Alcuni dei viaggiatori venuti a visitare i templi greci di Agrigento si sono soffermati anche sulla peculiari caratteristiche della popolazione agrigentina. E’ interessante riportare quanto scrive Dominique Vivant Denon che è rimasto a Girgenti per diciotto giorni ed ha avuto la possibilità di conoscere bene anche la popolazione locale.
“La popolazione- egli scrive nel suo Viaggio in Sicilia pubblicato nel 1788- è ridotta a quindicimila persone, per la maggior parte piuttosto povere, tristi ed alquanto scontrose. […] la nobiltà e particolarmente povera e vive in modo molto riservato. I commerciami, molto presi dai loro affari, non si incontrano che in piazza, senza vita di società, senza piaceri; la gente è cupa e devota e ne ha l’aspetto. Un venerdì sera, passando per la piazza sentii cantare un Miserere in falso bordone ed anche un gran rumore nella chiesa. Entrai e vidi duecento borghesi della città, i quali, con delle grandi fruste di corda in mano, si frustavano a tempo le spalle e cambiavano di mani quando quella che frustava era stanca. Così, dall’epoca della conquista di Agrigento da parte dei Romani, la storia non la menzionerebbe nemmeno, se non fosse per i miracoli che vi si sono operati e per i santi vescovi che ne hanno occupato il seggio”.