di Chiara Zanforini
L’IMPIANTO URBANISTICO
Agrigento copre una superficie di 450 ettari, ma l’abitato si concentrò fin dal VI sec.a.C., specialmente nella parte meridionale. Una superficie così vasta è dovuta alla necessità di includere nel sistema difensivo anche il colle di Girgenti, la Rupe Ateneae la Collina dei Templi; la città di fatto era compresa fra le tre colline.I coloni geloi riproposero probabilmente nella nuova fondazione lo schema presente nella madrepatria tra la fine del VII sec. e il VI sec. a.C.
Appena dopo la sua fondazione, Agrigento doveva ancora includere i “kleroi”, gliappezzamenti da coltivare, ma presentava già le linee fondamentali del suo futuroassetto urbano.La topografia storica di Agrigento conferma come fin dalla fondazione furonoriservati gli spazi destinati alle aree sacre, concepite come indipendenti e autonome(fig.1).Dalla metà del VI sec. a.C., tuttavia, la città cominciò a presentare un aspetto molto più monumentale: il settore occidentale della Collina dei Templi fu occupato da altaricircolari, due recinti sacri, due sacelli e un tempietto nei pressi di Porta V.Già alla fine del VI secolo Agrigento si organizza su di un piano regolare fatto da plateiai e stenopoi; sono ancora individuabili alcune grandi arterie, come quella che
collegava Porta II a Porta V e delimitava l’area sacra della Collina dei Templi, o lo stenopos 3, che univa la parte residenziale con la Collina stessa.Anche il settore occidentale della Collina subisce una sistemazione regolare: fucostruito un piazzale vicino a Porta V, delimitato a est e a nord da una stoà a L.Un quartiere di case scavate da Marconi nel 1930 sembra suggerire che ladisposizione a schiera delle abitazioni ricalchi uno schema diffuso in età arcaica a Rodi.
La parte centrale dell’area urbana fu terrazzata, alla fine del VI secolo, con una stoà e probabilmente fu costruito anche un edificio assembleare nel sito che ospiterà inseguito il bouleuterion.
La città presenta una pianta regolare, basata su almeno sei plateiaiin direzione est-ovest.Queste vie maggiori erano piuttosto grandi: la plateia principale, la quinta da nord,era larga dodici metri.Le plateiai erano ortogonali a vie minori (gli stenopoi), le quali avevano direzionenord-sud. Gli isolati che essi individuano hanno larghezza costante ma lunghezzavariabile, a causa della distanza non regolare delle plateiai. In questo schema così geometrico e regolare, tuttavia, vi sono due isolati dall’impostazione urbanistica differente. Il primo blocco si trova all’estremità nord-ovest della Valle dei Templi e presenta un marcato orientamento in direzione nord-ovest/sud-est, oltre ad essere compreso fra le mura e la seconda plateia.
L’altro isolato è invece compreso fra la seconda e la sesta plateia.Entrambi gli isolati e le vie che li attraversano presentano piccole diversità nellalarghezza: le strade possono essere larghe 4 m o 5,50 m, mentre la larghezza degliisolati varia fra 35 e 40 m. Anche le lunghezze variano e possono superare i 300 m.
Queste “irregolarità” possono avere diverse spiegazioni. Una prima ipotesi consideratali diversità frutto di trasformazioni avvenute nel tempo, benché tutto l’impianto paia databile al VI secolo, mentre secondo altre interpretazioni le differenze sono legatealla natura irregolare del terreno. La spiegazione più probabile, tuttavia, è legata all’identificazione del punto d’incontro fra i due orientamenti con l’area dell’agorà (la
zona attualmente occupata dalla chiesa di S. Nicola), caratterizzata dalla presenza
dell’ekklesiasterion
La conformazione della città è ricordata anche da Polibio (IX 29):
“La città di Agrigento differisce dalle altre città non solo per le cose già dette, ma pure per la sua bellezza e fortezza e per la sua struttura. Sorge, infatti, a circa diciotto stadi dal mare, cosicché nessuno è privato dei vantaggi che questo offre. Lacittà è saldissima sia per natura che per arte, poiché le mura poggiano su roccianaturalmente o artificialmente scoscesa e dai fiumi che la circondano; a sud scorre il fiume che dà il nome alla città, mentre a ovest e sud-ovest il fiume detto Hypsas. La parte alta della città sovrasta quella bassa verso sud – est e ed ha la parte esternadelimitata da un burrone inaccessibile, mentre la parte interna ha un unico accessodalla città bassa. Sulla vetta vi sono i templi di Atena e di Zeus Attabyros, come a Rodi: poiché Agrigento è una città rodia è normale che il dio abbia lo stesso epitetoche ha a Rodi. La città è superbamente decorata da templi e portici. Il tempio di ZeusOlimpio, benché non finito, non è secondo ad alcun tempio greco per concezione e grandezza”.
Fra il VI e V secolo l’area sacra della collina, compresa fra le porte IV e V, fusistemata e monumentalizzata.Il quartiere dei santuari presenta una chiara e razionale sistemazione, il cui assefondamentale era la grande strada est-ovest che lambiva a nord il tempio di Zeus e giungeva fino all’agorà. La strada era larga circa 12 m e su di essa sboccavano anche due stenopoi trasversali, orientati in direzione nord-sud, delimitanti quartieri diabitazioni regolari, larghi 40 m ma di lunghezza variabile. Tale assetto risale al VIsecolo, ma fu rispettato in età ellenistica. Le abitazioni sono separate da un ambitusregolare, ma questa caratteristica non fu più rispettata nel IV sec. La rete stradale nonè posta in corrispondenza con le porte cittadine, che erano più plausibilmente inrelazione con strade di traffico esterno.La Rupe Atenea, che marcò i limiti dell’area urbana fino alla prima guerra punica,dopo quest’evento accentuò il proprio carattere militare. Furono realizzate torri di avvistamento e sono state trovate tracce di un quartiere artigianale; indicativo è chesiano stati rintracciati elementi costruttivi di tipo punico.
fonte http://www.academia.edu/4702992/Agrigento