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antonio senape

Storia di Girgenti Nell’Opera DELLA SICILIA NOBILE DI FRANCESCO MARIA EMANUELE E GAETANI Del 1754

12 Luglio 2017 //  by Elio Di Bella

antonio senape

G I R G E N TI

Città marittima fabbricata da Geloi 108 anni dopo la fondazione di Gela, e 193. dopo di Siracusa. Ebbe il nome di Agrigento, e al di presente si dice Girgenti dal fiume vicino Agracante, che è il fiume Drago di oggidì, secondo vuole il Fazello, o come più saggiamente riflette il P. Cimarelli, che sì al Fiume, come alla Città, fosse imposto il nome di Agragas per la fecondità del terreno, sendo che la parola greca Agragas composta di due dizioni quasi volesse dire Terra sommamente abbondante. Fu nei tempi antichi Città così grande, e piena  di numerosissimo popolo, che non ſolo tra le maggiori Città della Sicilia, ma della ltalia tutta si distingueva. Emula di Siracusa, teneva il circuito non meno di 10 miglia, fortificato da grossa muraglia, e fu così ricca, che il lusso de’  Cittadini passava per la Grecia in proverbio.

Fabbricavano, dicea loro Empedocle, come se giammai dovessero morire, e così da tutto il Mondo si rimiravano con sorprendimento, e stupore le magnificenze del medesimi ne’ Tempi, negli edifici, ne’ Teatri, negli ampi portici, ed il Tempio di Giove Olimpico non era inferiore a qualunque altro, che prima, o dopo si fosse veduto nella Grecia. Eressero gli Agrigentini a loro difunti sontuosi sepolcri fuori la Città secondo il costume de’ Greci; nobilissimo il sepolcro di Terone, che fu colpito da un fulmine, quando gli avelli tutti furono diroccati da Cartaginesi nel corso del lungo assedio, li quali per la violata religione provarono lo sdegno de’ loro Dei, che per renderli placati, immolarono umane vittime a Saturno, e di parecchi Sacerdoti sommersi in mare in onor di Nettuno. La nostra Storia nota a voti particolari i banchetti, regale degli

Agrigentini, ed il lusso negli ori, negli argenti, che da per tutto arricchivano i begli arredi; usavano vasi preziosi, vesti nobilissime, e lettiche di fino avorio. Pe’ Giuochi Olimpici addestravansi solo cavalli bianchi  ed in sì gran numero si avevano delle copiose razze, che vi tirarono 300bighe nell’ingresso di Exenoti ritornato vincitore nel corso dello Stadio. Gellia ricevè per ospiti in casa sua 500 Geloi, che passavano per Agrigento, ed ognuno di loro fu regalato di una ricca veste. Chi non sa il pranzo delle nozze della figlia di Antistene dato non solo a più congiunti di sangue, e di amicizia, ma a tutto il numeroso Popolo Agrigentino, avendo ad un tal fine preparate nelle piazze, e strade maggiori della Città sontuosissime mense ?

Era la origine della loro grandezza il commerzio, che tenevano con l’Africa, e con la vicina Cartagine, cui provvedevano di grano, vino, olio, e di ogni altro vivere necessario. In questa Città fiorì una volta l’antichissima Regia di Cocalo Re de Sicani, la quale poi diventò la Rocca degli Agrigentini, ed era fabbricata nella sommità del Monte Camico. Fallari fu il primo, che v’introdusse la tirannide, Terone ve la rimesse dopo il corso di un secolo, e mezzo, ed a questi successe il figlio Trasideo, il quale vinto da Siracusani, e condennato per mol te malvagità a morte, in Megara lasciò la vita, Correndo finalmente gli anni del Mondo 406. prima di Cristo venne ella sotto Imilcone espugnata da Cartaginesi, e messa a ferro, ed a fuoco, ed in maniera poi rovinata e da Soldati Galli sotto l’Imperio Romano, che appena rimase segno di essere stata qual fu; pur tuttavia gli ammirevoli avanzi han di già cominciato a comparire nel Mondo letterario a tempi nostri per opera dell’erudito P, D. Giuseppe Pancrazi Cherico Regolare Teatino Autore, che ha fatte illustri le antichità Siciliane nel primo Tomo stampato in Napoli .

Lontano poi meno di un miglio dell’antica Città fu fabbricata da Saraceni la nuova sopra di un colle, ch’è la presente Girgenti, ed i Principi, Normanni rimessero l’antica Chiesa, e il Vescovado, ch’è suffraganeo a Palermo. Num. F. 2844. An. I 1377. Il numero più esatto de quali si attende fra poco colla nuova numerazione da farsi.

La Cattedrale sotto titolo di S. Giorlando si serve da Canonici colle Dignità di Decano, e Ciantro. Vi sono tre Parrocchie la prima appellati di S. Croce, l’altra di S. Michele, e la terza di S. Pietro; vi sono nove Chiese, una Casa de’ PP. dell’Oratorio; dieci Conventi, de’ PP. Paolini, Carmelitani, della Mercè, Agostiniani, Domenicani, PP. del Terz’Ordine di S. Francesco, Minori Conventuali Riformati, Cappuccini, e Minori Riformati di San Francesco; e tre Monasteri di Donne, che si dicono il Grande, la Batiola, e S. Vincenzo.

Il Capitano governa la giustizia, e li Giurati reggono l’economico col trattamento di Spettabili, e pigliano il quinto luogo nel Braccio Demaniale,   il titolo della Città è di Magnifica, e la pubblica arma si mostra in un Castello sostenuto da tre Giganti.

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, girgenti

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