di Gianfranco Adornato
Tra le più recenti fondazioni greche d’Occidente, la città di Akragas mostrava ancora al tempo dell’avvenuta romanizzazione della Sicilia, fiera e altera, le vestigia dei suoi monumenti, resti di un passato glorioso, simboli di creatività, di ricchezza, di forza. Nel raccontare le vicende del 210 a.C. – i negoziati di Muttine con Levino e la resa della città – Polibio tratteggia, in maniera inusuale per il carattere della sua opera, una pittoresca e dettagliata panoramica storico-topografica di Akragas :
“La città degli Agrigentini si distingue dalla maggior parte delle città non solo negli aspetti sopra ricordati, ma anche per la posizione e, soprattutto, per la bellezza e la costruzione. È stata fondata a diciotto stadi dal mare, così da non essere privata di nessuno dei vantaggi che ne derivano. La sua cinta muraria, sia per natura che per costruzione, è particolarmente sicura.
Le mura sono situate su una rupe aspra e dai lati scoscesi, in parte naturalmente, in parte per mano dell’uomo, e sono circondate da fiumi: lungo la valle meridionale scorre quello sinonimo della città, lungo il lato rivolto ai tramonti e a mezzogiorno quello chiamato Hypsas. La rocca della città si staglia proprio verso le albe estive, circondata sul lato esterno da un burrone inaccessibile e con un solo accesso dalla città sul lato interno.
Sulla sommità è stato edificato il santuario di Atena e di Zeus Atabirio, come anche a Rodi: essendo, infatti, Agrigento una colonia fondata dai Rodii, come è evidente questo dio ha lo stesso appellativo che a Rodi. Anche nelle altre parti la città è riccamente abbellita di templi e portici. Il tempio di Zeus Olimpio, inoltre, non è stato completato, ma per concezione e grandezza non sembra inferiore a nessuno di quelli della Grecia”.
Sebbene interessato alla dislocazione e alla grandezza delle poleis in una prospettiva più strategico-militare, lo storico si sofferma a evidenziare e sottolineare le peculiarità e le caratteristiche di Akragas: avvicinandosi dalla costa verso l’interno, in una prospettiva tutta terrestre, balza imponente il sistema di fortificazione delle mura, che costituisce un chiaro segnale della potenza della città e dell’inespugnabilità del sito; zoomando ancora, si possono distinguere i singoli monumenti e gli edifici della città, che rappresentano l’altro polo visivo, quello architettonico e urbanistico, sinonimo di creatività ed esuberanza artistica.
L’interesse dello storico si focalizza sull’equilibrato rapporto tra le particolarità geo-morfologiche del sito e gli interventi edilizi di natura antropica: la polis non è stata fondata sulla costa, ma non dista molto dal mare; la posizione elevata del sito consente un buon controllo del territorio; la presenza di due fiumi attorno all’insediamento, lo scoscendimento delle pareti rocciose e il circuito murario rappresentano degli ottimi elementi naturali e artificiali per la difesa della città. A questo elenco si aggiungono, infine, altre informazioni relative alle origini dei fondatori, ai culti e agli edifici, sacri e civili.
Stando alla versione polibiana, la città di Agrigento sarebbe stata fondata da coloni provenienti dall’isola di Rodi. E come prova di questo dato si adduce il culto di Zeus Atabirio, venerato tanto sulla sommità della città di Agrigento quanto a Rodi .