lo storico Polibio ci ha dato una dettagliata panoramica storico-topografica di Akragas.
La città degli Agrigentini si distingue dalla maggior parte delle città non solo negli aspetti sopra ricordati, ma anche per la posizione e, soprattutto, per la bellezza e la costruzione. È stata fondata a diciotto stadi dal mare, così da non essere privata di nessuno dei vantaggi che ne derivano. La sua cinta muraria, sia per natura che per costruzione, è particolarmente sicura.
Le mura sono situate su una rupe aspra e dai lati scoscesi, in parte naturalmente, in parte per mano dell’uomo, e sono circondate da fiumi: lungo la valle meridionale scorre quello sinonimo della città, lungo il lato rivolto ai tramonti e a mezzogiorno quello chiamato Hypsas. La rocca della città si staglia proprio verso le albe estive, circondata sul lato esterno da un burrone inaccessibile e con un solo accesso dalla città sul lato interno.
Sulla sommità è stato edificato il santuario di Atena e di Zeus Atabirio, come anche a Rodi: essendo, infatti, Agrigento una colonia fondata dai Rodii, come è evidente questo dio ha lo stesso appellativo che a Rodi. Anche nelle altre parti la città è riccamente abbellita di templi e portici. Il tempio di Zeus Olimpio, inoltre, non è stato completato, ma per concezione e grandezza non sembra inferiore a nessuno di quelli della Grecia.
Akragas quindi si presenta con sistema di fortificazione delle mura, che la rende inespugnabile e ha un tessuto urbano ricco di monumenti ed edifici pregevoli. Non è sorta sulla costa, ma dista molto poco dal mare e grazie alla sua posizione elevata ha un ottimo controllo del territorio circostante; due fiumi abbracciano la città.
Poi Polibio ci dice che Akragas è stata fondata da coloni provenienti dall’isola di Rodi e la prova sarebbe costituita in particolare dal culto che gli akragantini delle origini avevano verso Zeus Atabirio, che aveva un tempio sulla sommità della città, che non è ancora venuto alla luce. Vi sarebbe stato inoltre un santuario di Atena. La presenza di questi due culti, costituirebbe un chiaro riferimento della presenza rodia nella fondazione della città e del rapporto di filiazione con la madrepatria.
Tucidide ci ha tramandato altri particolari sulla fondazione di Akragas
Circa centootto anni dopo la fondazione della loro città i Geloi fondarono Agrigento, denominando la città dal fiume Akragas, scelsero come ecisti Aristonoo e Pistilo e diedero le istituzioni dei Geloi.
Sarebbe quindi la vicina Gela, e non Rodi ad avere fondato la città e aver trasmesso i culti religiosi e civili, la lingua, il calendario, organizzazione politica e sociale.
Aristonoo e Pistilo, i due che condussero i coloni, costituirebbero i rappresentanti delle due etnie, quella rodiemse e quella cretese, che erano allora elementi costitutivi della polis di Gela, fondata secondo la tradizione Creta nei primi decenni del VII sec. a.C. 6. Dagli ecisti Antifemo di Rodi ed Entimo di Creta.
Polibio e Tucidide quindi dicono cose diverse sui fondatori di Akragas. Per Polibio sarebbero coloni provenienti da Rodi e da Creta. Per Tucidide invece si tratta coloni provenienti da Gela e di origine rodio-cretese.
Secondo alcuni studiosi forse si tratta di coloni di Rodi che avrebbero fatto una tappa intermedia a Gela per poi spostarsi per fondare la nuova città di Akragas.
Alcuni danno per certa la fondazione diretta da parte di Rodi rifacendosi ad un testo in cui leggiamo
Che dopo lunghi patimenti gli avi di Terone ( tiranno di Akragas), che erano Rodii anticamente e, fuggiti a una lotta intestina, si trasferirono in Sicilia, e sul posto combatterono contro i barbari e fondarono la città.
(Scolio alla seconda Olimpiade di Pindaro)
Ma secondo altri il poeta Pindaro avrebbe scritto ciò perché “si sarebbe fatto portavoce e propagatore di una tradizione elaborata dalla famiglia del suo committente (n..r. gli Emmenidi), che escludeva qualsiasi rapporto con Gela e poneva in risalto, piuttosto, la provenienza rodia”.
La questione della fondazione di Akragas quini appare di difficile soluzione.
Elio Di Bella