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Vittime innocenti della mafia: Giuseppe Spagnolo

27 Aprile 2016 //  by Elio Di Bella

giuseppe spagnolo

Giuseppe Spagnolo  

Il 19 marzo 1946,   a Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento, si svolsero le prime elezioni amministrative del dopoguerra. Il paese visse giornate indimenticabili perché finalmente la vita democratica riprendeva e le libere elezioni offrivano a tutti la possibilità di partecipare attivamente ad ogni fase di quella nuova stagione politica, così carica di speranze in un paese dove per tanto tempo le sofferenze erano state tante, ma che adesso poteva di nuovo riaprirsi alla speranza di un futuro migliore. La scelta del primo Sindaco doveva quindi rappresentare il segnale di un cambiamento reale per Cattolica Eraclea. Quando lo scrutinio devi voti finì e fu chiaro il consenso degli elettori in particolare verso Giuseppe Spagnolo(ebbe 1841 voti), molti credettero davvero che quella era una nuova primavera, tanta era la stima che quel candidato comunista aveva tra tutti i ceti. Ma in quegli anni in Sicilia la lotta politica era così aspra che si contarono numerosi morti e certa era la responsabilità della mafia che partecipava a suo modo alla lotta per il potere.

Negli anni ’45 e ’46 la violenza mafiosa si fece sentire in ogni provincia della Sicilia: cadderro i sindacalisti Nunzio Passafiume, Agostino D’Alessandro, Giuseppe Scalia, Nicolo’ Azoti, i sindaci socialisti Gaetano Guarino, Pino Camilleri, i contadini Giovanni Castiglione, Girolamo Scaccia, Giuseppe Biondo, i fratelli Giovanni, Vincenzo e Giuseppe Santangelo, Paolo Farina. Tra questi i sindaci Gaetano Guarino e Giuseppe Scalia erano della stessa provincia di Giuseppe Spagnolo. Molti di loro pagarono con la vita il loro impegno per dare una terra ai contadini e contrastare la mafia del latifondo che non intendeva piegarsi ed accettare la riforma agraria del comunista Gullo e contrapponevano un’infinità di ostacoli e di cavilli per evitare la nascita delle cooperative organizzate dalle Federterra. Oltre allo sciopero, la principale forma di lotta era costituita dall’occupazione dei latifondi. Questa spesso avveniva con una eclatante cavalcata di centinaia di contadini che attraversavano i paesi e prendevano possesso delle terre incolte. Con Francesco Renda, giovane intellettuale comunista del suo paese, e con Aurelio Bentivegna, Giuseppe Spagnolo formava a Cattolica Eraclea una triade  temutissima dagli agrari. A loro si deve la nascita del PCI a Cattolica Eraclea. Renda fu il primo segretario cittadino. Giuseppe Spagnolo organizzava soprattutto l’attività sindacale dei braccianti e pertanto fondò la cooperativa “La proletaria”, che associava ben 2000 contadini ed era una delle maggiori della provincia.

Negli stessi anni, Spagnolo era in testa alle celebri cavalcate e con in pugno la bandiera rossa guidava la riscossa dei contadini poveri. I risultati erano eccellenti: i feudi di San Giorgio e Monte Sara vennero occupati e divisi in lotti tra i contadini. Decine di famiglie ebbero la terra.Così maturò la decisione del partito comunista e di tanti suoi compaesani di presentare la candidatura a Sindaco del coraggioso compagno contadino.  Divenuto pertanto primo cittadino, il suo primo assillò fu quello di aumentare lo stipendio ai lavoratori del Comune. Cosa che avvenne pochi giorni dopo il suo insediamento. Ma presto all’interno della sua giunta emersero difficoltà e incomprensioni che Spagnolo non riuscì a dirimere. Sei assessori lo abbandonarono e lui si dimise. Da quel momento,continuò senza sosta la sua lotta politica e il suo impegno sindacale ma il clima si faceva di mese in mese più pesante.

La controffensiva agrario mafiosa si avvaleva di bande come quella di Giuliano, usava il tritolo persino contro le forze dell’ordine. Non c’era politico, sindacalista, attivista che non venisse intimidito. Questa sorte toccò anche a Spagnolo. In una escalation che non aveva tregua venne più volte danneggiata la sua campagna, venne minacciato e picchiato. Nonostante ciò andava a testa alta e continuava la sua battaglia e sino al 1954 conservò la carica di presidente della cooperativa “La proletaria”.Nella notte tra il 13 e il 14 agosto del 1955, mentre dormiva nel suo vigneto in contrada Bissana, tra Cattolica e Cianciana, un sicario lo raggiunse e lo uccise con ben sette colpi di lupara. La commozione in tutta la provincia fu straordinaria, per qualche tempo a Cattolica Eraclea se ne conservò un affettuoso ricordo. La figlia maggiore del Sindaco buono, come veniva ricordato, venne eletta in consiglio comunale. Cinquanta anni dopo la sua scomparsa, nel 2005,   nella villetta comunale del suo paese  è stato collocato un busto bronzeo. Purtroppo però, bisogna aggiungere, il suo assassino l’ha fatta franca.

di Elio Di Bella

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento storia

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