
Dedicato all’ illustre fisiologo agrigentino Michele Foderà, il Museo di Storia naturale che raccoglie pregiati minerali,
un erbario, numerosi pesci essiccati, animali in soluzione e una ricca collezione di animali e uccelli tassidermizzati, viene accorpato, nel 1868, all’allora Regio Liceo Classico “Domenico Scinà”.
Collocato all’interno del convento di S. Francesco, sede del Regio Liceo, comprendeva due grandi sale attrezzate con espositori in legno massiccio, vetrine e scaffali in cui erano custoditi i pezzi di una preziosa collezione che, nel 1925, annoverava un rarissimo esemplare di Kiwi proveniente dalla Nuova Guinea.
Si accedeva al museo percorrendo il lungo corridoio con pareti a volta detto “della Gloria”, passando per una grande porta su cui stava scritto “Ad virtutem litterae, virtus ad gloriam accedit”.
All’entrata si ergeva imponente il mezzobusto in legno del filosofo Empedocle.
Il Museo annoverava nel 1927 una discreta raccolta di reperti ed una buona biblioteca, come risulta dall’inventario dell’allora direttore prof. Tuttolomondo. Tra il 1927 e il 1932 vengono acquistati diversi animali impagliati: leone femmina, canguro, foca, iena, colibrì, uccello lira, cigno nero. Nell’anno scolastico 1932/33 la raccolta si arricchisce di uno scheletro umano acquistato presso l’Istituto di Anatomia Normale della Regia Università di Catania. Di questa richiesta esiste, nell’archivio storico della scuola, copia della documentazione.
Nel 1930 inizia l’iter per il riconoscimento del Museo come Ente morale.
Con la stesura dello Statuto il museo viene intitolato a Francesco Terrachini, docente di Scienze Naturali del Liceo dal 1868 al 1883 che ha dato grande lustro all’istituzione museale. Il 21 giugno del 1934, con decreto n.1417, il Museo di Storia Naturale “F. Terrachini” viene eretto ad Ente morale dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III. In questi anni si acquistano diversi reperti grazie ad una serie di finanziamenti ricevuti.
Nel 1934 il suo patrimonio è stimato in £ 212.509. Il Museo è un piccolo gioiello dall’enorme valore scientifico che, però, subirà delle perdite immani quando, il 12 luglio 1943 sotto i bombardamenti alleati, i suoi reperti finiranno sotto le macerie. Gli espositori in legno e le vetrine sopravvissute alla guerra evidenziano urgente necessità di interventi di disinfestazione e ricostruzione; gli animali imbalsamati versano in uno stato di grave trascuratezza: chi ha perso gli occhi, chi una coda, chi il pelo, chi la testa. Ciò che resta viene trasferito nelle varie sedi che, nel frattempo, il Liceo occupa.
Alla fine della guerra, sul costone che dal Piano San Francesco scende alla via della Torri, si costruisce la nuova sede del Liceo Classico “Empedocle”, ma per il Museo di Storia naturale non sono previsti spazi adeguati e i reperti, scampati ai bombardamenti, ai saccheggi e al tempo, vengono divisi tra i vari laboratori o trovano provvisoria sistemazione lungo i corridoi.
Tutto viene dimenticato per anni, lasciando al degrado i reperti e le residue vetrine originali. Negli anni ottanta, per interessamento prima del Preside Giovanni Vivacqua e successivamente del Preside Ferdinando Cuffaro, si decide di dare al museo nuovo assetto nei locali della casa del custode. Qui vengono raccolti tutti i reperti e gli animali restaurati dal tassidermista agrigentino Francesco Augello. Oggi il museo di storia naturale del Liceo Classico “Empedocle” è nuovamente fruibile e le sue collezioni, seppur ridimensionate, rivestono un’enorme importanza scientifica e storica.
I reperti interessano varie branche delle scienze naturali:
la paleontologia, la zoologia, l’entomologia, la botanica, la geologia, la biologia, la chimica e la fisica. Tra i minerali presenti vanno segnalati splendidi cristalli di gesso e zolfo formatisi circa seimilioni di anni fa, nel periodo messiniano (Miocene) quando il Mar Mediterraneo si prosciugò e sul fondo precipitarono minerali come il gesso, lo zolfo e il salgemma. Le rocce sono raccolte in circa 200 scatoline originali della fine dell’800 e testimoniano quella che è stata la formazione della Terra. Tra i reperti fossili è da ricordare una difesa di Elephas mnaidriensis, un elefante nano vissuto in Sicilia circa 200.000 anni fa insieme ad una fauna molto particolare che vedeva anche la presenza di leoni, iene e bisonti.
La parte dedicata alla zoologia comprende 27 animali tassidermizzati, 24 pesci essiccati, 62 animali in soluzione, 18 uccelli tassidermizzati, 7 scheletri (pesci, rane e tartarughe). Un rarissimo esemplare di Tapiro dalla gualdrappa o Tapiro della Malesia e un Ornitorinco endemico dell’Australia orientale spiccano tra gli animali imbalsamati. I pesci essiccati costituiscono un importantissimo patrimonio storico-scientifico.
Essi sono stati realizzati nei primi del ‘900 grazie ad un metodo in uso in quel periodo a Palermo ed oggi non più noto, ragion per cui gli esemplari presenti all’interno del museo rappresentano dei pezzi unici al mondo. Nel 2007 il museo si trasferisce nei locali precedentemente adibiti a laboratorio di chimica. Nello stesso anno viene “perduto” l’erbario, donato alla Provincia Regionale di Agrigento e ospitato presso l’assessorato alla Pubblica Istruzione, nei locali dell’Orto Botanico siti in via Demetra. L’erbario, composto da 12 cassette, con circa 100 fogli ognuna per un totale di circa 1200 piante, rappresenta un patrimonio scientifico inestimabile, in quanto comprende rari esempi di piante caratteristiche di zone molto ristrette, come le isole che circondano la Sicilia.
La sua importanza storica è notevole, poiché la maggior parte dei reperti è stata raccolta alla fine dell’800. Consapevole dell’ importanza del Museo e di come esso possa risultare una risorsa importante per il Liceo, nel 2009 il Dirigente Scolastico prof. Carmelo Vetro, decide di valorizzarne il patrimonio. Inizia così un lavoro di progettazione che coinvolgerà, oltre al Direttore del Museo prof. Calogero Mallia, anche personale esterno alla scuola fornito di specifiche competenze al fine di avere un risultato di apprezzabile livello. Il 3 dicembre si arriva alla cerimonia di inaugurazione del Museo di Scienze Naturali, collocato nei rinnovati locali del custode siti al piano terra dell’istituto.
Nell’anno scolastico 2010/2011, grazie anche all’impulso del nuovo Dirigente Scolastico dott.ssa Anna Maria Sermenghi, è stata approntata una nuova sezione in cui sono state sistemate attrezzature e macchine di fisica, di biologia e di astronomia. Sempre in questa sezione sono state raccolte una serie di pellicole dell’Istituto Luce con filmati di carattere scientifico e artistico, con relativo proiettore, e delle diapositive su vetro riguardanti le principali opere d’arte del nostro Paese.
Il 17 novembre 2011, in occasione dei 150 della nascita del Liceo Classico “Empedocle”, il Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, dott. Eugenio D’Orsi, ha restituito l’erbario alla scuola. Alcuni dei fogli meglio conservati sono stati sistemati in un apposito espositore nella sala botanica del Museo e il pubblico, nonostante il materiale abbia subito le “offese” del tempo, può ora prendere visione dei bellissimi reperti botanici.
per la fonte cliccami
altro articolo
In fondo alla seconda ala del corridoio del Liceo Classico di Girgenti si apre il Museo di Storia Naturale dedicato a Michele Foderà, illustre fisiologo Agrigentino del secolo passalo che onorò l’ Italia in Francia ove eletto membro dell’istituto di Parigi nel 1822— dopo la morte di un’altra gloria italiana, Domenico Cotogno — vi insegnò fino al 1841, anno in cui chiamato alla cattedra di fisiologia dell’Università di Palermo, tornò in Sicilia.
Il Museo è composto di due vaste aule. Nella prima, nel primo scaffale a sinistra di chi entra, sono raggruppati parecchi modelli plastici di anatomia umana, nonché dei preparati naturali umani: quali lo scheletro dell’uomo, ecc.
Nel secondo scaffale sono numerosi scheletri di vertebrati, spe-cialmente di pesci; nel terzo, in aito, sono riunite scimmie di tutte le famiglie: antropomorfe (Orangutan) catarrine (snelli cercopiteci, macaco); platirrine (pithecia leucucephala); arctopiteci (l’americana Uistiti, la specie di scimmia più piccola conosciuta); più in basso varie specie di chirotteri — dalle nostre piccole specie di Ferri di cavallo ed orecchioni, alle grandi specie indiche di Rossette, dal muso volpino.
Nel quarto scaffale sono rappresentate bellissime specie di ani¬mali marini, fra i quali si notano: molluschi, echinoderni, etenofori, celenterati, esemplari di pennatula fosforea, di corallium, rubrum dai bianchi polipi sporgenti sul rametto e le nostre attinie dalle molli braccia variopinte. Più in basso, esemplari vari di spugne, mono e polizoiche e una grande madrepora verruccosa dei pressi di Porto Empedocle. Più a destra cominciano gli esemplari di pesci in gran parte pescati nei nostri mari, tra cui la caratteristica rondinella di mare, la pregiata lampreda e uno squalo.
Nel quinto scaffale sono raggruppati numerosi rettili e una ricca collezione di conchiglie di svariatissime specie di molluschi.
Ricchissimo e preziosa e la collezione di minerali di Girgenti e Provincia.
Bei cristalli di zolfo, di salgemma, di calcite, di gesso a sericolite e a ferro di lancia, celestina e baristina si trovano fra la calcite concrezionata in stalittiti, coliti, pisoliti nel lungo scaffale centrale della prima causa, insieme a vari esemplari di metalli pesanti.
Importante ancora per la ricchezza di fossili del bacino di Girgenti e di Vienna e la collezione paleontologica dell’ultimo scaffale della stessa aula.
Aula seconda. L’aula seconda raccoglie uccelli e mammiferi.
Nel grande scaffale centrale sono esemplari di mammiferi: dalle nostre specie di volpi, scoiattoli, lontre, martore, ermellino, ecc. all’americano tapiro e agli australiani canguro e ornitorinco.
Gli scaffali intorno alla parete contengono una ricchissima collezione di uccelli: rapaci diurni (gheppio, falco pellegrino, sparviero, aquilotto reale, grifone) e rapaci notturni: civette, gufi, barbagianni.
Passeracei numerosi e svariatissimi. Fra i nostri passeri, rondini, allodole, cincie, tordi, cardellini, fringuelli, cutrettole, attirano lo sguardo gli esotici uccelli lyra, gli uccelli del paradiso, le numerose specie di piccoli uccelli mosca e il bicorne bucero.
Segue lo scaffale dei rampicanti con svariate specie di picchi, cuculi, pappagalli e tucani americani tra cui il caluro con piumaggio e riflessi metallici e la lunghissima coda.
Fra i gallinacei si notano fagiani, pavoni, parecchie varietà di galline, pernici e quaglie. Tra i trampolieri spiccano le specie più svelte ed eleganti: parecchi aironi, le gru, la bianca cicogna, la spatola, la gallinella d’acqua, la pavoncella, la monachina e la pugnace gambetta e finalmente arriviamo ai palmipedi con esemplari di anatre, pellicani, cigno nero rarissimo, l’alca maggiore, già abbondantissima animali boreali, estinta ai nostri tempi. Unico rappresentante dei ratidi: il Kivi, specie della Nuova Zelanda che tende anch’essa a scomparire!
Il museo di storia naturale amministrato dal Comune, dalla Provincia e dalla Camera di Commercio, che forniscono le somme necessarie per il mantenimento e per l’acquisto del materiale. Presidente dell’amministrazione e l’avvocato Calogero D’Andrea
Annuario del Regio Liceo Classico Empedocle di Girgenti 1923-24, pagg. 77-78