Scopri come la teoria dell’atomismo, un tempo sostenuta da filosofi antichi, sta facendo un ritorno sorprendente nei moderni laboratori di fisica attraverso la scoperta dei quark.
Un tempo, filosofi come Leucippo, Democrito, Epicuro e Lucrezio sostenevano che la materia è composta da particelle indivisibili chiamate atomi. Questa idea fu in gran parte messa da parte per secoli, ma oggi sta facendo un ritorno sorprendente, non nelle aule di filosofia, ma nei laboratori di fisica avanzata.
La riscoperta dell’atomismo è stata catalizzata dal Premio Nobel per la Fisica assegnato a Jerome E. Friedman, Henry W. Kendall e Richard E. Taylor per le loro ricerche sui quark. Queste particelle subatomiche sono in qualche modo analoghe agli atomi descritti dai filosofi antichi.
Comprendere i quark non è una passeggiata nel parco. Sono entità teorizzate per la prima volta nel 1963 dal fisico americano Murray Gell-Mann. Secondo la sua teoria, i protoni e i neutroni, che costituiscono i nuclei atomici, non sono elementari ma composti da particelle ancora più piccole: i quark.
Gli esperimenti condotti in grandi acceleratori di particelle, come quello dell’Università di Stanford, hanno fornito ulteriori prove dell’esistenza dei quark. Questi esperimenti hanno rivelato che all’interno dei protoni e dei neutroni esistono strutture puntiformi con carica elettrica, confermando così la teoria di Gell-Mann.
Ma i quark sono strani. Non possono essere separati l’uno dall’altro e hanno caratteristiche uniche come cariche elettriche frazionate. I fisici hanno anche introdotto termini come “quark up”, “quark down” e “quark strange” per descrivere le varie “varianti” di queste particelle subatomiche.
Questo non è solo un esercizio intellettuale per gli scienziati. Si tratta di una questione fondamentale che riguarda la struttura stessa della materia, un tema che ha affascinato sia filosofi che scienziati per secoli.
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