città da sempre è stata l’agricoltura. Vi si produce soprattutto frumento e fave. Negli ultimi decenni ha avuto un discreto sviluppo la coltura dei melloni. Scarse le altre attività. Il reddito principale proviene dalle rimesse degli emigrati.
Il paese ebbe origine nel periodo della dominazione araba. Iancaxi era il nome del possessore musulmano del feudo. Nella seconda metà del 1200 viene indicato come proprietà di Lamberto Chiaramonte. Nel secolo successivo passò a Bartolomeo Montaperto. Assai più tardi assunse l’attuale denominazione. Ioppolo deriva infatti dal cognome di Rosalia, figlia di Giovanni Antonio Ioppolo, e moglie di Gabriele Colonna Romano, marchese di Fiumenedisi, che fede edificare sul territorio di Giancaxio nel 1696 87 case e chiamò il nuovo aggòlomerato urbano Ippolo in ricordo della consorte.
Tra i monumenti più antichi ancora presenti segnaliamo il Castello dei Colonna, un tempo rinomato ma ormai in uno stato di abbandono e assai precario. Si possono ammmirare alcune belle tele e statue, soprattutto quelle della Madonna del Carmine e di San Francesco. Il paese sorge a 450 metri sul livello del mare e si estende su una superficie di 20 chilometri quadrati. Il suo territorio è attraversato dal fiume Akragas o Drago.
Molto sentite sono le feste dedicate a San Giuseppe e alla Madonna del Carmine e soprattutto la pastorale del 6 gennaio. Da alcuni anni è stata aperta una biblioteca, un campo sportivo e un edificio scolastico per gli studenti delle elementari e delle medie. Mancando di molte servizi tecnico-amministrativi il paese dipende molto da Agrigento da cui dista pochi chilometri
ELIO DI BELLA