Tassare i turisti con la tassa di soggiorno ?
Di certo Gellia si sta rivoltando la tomba. Lui che, è passato alla storia come il più ospitale cittadino nella storia della Città dei Templi: disponeva i suoi servi alle porte di Akragas per invitare i forestieri a prendere alloggio nelle sue case, veri alberghi per gli stranieri di allora. Un giorno giunsero in città ben cinquecento cavalieri sorpresi dal cattivo tempo. Nello spazio di poche ore tutti furono degnamente accolti e Gellia stesso regalò a ciascuno nuovi abiti, tra cui un himation e un chitone, tra gli abiti greci più importanti.
Ma qual è stato nel passato il rapporto tra Agrigento e i forestieri ? Lo possiamo scoprire leggendo le memorie lasciate da molti illustri viaggiatori.
Alessandro Dumas cercava nella prima metà dell’Ottocento un albergo a Girgenti appena arrivato al porto: “andammo alla ricerca di un albergo in cui passare la notte. Disgraziatamente non era facile trovarlo in Girgenti la Magnifica ! Il nostro amico Ciotta ci condusse in due camerette alle quali insolentemente si dava il nome di albergo: dopo una lunga conversazione, con l’oste prima, poi con la moglie, ci convincemmo che bene o male avremo trovato da mangiare, ma nient’affatto per dormire! Finalmente una terza osteria rispondeva alle due condizioni che reclamavamo, con somma meraviglia degli abitanti che non riuscivano a capacitarsi delle nostre esigenze. Ci affrettammo ad assicurarci la stanza, con i due miserabili lettucci che l’ammobbigliavano, e dopo averci ordinato il pranzo alle sei della sera, liberatici dalle pulci che si erano attaccate ai nostri pantaloni, ci mettemmo in cammino per visitare gli avanzi della città”.
Le condizioni degli ostelli agrigentini migliorarono un po’ però nei decenni successivi.
Ernest Renan alloggiò in un albergo intestato proprio a Gellia, dopo una intensa giornata ai templi, nel settembre del 1875: “Quella faticosa giornata ci aveva spossati e il cordiale banchetto che ci diedero gli Agrigentini sul campo stesso delle ruine non avea fatto che ispirarci il desiderio del riposo. Ricevemmo quindi con gioia la notizia che la ospitalità ci era preparata presso Gellia – scrive Renan – Gellia fu un ricco cittadino dell’antica Agrigento… Il suo nome è divenuto quello di un albergo in cui prendemmo dolcissimo riposo, dolce ma breve”.
Insieme al Gellia sono stati aperti a Girgenti tra la fine dell’Ottocento gli alberghi Belvedere, Grand Hotel des Temples, Albergo Centrale, Bella Napoli, Roma, Venezia, Empedocle.
Edward Morgan Forster alloggiò all’albergo Empedocle nel 1902, dove si trasferì presto dopo una pessima esperienza presso l’albergo Belvedere, trovato in brutte condizioni igieniche. Forster ha pubblicato il racconto “Albergo Empedocle” e da quelle pagine sappiamo che c’era allora a Girgenti un servizio di navetta gestito dagli albergatori, che mandavano il proprio omnibus a cavallo alla stazione per accogliere i turisti.
Il narratore riguardo alla pulizia dell’albergo Empedocle non usa mezza termini: 1’albergo è “dirty”, sporco. Neanche il cibo si salva: il lunch risulta infatti indigesto e il vino ha reso “pesanti” i componenti della piccola comitiva.
La stanza puzza di olio da lampada e muffa . Su una parete campeggia una stampa coloniale del martirio di Sant’ Agata che viene descritta come disgusting e ugly, cioè disgustosa e brutta”.
Migliori i ricordi di Luigi Vittorio Bertarelli, fondatore del Touring Club Ciclistico Italiano, ospite nel 1898 dell’albergo Belvedere: «Passai la serata sulla terrazza dell’albergo Belvedere, che domina tutto l’altipiano. Vidi il tramonto di fuoco, poi il crepuscolo violetto, poi si fece notte. Si accesero i lumi della città, laggiù cominciò a brillare il faro di Porto Empedocle e, sul mio capo, le stelle. I rumori si spensero a poco a poco intorno a me, tutto divenne buio nelle case dormenti. Allora la luna si alzò dal mare, rossa, grande e rapida, rallentò la sua ascesa e si fece piccola, bianca e fredda. Ai suoi raggi rividi, nella penombra, tutta Agrigento. Quella notte rimasi lungamente così, là, nell’estasi della muta contemplazione».
Douglas Sladen in visita ad Agrigento alla fine dell’Ottocento descrive i servizi per i turisti nella Girgenti di allora: «Autobus dagli alberghi portano alla stazione. L’albergo migliore nella città è il Belvedere il cui proprietario, Sig. Oreste De Angelis, è una persona tenuta in considerazione nella comunità, la persona migliore per un forestiero se si vuole assistenza o informazioni. La cucina è di prima categoria in questo albergo e la vista dal suo terrazzo superba. L’Hotel des Temples, l’albergo più costoso, è frequentato da americani e dagli inglesi più ricchi e si trova in buona posizione rispetto alla città ed i tempi. Tutti gli stranieri, eccetto i tedeschi vanno in uno di questi alberghi».
A quanto pare invece, piuttosto gradevole fu il soggiorno a Girgenti per Joannes Brahms e per il suo amico J.V.Widmann che riempì due pagine del registro degli ospiti dell’albergo Belvedere per lodare l’ospitalità ricevuta e vantare il colpo d’occhio che si gode dalle finestre dell’albergo e giustificandone il nome.
Concludiamo con una ricordo di Gabriel Faure del Grand Hotel des Temples: «L’albergo nuovo in piena campagna fra la città moderna e i templi permette delle lunghe sieste sotto il verde e i fiori delle sue terrazze. Il grano ondeggia alla brezza che viene dal largo, alberi di ciliegie, di prugne e mele alzano le loro corone verso il cielo azzurro come il mare» .
Certamente spettacoli come questi hanno ripagato i visitatori dei tanti disagi affrontati.
Elio Di Bella