Secondo quando tramanda San Gregorio gli ebrei erano numerosi a Girgenti. La badessa del monastero di San Stefano chiese al pontefice l’aiuto di qualche sacerdote che seguisse gli ebrei che intendevano convertirsi al cristianesimo. San Gregorio mandò a chiamare Fantino, furono comprate le vesti necessarie per la funzione del battesimo e senza aspettare la Pasqua gli ebrei che intendevano convertirsi vennero battezzati. Per trovare altre notizie sugli ebrei dobbiamo riferirci alle lettere spedite nella città di Mineo nel 1400 dal re Martino.
Da queste lettere sappiamo che il re ordinava al capitano al Balio ai giudici ai giurati e agli ufficiali della città di Girgenti di ordinare a Giovanni di Bartolobando e a Giovanni Misducobando, che riscuotevano la taglia della Gizia dovuta dalla comunità degli ebrei, che non si esigessero 16 onze e venti tarì ma soltanto otto onze d’oro, perché la comunità ebraica si trovò in un periodo di forte crisi economica e non poteva affrontare tale spesa.
Al tempo del viceré Don Giovanni, secondogenito del re Ferdinando I, la comunità ebraica di Agrigento aveva prestato al sovrano venne 100 once d’oro. Una somma davvero notevole che testimonia l’abbondanza dei beni degli ebrei agrigentini.
Sappiamo inoltre che durante il regno di re Alfonso primogenito del re Ferdinando e fratello quindi di Giovanni, il 5 febbraio delle 1428 venne nominato curatore delle comunità degli ebrei e dei musulmani in tutta la Sicilia fra Matteo da Girgenti dell’ordine dei minori.
Nell’anno 1433 gli ebrei chiesero al re Alfonso di essere liberati dai servizi che gratuitamente dovevano prestare al vescovo e agli ufficiali della città tra cui in particolare la pulizia delle stalle e dei cortili. Il re acconsentì e decise che sarebbero stati multati con 100 once quanti avrebbero obbligato gli ebrei a tali servizi.
Giunsero a Girgenti a partire dal 12 agosto del 1492 le lettere che stabilivano le modalità dell’espulsione degli ebrei dalla Sicilia a cura del viceré di Sicilia Ferdinando de Acugna.
Occorre ricordare il beneficio ecclesiastico relativo alla scuola dei giù dei di Girgenti che venne prima concesso a Guglielmo Raimondo Moncada e poi nell’anno 1483 a Giovanni de Spes, in seguito convertito in un semplice beneficio di patronato regio.