• Menu
  • Skip to right header navigation
  • Passa al contenuto principale
  • Passa al piè di pagina

Before Header

Agrigento Ieri e Oggi

Header Right

  • Home
  • In 5 Minuti
  • Agrigento Racconta
  • Attualità
  • Storia Agrigento
  • Storia Comuni
  • Storia Sicilia
  • Storia Italiana
  • Storia Agrigento
  • Storia Comuni
  • Storia Sicilia
  • Storia Italiana

Header Right

  • Home
  • In 5 Minuti
  • Agrigento Racconta
  • Attualità
cattedrale di agrigento soffitto ligneo

Sui soffitti lignei decorati esistenti in Sicilia

30 Aprile 2017 //  by Elio Di Bella

Sui soffitti lignei decorati esistenti in Sicilia, poco è stato scritto.

Dal Sec. XII al Sec. XVI molti ne vennero costruiti, sia nelle Chiese che in palazzi signorili.

Senza dubbio, il più importante di questi soffitti è quello della Cappella Palatina di Palermo, costruito nel Sec. XII e che è stato oggetto di particolari studi: dai rilievi del Terzi (1) al primo modesto studio del Di Marzo (2), da quello più accurato del Lanza (3)  agli altri recenti, interessanti studi.

A tali studi rimando il lettore che volesse conoscere le vicende storico-artistiche di tale superbo soffitto ligneo piano.

Per ordine cronologico è da citare, adesso, il soffitto a capriate del Duomo Normanno di Cefalù, che il Lanza vorrebbe coevo alla costruzione — cioè tra il 1131 ed il 1148 — mentre il Toesca (4) l’assegna, in massima parte, ad epoca posteriore al 1263, data che si legge nel soffitto stesso, insieme ad altre date che vanno sino al 1665 e potremmo dire fino al 1905, anno in cui avvenne l’ultimo amorevole restauro costruttivo operato da Nicolò Rutelli che scrisse su di esso (5) e donò due archetipi al Museo Naz. di Palermo, oggi nel Museo Naz. d’Arte Medioevale e Moderna di Palazzo Abbatellis.

Il soffitto ligneo della Chiesa della Mangione di Palermo, forse coevo alla costruzione della Chiesa (1161) non offre particolare interesse dal punto di vista artistico.

Il Duomo Normanno di Palermo aveva anch’esso un soffitto ligneo. Di esso ci dà notizia il Mongitore (6) che scrive in proposito: “Sorreggono la soffitta del tetto 19 gran travi… son queste travi dipinte con gran fregi: in ogni testa di trave si ha per ornamento una mensola in cui sta dipinto un santo o una santa “.

Ma il vandalico deturpamento settecentesco del monumento non consente un accurato studio di tale soffitto chè i frammenti che rimangono lasciano intravedere interessante.

Allo stesso Arcivescovo Gualtiero (Walter of Mill) che fece costruire il Duomo di Palermo, si deve la Chiesa di Santo Spirito in Palermo (1178), passata alla storia col nome di “Chiesa del Vespro”.

In essa era un soffitto ligneo a capriate, dipingo del quale non esistono che due frammenti di trave che fanno parte dell’attuale modesto soffitto.

Anche il soffitto del Duomo di Monreale (distrutto da un incendio nel 1811) era coevo alla costruzione della Chiesa. Duello clic oggi si vede è una moderna ricostruzione.

Nel Duomo di Messina esisteva un soffitto ligneo a capriate del periodo svevo rifacimento fatto eseguire da Manfredi.

Ma anche questo soffitto è andato perduto e quello che oggi vediamo è una moderna ricostruzione.

Per fortuna, del soffitto svevo ci rimangono un rilievo del Morey (7) ed un interessante studio del Mauceri(8).

Il soffitto ligneo della Chiesa di San Francesco a Messina (oggi non esistente) era stato costruito con la Chiesa nel 1524.

Il precitato Mauceri ha scritto, sul soffitto ligneo del Duomo di Siracusa, del quale esistono solo dei frammenti, conservati nel Museo di Palazzo Bellomo.

Alla seconda metà del ’200 c da ascrivere senza dubbio — il soffitto dell’aula Capitolare del Monastero di S. Spirito in Agrigento, con stelle traforate nel legno, così come nei soffitti del Palazzo Chiaramonti di Palermo (fondo cassettoni) ed in quello del Duomo di Cefalù.

Interessante il soffitto del Duomo di Nicosia, della fine del Sec. XIV, del quale esiste un ottimo rilievo fallo dal tedesco Leopold e da lui pubblicato nella sua opera « Soffitti siciliani del Medioevo ». (9)

Esso mostra, non sedo la stessa forma piana lo stesso tipo di decorazione del grandioso soffitto dello Steri chiaramontano di Palermo che il Gabrici ed il Levi considerano il solo monumento Mudejar che possegga l’Italia appunto per tale soffitto con tanta competenza illustrato nella loro interessante opera che riguarda tale monumento della fine del ’300 ed alla quale rimando i lettori per maggior dettagli (10)

Qui interessa solo notare che con questa opera viene alla ribalta — come si dice in gergo teatrale — il nome di Agrigento. Manfredi I Chiaramonte che fece costruire lo « Steri » nel 1320 fu figlio di Federico e dell’agrigentina Donna Marchisia Prefoglio alla quale si deve la fondazione del Monastero di S. Spirito in Agrigento, vero gioiello architettonico della seconda metà del ’200. Lo stesso Manfredi ed i fratelli, nacquero   ad Agrigento, come dirò in altro lavoro riguardante il Monastero cltia- ranioi,tulio di Agrigento.

Niente meraviglia, quindi, che per la decorazione del grande salone dello «Steri» di Palermo fosse stato chiamato dal Chiaramonte un artista dell’agrigentino: « Mastru Chicu pinturi a Naro », come – si legge nelle travi decorale del grandioso,soffitto ligneo di Palermo insieme al nome di « Mastru Simuni pinturi  di Curigliuni” e la data:1377-1380.

Si vorrebbe, anzi, che Cecco da Naro sia stato scelto da Manfredi perchè aveva dato ottima prova nelle decorazioni (non più esistenti) de Castello chiaramontano di Naro.

A questo artista,  — come si legge in un manoscritto nella biblioteca Comunale di Naro — si vorrebbe « benvoluto dalla Regina Banca » sono attribuiti gli affreschi della Chiesa di S. Caterina in Naro, eseguiti — forse — in collaborazione dello stesso Simone da Corleone con il quale lavorò nello « Steri » di Palermo.

In tali affreschi, pero, sono meno chiari i caratteri dei due pittori del soffitto palermitano.

Più evidente, invece, è lo stile di Cecco da Naro in due degli, affreschi:  Madonna di Bonamorone   e S. Bartolomeo  esistenti nel Duomo di Agrigento (che sorge vicino all’antico « Steri » chiaramontano della Città) e recentemente strappati a cura, della Soprintendente della Sicilia alle Gallerie ed Opere d’Arte, con tanta competenza diretta dal Dottor Prof. Giorgio Vigni.

Ritornando soffitti, c’è da osservare che una pittura più evoluta – rispetto a quella dei soffitti dello Steri di Palermo e del Duomo di Nicosia – mostrano i soffitti delle chiesa di Sant’Agostino di Palermo e di Trapani e seguiti, forse, dagli stessi artisti.

I frammenti esistenti nelle travi che si vedono sotto la volta di epoca barocca della chiesa di Sant’Agostino di Palermo, studiati – con il soffitto di Trapani – con molta cura dal Lanza, inducono lo scrittore a ritenerli entrambi della prima metà del secolo.

Nello stesso secolo XV venne costruito il soffitto ligneo della chiesa di Santa Maria dei greci in Agrigento.

Del 1472 e la decorazione del soffitto di palazzo Vatticani di Palermo che richiama, nella decorazione a stemmi, quella del primo dei soffitti di palazzo Aiutamicristo di Palermo. Il secondo ci mostra, un’arte più raffinata nella decorazione floreale, così che ci fa supporre l’opera eseguita verso i primi del 1500, mentre il terzo soffitto – in cui si vede chiara l’influenza dell’arte barocca dei marmi mischi – e chiara opera della prima metà del 1600.

Nel 1500 il soffitto ligneo decorato comincia a subire una decadenza, come si vede nel soffitto del salone del castello la Grua a Carini ed in quello della chiesa madre di Castelvetrano, di ignoto autore, costruito nella seconda metà del secolo XVI.

Se soffitto dello Steri Chiaramonte di Palermo (non il soffitto del grande salone ma quello minore) si mantiene ad un livello artistico notevole, è, solo in virtù di Antonello Crescenzio che – con i suoi 12 discepoli– vi lavora.

In tale decadimento di arte, come uno spiraglio di vivida luce si presenta il grandioso soffitto a capriate, legate da catena, che ancora oggi si ammira nella cattedrale normanna di Agrigento e del quale – tranne il breve accenno, sia pure notevole degno della massima considerazione, fatto dal Lanzi, nessuno scrittore ha mai trattato.

Di Alessandro Giuliana Alaimo in Illustrazione Siciliana 1952

 

Categoria: Storia SiciliaTag: cattedrali della sicilia, sicilia, soffitto ligneo dipinto

Post precedente: «ricostruzione di un tempio dell'antica akragas Storia di Agrigento dalle Origini a Falaride nella Famosa Guida Mediterraneo Illustrato (1844)
Post successivo: Siculiana Ieri e Oggi »

Footer

Copyright

I contenuti presenti sul sito agrigentoierieoggi.it, dei quali il Prof. Elio di Bella è autore, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti perché appartenenti all’autore stesso. È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma. È vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001.

Privacy

Questo blog rispetta la normativa vigente in fatto di Privacy e Cookie . Tutta la docvumentazione e i modi di raccolta e sicurezza possono essere visionati nella nostra Privacy Policy

Privacy Policy     Cookie Policy

Copyright © 2023 Agrigento Ieri e Oggi · All Rights Reserved