Primo Signore di Burgio fu Aly Binncema (Re amiro, del ramo degli Edrisiti) che lasciò in eredità il suo regno ad Hamud. Questi lo perse nel 1087 nella guerra contro re Ruggero durante la quale fu costretto a lasciare il territorio ed arrendersi. Ruggero istituì la Diocesi di Girgenti nominando Gerlando come Vescovo. Proprio Gerlando amministrerà a Sciacca il Battesimo ad Hamud, convertitosi al cristianesimo, alla moglie ed ai figli.
Hamud, Signore di Burgio
Tra Ruggero ed Hamud si instaurò un rapporto di fratellanza spirituale tanto che lo stesso Hamud prese il nome di Ruggero e, poiché era stato Signore di Burgio, anche quello di Burgio. Si intestò, così, la discendenza della nobile famiglia Burgio.
Nel 1330 fu Signore di Burgio Federico di Antiochia e, nel 1405, essa apparteneva agli antenati di Nicolò Peralta. Alla morte di Caterina, nella metà del 1400, Burgio passò ad Antonio Cardona, suo figlio. La Signoria di Antonio Cardona fu molto tranquilla a differenza di quella del figlio, Alfonso Cardona, contro il quale il popolo insorse. Le cose, nonostante l’intervento diretto del Vicerè, non cambiarono affatto, anzi perdurarono inalterate sino all’investitura di Luigi Salluzzo Cardona, successore di Alfonso. Altri successori seguirono ma il cambiamento sostanziale si ebbe con la Signoria dei Gioeni che durò dal 1577 al 1637. Nel 1641 l’investitura di Barone di Burgio andò a Marcantonio Colonna Quinto per effetto del matrimonio con D. Isabella, figlia di Lorenzo Gioeni. Fu, per la Sicilia intera, un periodo tranquillo.
I Colonna mantennero il dominio di Burgio sino al 1826, anno in cui Margherita Gioeni Colonna Rospigliosi vendette al burgitano Domenico Maniscalchi i possedimenti della sua famiglia.Anche Burgio, dal 1781, fu sotto il vicereame di Domenico Caracciolo, mandato in Sicilia dal re Ferdinando. L’aria di rinnovamento settecentesco si respirò profondamente in tutta la Sicilia sino al 1812 anno in cui la Sicilia fu divisa in 9 compartimenti e 22 circoscrizioni minori. Burgio, così, unì le sue sorti a quelle del distretto di Bivona.
Ma Ferdinando abolì la Costituzione nel 1816, prese il nome di Ferdinando I Re delle due Sicilie, ed iniziò ogni forma di persecuzione contro il suo popolo. A Burgio il consiglio civico fu sostituito da un decurionato formato da due eletti ed un sindaco nominati direttamente dal governo.

La ribellione che vide protagonista la Sicilia sfiorò Burgio, dove i cittadini insorsero e misero a capo dell’amministrazione comunale il contadino Modesto Cordaro il quale, insieme a Michele Arcuri che si pose a capo della milizia urbana, tenne in paese in stato di tranquillità.
la situazione si mantenne stabile anche perché Burgio, tra il 1847 ed il 1848, fu colpita dal colera che decimò la poca popolazione rimasta, ancora in stato di insurrezione contro il servaggio dei Borboni.
Le condizioni di sicurezza erano davvero precarie della Sicilia del tempo e, per ristabilire un possibile ordine, Ruggero Settimo, a capo del governo, inviò Giacinto Carini a Burgio. Questi, alla testa di due squadroni di cavalleria e 600 volontari, liberò Burgio dallo strapotere di alcuni cittadini locali e ristabilì l’ordine.
Un altro duro colpo alla già scarsa popolazione fu dato dalla leva obbligatoria del 1840 e 1841 alla quale, nonostante il tentativo di darsi alla macchia, furono costretti molti giovani paesani sotto la minaccia delle armi.
I primi anni di vita nell’ordine dell’unità d’Italia furono durissimi; Burgio fu nuovamente decimata dal colera (1867) e dal vaiolo (1889) mentre povertà e sicurezza precaria facevano la loro parte. Così, anche per far fronte alla crisi economica delle campagne, molti si iscrissero al Fascio dei lavoratori, anche se qui, a differenza che altrove, non vi furono conseguenze gravi rispetto ai disordini scoppiati altrove e, poco dopo, i Fasci furono sciolti.
I primi anni di inizio secolo non furono segnanti da particolari accadimenti. Qui, come altrove, la vita continuò segnata dal lavoro nelle campagne nonostante la miseria avesse ormai la meglio sull’antica floridezza dei raccolti nel passato.
Le guerre, poi, segnarono ancora di più le sorti di questo paese che, nel 1968, subì pure le conseguenze del terremoto del Belice. Burgio, infatti, ebbe pure danni significativi ed il suo aspetto, prima caratteristico per la particolare conformazione del territorio (è un paese costruito sulla roccia e si presenta come abbarbicato sulla montagna) e per le tipiche case con i tetti coperti dai canali in terracotta, subì una mutazione.