Per risalire alle origini di Camastra dobbiamo ricordare che il territorio su cui sorge venne ceduto dal re Federico II al nobile Galvano Bonfiglio e per altre notizie dobbiamo avanzare nel tempo sino al 1408, quando Matteo palagonia, figlio di Francesco, che fu uno dei vicari della regina Maria, ne venne in possesso, per diritto della madre Mafalda Deiosa.
A Matteo Palagonia successe, il 15 maggio 1478, Mazziotto. Quest’ultimo lasciò il feudo nel 1510 al figlio Giovanni, il quale a sua volta lo diede in dote alla figlia Filippa che andò in sposa a Bernardo Lucchesi. E fu proprio un Lucchesi, Giacomo, che nel 1620 fondò Camastra, altrimenti detta Ramulia, divenendone cinque anni dopo duca, con diploma del re Filippo.
Camastra in quei tempi non dovette essere altro che una fattoria, dove però ben presto trovarono asilo molti fuoriusciti dei centri vicini. Si trattava soprattutto di accusati o condannati per svariati reati pubblici. Camastra in tal modo vide un discreto sviluppo in pochi anni a da piccola fattoria si trasformò in centro abitato ed entrò a far parte della Comarca di Naro.
La prima chiesa edificata fu quella del SS. Salvatore. Oltre a questo edificio sacro vi erano una quarantina di case. La popolazione non superava le 60 unità. Ma già il censimento del 1713 vede un sensibile aumento demografico. Si contano più di 300 abitanti residenti in un centinaio di case. Lo sviluppo è costante anche negli anni seguenti, tanto che un secolo e mezzo fa a Camastra risiedevano già un migliaio di abitanti.
Lo sviluppo socio-economico del paese è stato comunque sempre piuttosto moderno e anche questo piccolo centro dell’agrigentino ha conosciuto la triste piaga dell’emigrazione.