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Biblioteca-Lucchesiana

Agrigento La Biblioteca Lucchesiana 1765-2015

10 Novembre 2015 //  by Elio Di Bella

Biblioteca-Lucchesiana

 

 

di ASSUNTA  LUPO e GIUSEPPE  LO JACONO

La storia della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, una delle pili antiche e prestigiose istituzioni bibliotecarie della Sicilia, è strettamente legata alla figura di Mons. Andrea  Lucchesi  Palli  dei principi  di  Campofranco,  che la  fondò  nel  1765  (1)

Uomo di notevole cultura, largamente partecipe di quel  rinnovato interesse per gli studi umanistici che nel XVIII sec. determinò il sorgere di grandi raccolte erudite e antiquarie, il Lucchesi Palli, nominato nel 1775 vescovo di Agrigento dal Papa Bene­detto XIV, contribuì largamente a dare un nuovo impulso alla cultura agrigentina cir­condandosi d i illustri maestri per il Seminario e per il Collegio dei SS. Agostino e Tommaso.

Favorito dai suoi mezzi finanziari,aveva iniziato una raccolta di libri rari e di pre­gio e di oggetti antichi che aveva trovato sede appropriata nell’ampio salone del gran­de edificio che si estende dalla Cattedrale fino all’antica chiesa di S. Maria dell’Itria e che egli stesso aveva fatto costruire superando non poche difficoltà, non ultima delle quali il taglio della montagna nel tratto compreso fra la Cattedrale e il Castello (2).

Per i primi due anni dalla si stemazione della Biblioteca il Lucchesi Palli aveva da­to la possibilità agli studiosi di consultare gratuitamente i volumi nei giorni feriali dal­le ore  10 alle  14 (3).

La nascita della Biblioteca Lucchesiana avvenne però solo il 16 ottobre 1765 al­lorché il Vescovo, realizzando un’idea forse già da tempo maturata,  fece dono della sua importante raccolta alla cittadinanza agrigentina. Oltre a 18.000 volumi, a ricche e pregiate scaffalature, a tavoli di lettura, la Biblioteca fu dotata di un piccolo museo di oggetti antichi, consistenti prevalentemente in gemme, pietre dure e in un medagliere  di  monete  greche,  romane  e  siciliane.

La gestione dell’Istituto venne affidata ad una deputazione di  canonici (4 ).

Tangibile testimonianza del grande rispetto del Vescovo per i libri è ancora oggi, il regolamento d’uso della Biblioteca, dettato dal  fondatore  e  scolpito nel marmo. Nei suoi primi anni di vita la Biblioteca Lucchesiana ebbe notevole prosperità e prestigio; ma poi, col tempo, le sue vicende volsero al peggio. Alla morte del Vescovo si scatenò, infatti, fra l’Amministrazione d ella Biblioteca e i principi di Campofranco, una contesa giudiziaria, conclusasi poi, con una transazione: all’Istituto spettò il patri­monio scientifico, il fabbricato e un’esigua rendita, mentre il patrimonio finanziario passò  interamente  agli  eredi.

Era  l ‘inizio  di  una  lenta  e  progressiva decadenza.

Con l’abolizione delle corporazioni religiose la Biblioteca passò al Comune di Agrigento, alle cui dipendenze amministrative rimase dal 20 giugno 1862 al 10 marzo 1899. In questi anni, particolarmente funesti per la sorte dell’Istituto, ebbe probabil­mente inizio la dispersione della collezione antiquaria e si verificò la scomparsa di al­cuni  preziosi  manoscritti  latini,  greci  ed arabi.Mentre, infatti, il patrimonio librario si accresceva fino a raggi ungere i 45.000 vo­ lumi grazie a num erosi lasciti e donazioni (5), l’esigua rendita devoluta dal fondatore si rivelava sempre meno adeguata ad assicurare la funzionalità dell’Istituto. Comin­ciarono, inoltre, in questo periodo i continui e mai risolti conflitti fra l’autorità eccle­siastica  e quella  civile sull’assetto  istituzionale entro  cui collocare  la Biblioteca  (6)   .

Anche quando, nel 1899, una sentenza della Corte d’Appello d i Palermo ricon­dusse la gestione della Bibl ioteca alla struttura amministrativa stabilita espressamen­te dal fondatore, la situazione dell’Istituto continuò a rimanere precari a, non essendo­ vi la disponibilità  finanziaria necessaria  per far  fronte  alle spese di  funzionamento .

La Bi blioteca Luccbesiana si trascinò cosi di anno in anno in una situazione sem­pre più precaria,alternando periodi di chiusura a periodi di rinnovato interesse, per ri­cadere  poi  nell’indifferenza generale (7).

Una prima serie di interventi, venne promossa dal la Soprintendenza Bibliografi­ca per  la  Sicilia  Occidentale  nell’immediato dopoguerra.

L’opera tenace ed appassionata della Soprintendente Dott.ssa Daneau che portò all’inizio della catalogazione, al restauro di 20 incunabuli e di parte dei manoscritti arabi ed al finanziamento da parte del Ministro della P.I. d i una prima serie di urgenti provvedimenti, venne  frustrata  da  una  serie  di  gravi eventi.

Nel 1963, infatti, a causa dell’infestazione termitica , crollò il tetto del salone e di due salette adiacenti, provocando notevoli danni al materiale librario e alla pregevole scaffalatura  lignea,  opera  dello  scultore  P. Carletto.

La Biblioteca venne chi usa al pubblico e venne dato inizio ai lavori di rimozione della copertura a falde della sala di lettura. Ma la frana del 1966 e il sisma del 1968 pro­vocarono l ‘interruzione dei lavori. Il patrimonio librari o venne depositato nei locali del Museo Civico ove rimase, mal  custodito, fino al  1979; frattanto, in attesa che  si perfezionasse il progetto di intervento, la sala d i lettura con la sua pregevole scaffala­tura  lignea  rimaneva  scoperchiata  ed  esposta  alle  intemperie.

Solo fra il 1977 e il 1978 è stato possibile dare finalmente inizio ai lavori di consolidamento e restauro dell’edificio, lavori che sono ormai in fase di ultimazione. Dal 1978, inoltre, la Soprintendenza ai Beni Librari della Sicilia Occidentale ha potuto iniziare un lavoro organico di censi mento e catalogazione di tutto il patrimonio librari o, avvalendosi  dell’opera   della   Cooperativa  «Bibliotheca».

Allo stato attuale l a Biblioteca Lucchesiana annovera, tra patrimonio originario, lasciti  e  donazioni, circa 55.000 volumi.                                                                                     ·

II nucleo originario è formato dalla raccolta del Vescovo Lucchesi Palli. Si tratta di opere a carattere prevalentemente filosofico, teologico  e morale sul cui frontespizio figura la dicitura manoscritta «Ex biblioteca Andrea Lucchesi ex Principibus Campifranci».

A questo primo nucleo si aggiunsero le raccolte provenienti dalle soppresse congregazioni religiose. Si tratta, i n particolare, di 150 volumi del Convento di S. France­sco di Paola; 840 volumi del Convento di S. Anna; 335 volumi dei Mercedari; 433 vo­lumi del Convento di S. Domenico; 338 volumi del Convento del Carmine; 2.212 vo­lumi  del  Convento  di  S.  Vito;  3.489  volumi  del  Convento  dei  Cappuccini.

Tra le donazioni di privati cittadini è da annoverare quella del canonico Crisafulli, studioso di Dante e professore di diritto all’Università di Palermo, la cui raccolta libraria venne donata alla Lucchesiana  da Mons. Lagumina. Altre donazioni si devono al Sac. Giuseppe Russo, all’Avv. Terranova, al Sac. Calogero Sciascia, all’Avv. Salamone Ziraffa Filippo, a Michele Ravanà e Giuseppe Agnello Spoto. Ultima nel tempo è la donazione  di  3.000  volumi  dell’Avv. Ruggero,  pervenuta  nel 1981.

Gli incunaboli in corso di catalogazione, sono più di 60, i manoscritti circa 300, il numero delle cinquecentine è di quasi 2.500 unità di cui 478 anteriori al 1550. Il resto del patrimonio librario è in gran parte dei secc. XVII, XVIII, XIX. Vi sono, inoltre, numerose  edizioni  principi  e  una  vasta  raccolta  di  stampe.

Spiccano tra questi l’opera filosofica di Ibn al Kutija, alcuni trattati giuridici della scuola  di  Malik  e  un  Corano  del  sec. XV.Uno dei tesori più preziosi della Biblioteca è indubbiamente il gruppo di trenta codici arabi descritti da Michele Amari (8 .

I manoscritti greci sono stati invece descritti dal filologo Augusto Mancini nel 1898 (9).

Particolare segnalazione meritano, tra i manoscritti , un Virgilio del 1444 firmato dall’amanuense Lentius Felix e adorno di pregevoli miniature, la «Cronica della guerra di Messer Bernabò col popolo di Firenze», della fi ne del sec. XIV e un manoscritto membranaceo  mutilo,  p ure  del  XIV  sec., contenente  sermoni.

Perduto risulta invece un prezioso codice in pergamena di opere di Sallustio, del principe  del  XV  sec.  citate  nel   1881  da  Vito  La  Mantia  (10).

Fra gli  incunabuli  spiccano, per  rarità  e legatura artistica, la  «Historia naturalis» di Plinio, stampato a Roma nel 1472 da Sweynheym e Pannartz (11 ; i «Privilegi della città di Palermo» stampato da Andrea Vyel da Worms nel 1478 (12 ; l’Erodoto, stampato dai De Gregorio a Venezia  nel  1494, con frontespizio  ricco  di fregi rinascimentali; la «Geographia»  di Strabone stampata  a Venezia  da Giovanni  Rosso  nel  1494; la  (3

«Protesta  dei  Messinesi»  di  Manfredi  Zizo  stampato  a  Messina   nel 1478.

Fra le cinquecentine, infine, meritano particolare menzione la Divina Commedia di Aldo Manuzio del 1502, prima edizione del poema in piccolo formato, e la Divina Commedia, col commento di Cristoforo Landino, stampata a Venezia da Barto­lomeo de’ Zanni da  Portese nel  1507,  ricca di belle   xilografie.

Si tratta, come si vede, di un prezioso patrimonio librario , che però attende ancora un’adeguata valorizzazione.

Il futuro della Biblioteca Lucchesiana resta ancorato alle possibilità di realizzazione di un progetto, con spesa previsionale di un miliardo e duecento trenta milioni, elaborato nel  1982  dalla sopraintendenza  ai Beni  Librari della  Sicilia Occidentale.

Infatti, solo attraverso un intervento straordinario, che assicuri una completa e scientifica ristrutturazione di tutti i servizi ed una razionale utilizzazione dei locali, la Biblioteca potrà essere restituita alla città di Agrigento e al suo comprensorio come organismo culturale vivo e tale da incidere in modo determinante nel tessuto sociale e culturale.

Allo stato attuale i locali restaurati hanno una superficie di circa 1.000 mq. divisi nei  tre piani.

Il piano terra è costituito da un ingrosso e da un ampio salone. Quest’ultimo, nel

progetto elaborato dalla Soprintendenza, è destinato a diventare il perno della vita pubblica della Biblioteca , in quanto in esso potranno avere luogo studi, convegni, di­battiti.

Funzionalmente attrezzato e predisposto ad accogliere anche proiezioni di filma­ti e di diapositive, tale salone dovrebbe comprendere anche apposite vetrine per l’esposizione di alcuni  esemplari del pregiato  patrimonio  della  Biblioteca.

Il primo piano comprende le due sale con la pregevole scaffalatura lignea restaurata dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici. Nel grande salone, sul cui sfondo domina la statua marmorea di Monsignor Lucchesi, era collocato, e tornerà ad esserlo, il  nucleo  originario  del patrimonio librario.

A  secondo  piano  sono  le  sale  con  scaffalatura  metallica  e  gli uffici.

La riapertura e l’uso pubblico della Biblioteca sono strettamente legati, oltrechè ad un’accurata inventariazione e catalogazione del patrimonio librario, anche e soprattutto  alla tutela  e  conservazione dello stesso.

A tale prezioso ed ingente patrimonio, infatti, dovranno essere assicurate condi­zioni ambientali atte ad impedire la formazione e lo sviluppo di agenti biologici che sono la causa più rilevante·del deterioramento del materiale librario e delle strutture  che  Io  contengono.

Al fine di ovviare a questi inconvenienti è necessario assicurare ai locali della Biblioteca una temperatura media  di 18° e un tasso di umidità non superiore al 58%. È, inoltre, indispensabile che venga garantito un idoneo servizio di areazione, che si realizzi un nuovo impianto di illuminazione e che vengano garantite adeguate misure antifurto  e  antincendio.

La massima parte dei volumi necessita un urgente ed adeguato intervento d i restauro. Si rende pertanto ipotizzabile la creazione di un laboratorio di restauro che assolva ai più urgenti e immediati bisogni. In tal modo l’Istituto verrebbe reso piena­mente funzionale e messo in grado di sopperire direttamente alle più  urgenti  necessità di conservazione e restauro, fermo restando il ricorso agli Istituti dotati di attrezza­ ture più sofisticate e di personale altamente  specializzato per quei casi che richiedano  un  intervento  di  particolare   natura   specialistica.

Il progetto, che comprende nei dettagli tutti gli interventi necessari dal punto di vista delle strutture, è in corso di approvazione da parte dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e della P.I. Esso potrà, attraverso l’ormai imminente finanziamento, mettere in condizione la Biblioteca Lucchesiana di assolvere pienamente a quella importante funzione  culturale cui  il suo fondatore l’aveva  destinata.

N O TE

(1) v. Bi bliografia generale

  • G. Lo JACONO, Un Vescovo per amor dei  l ibri  tagliò  una montagna; in  «Avvisatore» del 19-1-83.
  • ANTONIO CREMONA,  Nuovissima  guida  storico-artistica  di  Girgenti  e  dei  suoi  monumenti, 129-131.

(4) Nel 1768 lo stesso fondatore aveva stabilito con u n pubblico allo che alla morte dei tre impiegati dell’Amm.ne la cura della Biblioteca fosse affidata alla Congregazione dei PP. Liguorini di cui era il protet­tore. Il provvedimento provocò però malcontento nel clero, sicché il Vescovo fu costretto a revocare l’atto. Ai PP. Liguorini veniva assegnata una piccola rendita mentre la cura della Biblioteca restava affidata ad una deputazione di canonici.

  • Tra queste donazioni è da annoverare anche un lascito del Principe di Campofranco, nipote del fon­datore
  • La posizione giuridica della Lucchesiana è per molti aspetti una posizione ibrida sotto il profilo del diritto. Non può infatti considerarsi comunale, perchè la donazione non fu fatta al Comune, ma al popolo agrigentino. Essendo, inoltre, mancata l’iniezione del fondatore d i devolvere a beneficio dei religiosi la sua libreria privata, la Biblioteca non può nemmeno considerarsi di proprietà di u n Ente Religioso.Essa, infatti, non può ritenersi una Biblioteca privata, data l’espressa volontà del Vescovo di devolvere a beneficio dei cit­tadini l’Istituto. Si potrebbe considerare, invece, un Ente morale autonomo, con scopi di pubblica utilità. Ricordiamo tra l’altro che il Lucchesi ottenne all’atto dell’Istituzion e della Biblioteca la sanzione pontifici a con due bolle del 10-12- 1765. L’Assessorato regionale ai Beni Culturali della Regione Siciliana ha avviato la stipula  di  una  convenzione con  la deputazione  dei  canonici  per  la  definitiva  gestione  della Biblioteca.
  • Una testimonianza delle condizioni di estremo degrado nelle quali era venuta a trovarsi la Bibliote­ca Lucchesiana alla fi ne del secolo scorso è fornita da Luigi Pirandello; Lettere di studente ad Ernesto Mo­naci , 1889-1890 Nuova Antologia  a. 78, fase. 1
  • M. AMAR I, Abbozzo dei  manoscritti  arabi  della  Lucchesiana, Palermo,  1869.

(9) A. MANCINI, I codici greci della Biblioteca Lucchesiana di Girgenti in «Studi italiani di filologia classica»,  VI,  Firenze,  1898.

(10) LA MANTIA V., Sui l ibrirari del sec. XV esistenti nella Biblioteca Lucchesiana di Girgenti, in Propu­gnatore,  Bologna, 1881.

(11) CONRAD SWEYN HEYM e ARNOLD PANNARTZ furono i due tipografi di Magonza che introdussero la stampa  in  Italia. La  loro  attività  compresa  fra  il  1462  e il  1472  si  svolse dapprima  a  Subiaco  e poi  a  Roma .

(12) È l’unico incunabulo stampato a Palermo cfr. N. D. Evola:«Ricerche storiche sulla tipografia sici­liana». Firenze, 1940 p. 14.

(13) L’esemplare unico e ben conservato è stato recentemente esposto al la «Mostra della Cultura in Sici­lia nel quattrocento », tenutasi a Messina  dal 20 febbraio al 7 marzo  1982, nell’ambito delle   manifestazioni antonelliane.

B IB LI O G R AFIA

MUNTER  FEDERICO, «Viaggio ili Sicilia» trad. F. Peranni , Palermo, Abate, 1823.

SCINA DOMENICO, «Prospetto della Storia  letteraria in Sicilia  nel  secolo XVIII»,  Palermo, Dato,  1824. Lo  PRESTI  ERACLIDE,  «Andrea  Lucchesi Pallii  in  «Enciclopedia  ecclesiastica», Napoli, 1845.

PICONE  GIUSEPPE,  «Memorie  storiche  Agrigentine»,  Agrigento,  Montes, 1866.

AMARI  MICHELE,  «Abbozzo  dei  manoscritti  arabi  della  Lucchesiana», Palermo, 1869.

LA MANTIA  V.no, «Sui libri rari del secolo XV esistenti nella Biblioteca Lucchesiana di Girgenti» in «Pro­pugnatore»,  Bologna,  1881.

LAURICELLA ANTONIO, I  Vescovi della Chiesa Agrigentina». Agrigento, Montes,  1896.

MANCINI  A., Appunti e notizie di codici greci e latini di Biblioteche di Sicilia». I codici Iatini della Biblio­teca   Lucchesiana  di   Girgenti,  i n   «Rassegna   di  antichità   classica»  (parte  bibl iografica)   nn.   4,  5,  1898.

MANCINI A., “Codicigreci della Biblioteca Lucchesiaua di Girgeuti» in «Studi italiani di filologia classica VI,  Firenze,  1898.

LA RoccA SALVATORE, Agrigento, Agrigento, Dima De Caro,  1909. EvoLA   N.  D., Ricerche  storiche  sulla  tipografia  siciliana»  Firenze,  1940.

DANEU LATTANZI ANGELA, La rinascita della Lucchesiana», in «Akragas» fase. II, Palermo, 1946. DANEU LATTANZI ANGELA,  Sistemazione radicale della Biblioleca Lucchesiana» in «Sicilia del popolo», Palermo, 4-4-1947.

GRILLO RAFFA ELE, La Biblioteca  Lucchesiana»  in «Giornale di Sicilia», Palermo,   26-3-1953.

GRILLO RAFFAELE, 1Come se non esistesse la Biblioteca Lucchesiaua,,in «Giornale di Sicilia, Palermo, 11 vsettembre 1958.

GRILLO RAFFAELE,La biblioteca Lucchesiana dimenticata dagli studiosi ” in «Giornale di Sicilia», Paler­mo,  1-12-1959.

LODATO G. MARIO, “L’abbandono male endemico della Biblioteca Lucchesiana» in «Giornale di Sicilia», Palermo,  1-8-1967.

LODATO G. MARIO, Le termiti e la frana contro la Lucchesiana, in «Giornale di Sicilia», Palermo, 26-9- 1967; “Annuario delle biblioteche italiane, P. I., Roma, Palombi, 1969; “La Biblioteca Lucchesiana” – Re­stauro statico e riuso – tesi di  laurea di  C. Bonfiglio, G.  Gaglio,  C. Petrucci , G. Urso.  Palermo, Università  degli   studi  – Facoltà   di  Architettura  – anno   accademico 1978-79.

GENNARO IGNAZIO, La Biblioteca Lucchesiana forse riaprirà a fine mese” in «Giornale di Sicil ia», Paler­mo, 2-1-1981.

G ENNARO IGNAZIO, «Nuovi locali per la Biblioteca Lucchesiana» in «L’amico del popolo», Agrigento, 11 novembre   1981.

BAIO FRANCESCO, Lettera al giornale «L’amico del popolo» 1-11- 1981; “Tremila volumi donati alla Lucchesiana”  in  «Giornale  di  Sicilia»,  Palermo   15-10-1981.

Lo JACONO GIUSEPPE , Il vescovo per amore dei libri tagliò una montagna in «Avvisatore», 19-1-1983.

 

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento storia

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