Un disastro aereo dimenticato: nel 1952 un aereo inglese precipita presso Burgio (AG). Si tratta della tragedia aerea più grave nel territorio agrigentino. Morirono trentuno passeggeri
Un bimotore inglese è precipitato nel pendio a nord della catena montuosa La Cinta ad un’altitudine di 1040m. a Burgio, in provincia di Agrigento, a quota 1040.
Si è schiantato sulla parete rocciosa alle ore 19 di sabato 17 febbraio 1952. Tutti i suoi passeggeri e l’intero equipaggio sono morti. Si tratta soprattutto di cittadini inglesi, tranne un italiano.
Erano in trentuno, tra cui tre bambini. Si tratta di un aereo da trasporto Vichingo G-AHPI proveniente da Nizza e diretto a Malta.
Un disperato S.O.S è stato raccolto dalla base di Augusta. Il primo a trovare i rottami dell’apparecchi è stato un pastore della zona. L’aereo è stato visto da un ricognitore italiano e quindi la zona del disastro è stata individuata. Sono così arrivate le colonne le colonne di soccorso, con autoambulanze e tutto il necessario. Sul posto si è arrivati persino con i muli, anche i contadini e montanari di Burgio, attraversando rocce impervie e profondi dirupi, nel fango, sino alla zona teatro della sciagura.
I primi morti sono stati trovati sotto i rottami dell’aereo distrutto. Altri corpi nei dintorni in un raggio di centocinquanta metri, sulla neve. Quasi tutti i cadaveri erano denudati e sfracellati. Alcuni carbonizzati. Sparso ovunque quel che restava del contenuto dei bagagli.
Causa probabile dell’incidente l’imprudenza da parte del pilota, che non sarebbe riuscito a mantenere una maggiore quota di sicurezza durante il volo sopra la Sicilia , forse in considerazione delle formazioni temporalesche presenti sull’area. Vi ha contribuito anche l’ ignoranza del pilota sulle condizioni di vento reale lungo il percorso che ha portato ad uno spostamento del tracciato effettivo rispetto a quello previsto.