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telamone in un disegno di nino franchina del 1928
telamone in un disegno di nino franchina del 1928

Agrigento: attività di restauro nella Valle dei Templi nella prima metà del Novecento

30 Agosto 2021 //  by Elio Di Bella

AGRIGENTO

Ciglione LA Rupe

Gli interventi furono diretti da Jole Marconi Bovio nei primi anni Quaranta. (Cronaca. 1942-43; 99) Santuario Rupestre loc. San Biagio Giuseppe Cultrera nel periodo tra il 1931 e il 1935 per la Regia Soprintendenza alle Antichità della Sicilia si occupò delle opere di consolidamento e restauro della parete rocciosa.

L’intervento, inteso ad impedire lo smottamento del terreno, consistette nella costruzione di semplici pilastri in mattoni di Siracusa con un rivestimento di impasto di cemento e ghiaietta (Cultrera G. 1936: 607-620; Griffo P. 1946: 5-34)

interventi sulla Rupe

La Regia Soprintendenza alle Antichità di Agrigento si occupò dell’ rialzamento di un blocco franato assicurandolo alla rupe, con due tiranti di ferro orizzontali e con un pilastro di cemento armato. Altri pilastri a strati di conci di pietra e mattoni furono utilizzati per il consolidamento di un altro blocco lesionato e pericolante.

Tempio della Concordia o Tempio F

Tra il 1924 e il 1928 Pirro Marconi (Regia Soprintendenza alle Antichità della Sicilia) eseguì lavori di ricerca, rialzamento e restauro. (Alberti S. 1997: 599-618; Bracco V.. 1983: 146; Cultrera G, 1936: 607-620; Mostra. 1939: 14; Pace B.. 1934: 431-4361

Tempio di Asclepio (Esculapto) o Tempio H

Nel 1928 Pirro Marconi (Soprintendenza alle Antichità della Sicilia) condusse alcune ricerche e lavori di rialzamento del tempio. Negli anni Trenta fu eseguito un intervento di liberazione dalle abitazioni costruite al suo interno e il conseguente consolidamento della parte delle costruzioni e dell’alzato del tempio (Bracco V, 1983: 146; Cultrera G. 1936:607-62;Griffo P. 1961; Marcimi P. 1929; 50 ss; Mostra, 1939; Pace 0., 1934:431-436)

 Tempio di Athena o Tempo E

Pirro Marconi eseguì lavori di ricerca, rialzamento e restauro del tempio. (Bracco V, 1983: 146)  

Tempio di Demetra e Persefone Tempio B

Nel 1926 la Regia Soprintendenza alle Antichità della Sicilia curò la ricostruzione della grondaia a protomi leonine, ricomponendo i circa cento frammenti, unendoli tra loro con perni di rame e integrandoli con calchi di gesso. Terminata la ricomposizione, la grondai fu esposta al Museo Archeologico di Agrigento.

I lavori furono seguiti da Carta. Inglieri e D’Amico. Pirro Marconi nel 1928 seguì lavori di rialzamento e ulteriori scavi c sistemazioni. ss: Marconi P._ 1929a: 547-551; Marconi P.. 1987:198; Mostra, 1939; Pollati F.. 1930c: 378-398.

Tempio di Vulcano o Tempio I

Nel 1928 sotto la direzione di Pirro Marconi, furono condotte ricerche e studi della parte liberata ed eseguiti lavori di rialzamento. (Bracco V, 1983: 146: Pellati F. I928a 475-479)

 Tempio di Zeus (Giove) Olimpico

Agli inizi degli anni ’40 venne rinnovata la base interna di uno dei grandiosi capitelli in mattoni e cemento, ripulendolo dalla calce e e mantenendo il rivestimento di pietra antica. I lavori furono diretti da Jole Marconi Bovio. Nel 1965, il soprintendente alle Antichità di Agrigento.

I telamoni

Pietro Griffo, con la collaborazione dell’opificio delle Pietre Dure di Firenze, si occupò dello spostamento del Telamone giacente al centro della cella del tempio, all’interno del museo Nazionale, posto in piedi su pilastro in cemento armato.

Prima della sua sistemazione, i vari elementi sono stati calcati in cemento misto a materie coloranti, a mo’ di pietra arenaria, per riprodurne una copia da sistemare al posto dell’originale (Cronaca. 1927: 430431; Cronaca, 1942-43:99-100; Cultrera 6, 1936:607 620. Griffo P.. 1966b: 92; Plerce R„ 1924: 385-391J

Tomba di Terone

Nel 1965 il Soprintendente alle Antichità di Agrigento. Pietro Griffo, con la collaborazione dell’opificio delle Pietre Dure di Firenze, restaurò il fronte sud che presentava grandi problemi di natura statica.

Il restauro consistette nella puntellatura dei conci ‘instabili” successivamente smontati e rimontati, provvedendo alla colmatura delle lacune con calcestruzzo cementizio.

Lo stesso impasto, utilizzato per le lacune, fu applicato per la stilatura delle fughe fra i conci, mentre, in un secondo momento, dopo l’applicazione di un intonaco di rivestimento, per impermeabilizzare le superfici, furono applicati i prodotti” Toxpore” e “Flintax “.

Infine, per assicurare una maggiore stabilita degli elementi, fu chiuso il varco d’accesso con una porta. (Griffo P.. 1966a:91 -92)

 Villa Aurea

Mercurelli e Marconi Bovio (Regia Soprintendenza afte Antichità di Agrigento) si occuparono del restauro della roccia in cui l’ipogeo paleocristiano è scavato, attraverso il sollevamento dei blocchi, la pulitura del letto roccioso, la bruciatura della vegetazione e il lavaggio con forti getti d’acqua e acido solforico diluito.

In un secondo tempo, fu eseguita la ricollocazione dei blocchi, la costruzione di un… mento del muro di cinta con reintegrazioni con elementi di pezzatura più piccola rispetto agli elementi originali.

I blocchetti di peperino, stesso materiale degli elementi da reintegrare, sono uniti a ricreare la forma dei conci originati utilizzando malta additivata a polvere dello stesso materiale per maggior accordo cromatico.  

Categoria: Storia Agrigento

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