
Se vedrete un giorno aggirarsi nella Valle dei templi, con fare circospetto, gli agenti Mulder e Scully, state pur certi che non sono venuti in quest’angolo della Sicilia per una tranquilla gita turistica, ma sono stati mandati sin qui dalla FBI in missione speciale. Che c’azzeccano potrete pensare voi i templi agrigentini con gli X-Files. Molto di più di quanto non si potrebbe credere.
Mulder e Scully non sono venuti per risolvere alcuni celebri enigmi quali quello sull’esistenza o meno di un teatro nell’antica Akragas. La sua scoperta riguarda gli archeologi non i nostri agenti. Loro sono qui per indagare su quella misteriosa apparizione di spiriti che usciti fuori dalle tombe agrigentine che spaventarono a morte i cartaginesi che assediavano la bella città di Akragas.
Racconta infatti lo storico Polibio che il comandante cartaginese Amilcare, dopo essere sfuggito ad un attentato, durante l’assedio di Akragas, ordinò per rappresaglia di demolire tutti i sepolcri agrigentini che si trovavano fuori le mura.
Ma mentre i soldati cartaginesi stavano iniziando la distruzione delle tombe, le ombre dei morti uscirono vagando per tutta la notte per il campo cartaginese. Tutti ne rimasero atterriti e il comandante cartaginese annullò l’ordine.

Altre presenze oscure si aggiravano secondo antiche leggende anche sulle pendici orientali della Rupe Atenea, al di fuori della cinta muraria, presso la Porta prima, dove si trova il più antico santuario agrigentino. In particolare i romani a quanto pare dopo la conquista di Akragas rimasero atterriti per aver sentito diffondersi dalle grotte naturali del santuario terrificanti grida e ogni sorta di spaventosi ed infernali rumori. Di certo la più cauta Scully dirà che tutto ciò è provocato dal vento che quando soffia forte in questa zona può dare simili effetti. Ma state pur certi che Mulder non sarà d’accordo e penserà come quei romani che qualche strana presenza domina in questa Rupe e non gradisce che incauti visitatori giungano fin qui.
Qualche indagine i nostri certamente faranno per portare alla luce il tesoro del tiranno Falaride. Una antica leggenda vuole infatti che il tiranno più discusso dell’antica Akragas sia riuscito a nascondere, forse proprio vicino il cosiddetto Oratorio di Falaride le immense ricchezze dei suoi palazzi. Alcuni arditi agrigentini che nei secoli scorsi hanno tentato di trovare il tesoro del re sono scomparsi nel nulla, dice sempre la leggenda. Ma non c’è forse dietro ogni leggenda qualcosa di vero? I nostri agenti americani saranno certamente curiosi di sapere qualcosa di più sullo stesso falaride che secondo il filosofo Aristotele aveva un innaturale desiderio di mangiare bambini allattati al seno della madre e l’insaziabile desiderio di mangiare anche il proprio figlio. Loro che con simili personaggi hanno avuto molto da fare troveranno interessanti queste notizie insieme a quella celebre vicenda del toro di bronzo che Falaride aveva fatto costruire dall’artista Perilao per ardervi i propri nemici. Il toro bronzeo veniva riscaldato, mentre al suo interno venivano rinchiuse le vittime. Per le grandi sofferenze, i disgraziati reclusi si lamentavano e dalla macchina usciva un suono somigliante a quello del toro quando muggisce.

Infine a pochi passi Scully e Mulder non andranno forse alla ricerca di quel celebre laghetto presso il tempio di Vulcano sulle cui acque affiorava una strana sostanza oleosa che più di un viaggiatore ha creduto fosse petrolio. Cos’era ?