Montaperto è una frazione di Agrigento, in occasione della novena natalizia, ogni sera ci si riuniva a cantare e suonare intorno ai falò, i vampi, organizzati nei diversi quartieri dinanzi a edicole sacre addobbate con arance e sparacogna (asparago selvatico). Ecco il ricordo di Piero Taibbi
“Si cominciava nove giorni prima del Natale col complessino formato da quattro cinque persone, cerchietto, triangolino, clarino, cassa, persone che cantavano le varie canzoni sulla nascita di Gesù in dialetto. In passato, fino a quarantanni fa, si usava la ciaramella. Ogni sera le novene venivano cantate in un rione diverso e al centro c’era il falò. Della realizzazione del falò si incaricavano gli abitanti di ciascun quartiere. Nei vari rioni venivano addobbate le edicole, i figureddi adornate con arance, sparacogna, corone, lampadine Intorno al falò si riunivano gli abitanti del paese. La legna viene raccolta da uno degli abitanti del rione. L’ultimo falò si accendeva dinanzi alla Chiesa Madre .
Oggi i vampi, composti prevalentemente di balle di paglia e di qualche fascina d’ulivo, non vengono accesi tutte le sere della novena. Questo non solo in ragione del progressivo spopolamento dell’abitato, ma anche perché, essendo affidate oggi le novene a mini orchestrine che durante il periodo natalizio vanno in giro per i diversi paesi su incarico della Provincia regionale di Agrigento, non è facile assicurarsi la presenza di suonatori e cantori intorno al falò. In passato si poteva disporre di un’orchestrina locale che veniva chiamata dagli abitanti dei diversi quartieri e che non sempre richiedeva un compenso. Ad ogni modo la novena si presentava meno formalizzata