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Via Atenea ad Agrigento ieri e oggi

16 Gennaio 2016 //  by Elio Di Bella

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di Elio Di Bella

L’antica strada maestra della città,oggi via Atenea,  comprendente un tempo anche la via Garibaldi, oltre a costituire l’asse mediano e portante del sistema viario, urbano, rappresenta la sintesi più decorosa e pregnante del complesso urbanistico medievale-rinascimentale e moderno, nella sua organizzazione sul colle e secondo quando si è venuto modificando e rappresentando per effetto dei tempi e delle culture succedutesi.  Fino a qualche decennio addietro si conosceva ben poco della storia e delle vicissitudini dell’antica strada maestra, fino al punto che, mentre veniva riconosciuta e proclamata genericamente “antica” (e antica e imprescindibile dal quadro urbanistico complessivo veniva considerata da tutti i cittadini), non mancavano studiosi che ne mettevano in dubbio l’esistenza fino al basso medioevo. Si sosteneva per esempio che il più antico asse viario cittadino fosse costituito dall’odierna via Foderà, già Carnalivari, che in certo senso collegava la Terra vecchia e la Terra nuova.

Una critica più approfondita ha invece evidenziato che la strada maestra nasce con la città, non appena questa, superati i confini del borgo arabo – normanno più antico, si estende ad est e  si contorna di un poderoso e completo sistema murario. Fautori e finanziatori di questo balzo urbanistico (che aveva parallelamente e imprescindibile significato politico e militare) furono i  Chiaramonte, ai quali si devono il complesso di Santo Spirito, quello di San Francesco d’Assisi e la poderosa cinta muraria che perimetrale a quell’espansione urbanistica.

via atenea

La strada maestra sorge in quell’epoca, e percorre il lungo l’intero colle, andando da Porta di Ponte a Porta Mazara donde inizia, extra moenia, il Rabato.  

Successivamente, col venire meno delle motivazioni e delle discriminazioni etniche e sociali che avevano tenuto separato il Rabato dalla città, la strada maestra viene estesa fino a comprendere l’intera strada dello spagnolo, odierna via Garibaldi, che tuttavia non assurge oramai all’onore della tipica denominazione ottocentesca di “Piazza”. Tale denominazione, anzi concernerà  soltanto una parte dell’antica strada maestra, da Porta di Ponte alla chiesa di San Domenico.

Perché poi la strada maestra, ridenominata via Atenea si sia trasformata in Piazza e con tale nome comune venga denominata (a preferenza del toponimo ufficiale), attiene al tipo di sviluppo politico, sociale, economico e culturale che si diede la città dal 1848 a tutto il secolo.

La strada maestra  infatti presentava fino alla metà dell’Ottocento un aspetto medievale. Era contrassegnata da slarghi e da strettoie, da ripide montate e discese. Era malagevole transitarvi, specie per i mezzi a ruota, tant’è che in occasione della venuta di Francesco I si dovette rinunciare all’uso della carrozza per ripiegare su quello della portantina. Il saliscendi del tracciato ubbidiva alle curve del suolo, su cui non vi era stato alcun tipo di intervento. Via Atenea era quindi una serie di stradine collegate da un capo all’altro da strettissimi vicoli. Gli slarghi davano luogo alle due piazzuole che avevano un nome Piccola piazza e Piazza Grande.

La crescita culturale borghese della città impose la formazione di una vera e propria arteria. I lavori furono costosissimi dannosi, e nel corso di essi si determinarono eredi e contenziosi. Fu necessario livellare il suolo e creare una nuova linea di andamento, con la conseguenza che molti palazzi vennero fatti arretrare mediante parziali demolizioni, altri furono di fatto elevati mediante il livellamento del suolo e la formazione di piccoli vani agibili al posto delle fondazioni, le quali vennero fondate ancora più in basso. Le denominazioni riguardarono anche edifici o parti di essi di notevole valore storico e architettonico, l’archivolto gotico – normanno di Porta di Ponte, la Chiesa del Crocifisso, il portale di palazzo Sala – Biondi, eccetera.

via atenea anii venti

L’aspetto odierno di via Atenea è pertanto, dal punto di vista architettonico, prevalentemente ottocentesco, ma lo spirito dell’arteria ed il ritmo delle sue scansioni, in particolari dei suoi saliscendi e dei suoi slarghi, le delineature misti linee del suo andamento ne fanno un documento importante di bellezza urbanistica a misura di uomo, un’opera sinuosa che si involge fittamente nel corpo urbanistico, che avvolge i cittadini in quel particolare calore agrigentino fatto di distacco e curiosità, di interesse e di sensuale svogliatezza.

Ai nostri giorni, tuttavia via Atenea mostra un aspetto discontinuo non privo di contraddizioni particolari, in un insieme che, se lasciato ancora soggetto alle iniziative dei singoli, rischia di compromettersi e di guastarsi irrimediabilmente.

Sorgono ad esempio nuovi negozi, alcuni dei quali veramente decorosi, con prospetti di ed apparati estetici ed espositivi ragguardevoli , ma il più delle volte b stridenti con l’insieme.

  La vita in piazza  continua a rappresentare ancora oggi un’insostituibile valore coesivo ad Agrigento.

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento storia

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