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palazzo della provincia
palazzo della provincia

Storia del Consiglio provinciale di Agrigento: strade, ferrovie ed economia (1875-1885)

20 Marzo 2017 //  by Elio Di Bella

palazzo della provincia a destra

Ricostruiamo attraverso l’intenso impegno di uno dei suoi più celebri rappresentanti, il poeta e garibaldino Gabriele Dara, l’inteso impegno del consiglio provinciale di Girgenti in un’epoca importante della sua storia, quando si fecero le scelte per la realizzazione della rete ferroviaria.

Gabriele Dara entra  nel Consiglio Provinciale di Girgenti – che allora come oggi aveva sede nell’ex-palazzo di Beneficenza, all’ingresso del centro storico agrigentino nel 1875, dopo una intensa esperienza amministrativa e di governo in qualità di Prefetto.

Siamo ad un anno  dall’avvento al potere della Sinistra in Italia, ma i gruppi di quest’area politica fin dal 1861 nella provincia di Girgenti esprimevano un numeroso e qualificato gruppo nel Consiglio provinciale.

 L’ex-garibaldino Dara sedette nei banchi della  Sinistra forte di un consenso elettorale di 132 voti, (1) raccolti nel mandamento di Palma di Montechiaro, centro agricolo a 30 chilometri da Girgenti.

Arrivava al Consiglio provinciale anche con ottime credenziali di avvocato, oltre che di  valente oratore e generoso combattente e uomo politico. Ma soprattutto vi entrava dopo una lunga esperienza nell’ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale. Dal 20 ottobre del 1867, infatti,  faceva parte di un ristretto comitato di esperti esterni al  Consiglio che coadiuvavano la Presidenza. Manterrà tale carica anche dopo la nomina consigliere provinciale sino al 13 agosto 1878 (2)

Considerati questi precedenti, non deve stupirci pertanto il fatto che sin dal suo insediamento in qualità di consigliere provinciale viene chiamato (spesso all’unanimità) a ricoprire cariche importanti, delicate e di grande responsabilità.   Ma occorrerà ricordare anche che prima di lui lo zio Nicolò aveva ricoperto la carica di Consigliere provinciale dal  1861, anno in cui il Consiglio si era insediato dopo l’Annessione al Regno d’Italia, sino al 27 ottobre 1867.  Nicolò Dara era stato eletto con voti 95 nel mandamento di Bivona e dal 12 settembre 1866 al  27 ottobre 1867 aveva anche ricoperto la  carica di vice-presidente del Consiglio provinciale. Considerando gli ottimi rapporti tra Gabriele Dara e suo zio c’è da ritenere che il nipote abbia seguito con attenzione l’attività politico-amministrativa dello zio e che quindi assai familiare gli doveva apparire quel consesso quando fece il suo primo ingresso nel palazzo della provincia nella seduta del 23 agosto 1875.

 In questa stessa seduta, dopo la nomina di Presidente nella persona del marchese Giuseppe Cafisi, il consiglio provinciale  elegge Gabriele Dara revisore dei Conti (3) e membro della commissione provinciale per la vendita dei beni ecclesiastici (4) e nella seduta successiva (del 24 agosto 1875)  lo chiama a far parte della Commissione incaricata di nominare i periti che  dovranno esaminare le quote fisse in caso di controversia fra l’Amministrazione provinciale e gli esercenti del macinato (5) e membro della importantissima Commissione del Bilancio (6). Ma in questa seduta ottiene una nomina assai più prestigiosa quella di  Deputato provinciale. Il consiglio nominava infatti al suo interno un organismo ristretto la Deputazione che aveva irrilevanti incarichi e per certi aspetti anche potere esecutivo. Il fatto che al suo primo mandato elettorale Dara venga eletto Deputato  dimostra quanto alta fosse la stima che il mondo politico agrigentino avesse nei suoi confronti. Manterrà questa carica sino al 1877.

 Nella seduta del 10 ottobre del 1876  viene scelto per l’incarico di segretario del nuovo Consiglio provinciale  (6), retto dal presidente Emanuele Cafisi. Ottiene inoltre la nomina a membro della Deputazione provinciale.

  Il Consiglio nominava infatti al suo interno un organismo ristretto, la Deputazione, che aveva  rilevanti incarichi e per certi aspetti anche potere esecutivo. Il fatto che al suo primo mandato elettorale Dara venga eletto Deputato dimostra quanto alta fosse la stima che il mondo politico agrigentino avesse nei suoi confronti. Manterrà questa carica sino al 1877.

 Nella stessa  seduta venne riconfermato nella commissione Bilancio.

   Occorrerà ricordare che le cariche istituzionali e quelle nelle commissioni venivano rinnovate all’inizio di ogni nuovo anno amministrativo.   Gli interventi in aula del consigliere  provinciale Gabriele Dara sono assai numerosi. Il Nostro è presente a quasi tutte le sedute negli anni in cui rimarrà in carica, e cioè nel decennio 1875-1885. Essi sono registrati negli Atti del Consiglio Provinciale di Girgenti, stampati ogni anno su deliberazione e a spese dello stesso Consiglio, presso la tipografia Montes (per il periodo che qui trattiamo). Abbiamo considerato quasi tutti gli interventi di Dara che gli Atti riportano, tralasciando solo quelli men che meno rilevanti.

Il primo intervento (seduta del 10 ottobre 1876) riguarda un credito che l’ingegnere Fiocca avanzava nei riguardi dell’Ente Provincia di Girgenti per alcuni lavori di geodetica che aveva eseguito. Dara in questa circostanza, in qualità di componente la  commissione Bilancio, dimostra l’inesistenza del mandato che l’amministrazione avrebbe affidato al Fiocca e il Consiglio gli da ampia ragione (7) . Nella stessa seduta venne discusso l’articolo relativo al regolamento per l’esercizio della caccia.

Una legge del 1870 stabiliva che la caccia in provincia di Girgenti era proibita dal 1 marzo al 15 agosto di ogni anno, meno per gli uccelli di passaggio e per gli uccelli ed animali di rapina, che invece era permessa per l’intero anno.

Dara, con sensibilità di ambientalista, propose di proibire anche la caccia degli uccelli di passaggio e degli uccelli ed animali di rapina durante il periodo 1 marzo -15 agosto, “ritenendo tale eccezione dannosa agl’interessi dell’agricoltura e della  pubblica igiene” (8). La proposta venne bocciata dal Consiglio con voti 28 contro 3.   Nella seduta dell’12 ottobre 1876 viene esaminata la vertenza tra Provincia e Comune di Girgenti circa il possesso e l’uso dei locali degli ex-conventi San Francesco e San Giuseppe, ubicati presso la centrale via Atenea, nel capoluogo. L’amministrazione provinciale aveva incamerato i suddetti locali dopo la sospensione dei conventi deliberata dal governo nazionale e aveva provveduto a con spese ingenti a ristrutturarli per istituirvi due Convitti maschili e femminili. Ma il Comune di Girgenti riteneva che la Provincia non aveva alcun titolo al possesso dei due locali, i quali dovevano essere incamerati semmai dall’amministrazione comunale.

 Alcuni  consiglieri provinciali erano d’accordo con la tesi del Comune di Girgenti e consideravano pertanto ogni atto della provincia in merito alla vicenda del tutto illegittimo. Altri invece proponevano di mantenere l’uso dei locali dei due ex-conventi  agrigentini e di concedere al Comune di Girgenti in cambio l’uso di un’altra casa religiosa quella di San Sebastiano (ubicata nella piazza del Municipio di Girgenti), anch’essa proprietà dell’Ente Provincia. Molti non condividevano quest’ultima proposta ritenendo che l’amministrazione doveva far valere integralmente tutti i suoi diritti sui conventi di San Francesco e San Giuseppe senza nulla cedere.   Dara prese la parola per proporre il seguente schema di deliberazione: “Il Consiglio –  riserbandosi ogni diritto sulla casa, … consente che, dietro domanda esplicita del Municipio resa legale, la sua Deputazione conceda temporaneamente l’uso della casa detta di San Sebastiano al medesimo Comune per ragioni di pubblica istruzione; e si  riserba l’amministrazione provinciale il diritto di ripigliare la detta casa ove ne avesse bisogno per la medesima ragione della pubblica istruzione ” (9).

Il Consiglio pur sottolineando l’equilibrata proposta del Dara, preferì  però rinviare la  questione in altra seduta.    Nei due locali in questione vennero mantenuti ancora a lungo a spese della Provincia il convitto maschile Principe Umberto (presso l’ex convento San Giuseppe) e quello femminile Principessa Maria (nell’ex convento San  Francesco). Quest’ultimo trasformato poi in Scuola normale femminile e finalmente, nel 1883, ceduto dalla Provincia al Comune di Girgenti dietro il pagamento di lire 15000 a titolo di recupero delle spese sostenute dall’amministrazione provinciale per la ristrutturazione e la manutenzione dei locali.

 Venne  esaminato nello stesso giorno il caso della strada che da Canicattì conduceva a Campobello di Licata. Essa era stata realizzata dall’amministrazione provinciale, ma un Regio decreto del 29  luglio 1875, n.2647, la trasformava invece in strada comunale, e con lo stesso decreto ” fu dichiarata invece provinciale la strada a costruirsi da Girgenti per Palma di Montechiaro a Licata”. Il vice presidente del consiglio provinciale, Salvatore  Gangitano, propose di considerare provinciale la strada Canicattì-Campobello di Licata fino a quando “non sarà completata ed aperta alla viabilità quella che da Girgenti deve condurre per palma di Montechiaro a Licata“. Il Presidente della Provincia,  Coffari ” manifestò di reputare che fosse il caso piuttosto di un concorso della Provincia per il maggiore attrito” (10).

Il segretario Gabriele Dara sostenne la proposta della Presidenza. Si decise infine che la questione sarebbe stata esaminata  dalla commissione del Bilancio “per tenerne conto nella discussione dell’articolo riguardante la manutenzione delle strade” (11).

 La commissione decise poi di proporre al Consiglio di sostenere con   proprie spese la manutenzione della strada Canicattì – Campobello di Licata, “fino a quando sarà aperta all’esercizio della viabilità quella di Girgenti-Palma-Licata” (12) Dara risulta assente nell’ultima seduta dell’anno amministrativo 1876.

 Alla ripresa dei lavori, il 20 febbraio 1877, il Nostro viene riconfermato alla commissione per il conferimento dei Banchi del Lotto (13) e nella successiva seduta, dopo la nomina del nuovo Presidente nella persona del marchese Cafisi, Dara viene rieletto segretario con voti 23 su 24 (14).   Nella  seduta del 10 ottobre 1877 viene discusso un importante ordine del giorno relativo alle spese da sostenere per la sicurezza pubblica, che sino ad allora gravavano sulle finanze dell’Ente Provincia. Dara propone di affidare ad un appaltatore privato, “purchè sia di solida garanzia”(15)  tale spese considerando che il Governo del Re non era fino ad allora assunto, come avrebbe dovuto fare, tale onere. Risulta presente nella seduta del giorno successivo, ma non viene segnalato alcun intervento.

Nella seduta del 12 ottobre presenta un ordine del giorno per ripristinare l’Istituto agrario. La proposta di Dara viene apprezzata e approvata all’unanimità. Il Consiglio incarica inoltre Dara di rivolgere un voto al Governo centrale perchè istituisca a Girgenti la seconda sezione del Tribunale civile (16). Nella stesa seduta Gabriele Dara propone al Consiglio di realizzare un consorzio che veda impegnati insieme l’amministrazione provinciale e alcuni Comuni dell’agrigentino interessati per la manutenzione di alcune strade che la Provincia stessa aveva ceduto negli anni passati alle amministrazioni comunali (17). A tal proposito presenta un ordine del giorno in cui si vuole che l’Ente Provincia concorra per un terzo all’intera spesa e appresti l’opera del proprio ufficio tecnico. Tale ordine del giorno viene approvato all’unanimità (18).

Dara è presente nell’ultima seduta del 1877, svoltasi il giorno 12 ottobre, ma agli atti non risulta alcun intervento.   Alla ripresa dei lavori del Consiglio, avvenuta in data 14 agosto 1878, viene confermato presidente del Consiglio provinciale il marchese Cafisi, mentre a Dara per un solo voto sfugge la riconferma alla carica di segretario, al suo posto viene nominato il barone Girolamo Coffari, che  ottiene 18 voti (contro i 17 di Dara).

Nella seduta successiva il Nostro viene eletto componente la giunta per la revisione e definizione della lista dei giurati (19) e nello stesso giorno presenta uno schema di deliberazione per far voto al  Governo centrale affinchè intervenga tempestivamente per la realizzazione di una strada da Castelvetrano a Montallegro. Lo schema viene approvato all’unanimità. Subito dopo presenta inoltre una proposta con cui il Consiglio chiede allo stesso Governo di considerare strada di prima categoria la costruenda ferrovia Siracusa–Licata, che nei progetti del Governo è invece qualificata come strada di quarta categoria (20).

­Nella seduta del 15 agosto 1878, Dara interviene ancora su un problema di viabilità. Propone infatti che” i tratti di strada dalle Caldare a Canicattì e da Canicattì a Licata passino alla manutenzione della Provincia finchè per il primo non sarà aperta al transito la ferrovia dalle Caldare a Canicattì, e pel secondo finchè non saranno aperte al transito la ferrovia Canicattì-Licata e la provinciale da palma a Canicattì” (21).

Dara è presente alla seduta del 14 ottobre del 1878, che viene subito sospesa per mancanza del numero legale. Nella seduta del giorno dopo, viene nominato membro di una commissione che deve esaminare una vertenza tra la Provincia e l’Esattore di Naro, Alessandro Specchi, il quale è accusato di non aver versato in tempo alcune somme che doveva all’amministrazione provinciale e relative al suo incarico. Nella stessa seduta Dara fa un’ampia esposizione “dei motivi che consiglierebbero il passaggio temporaneo delle competenze passive dei Comuni alla Provincia della spesa pella manutenzione delle strade da Caldare ad Aquilata e da Canicattì a Licata finchè non saranno costruite la ferrovia Caldare- Canicattì e la via rotabile da Palma a Licata” (22).

Il Nostro risulta presente nelle due sedute, antimeridiana e pomeridiana, del 16 ottobre 1878, ma non si segnalano suoi interventi. Nella seduta del giorno seguente viene nominato membro di una commissione che ha l’incarico di “emettere un parere sulle divergenze che potrebbero sorgere tra i Comuni di Casteltermini e Cammarata”, relativamente a questioni di confine.

Risulta presente anche nelle sedute del 17 e 18 ottobre 1878 e nella seduta pomeridiana del 18 Dara interviene per “provare l’obbligo della Provincia ad assumere il mantenimento dei tronchi di strada dalle Caldare ad Aquilata e da Canicattì a Licata, aggiungendo che con ciò non pretende che sia mutata la classificazione delle dette strade, ma che pur rimanendo comunali, la manutenzione di essa passi a peso della Provincia finchè non saranno aperti al transito la ferrovia Caldare-Canicattì e la via rotabile provinciale Palma-Licata”. Ma su tale questione il Prefetto di Girgenti dichiara che ” la Provincia non può assumere la spesa della manutenzione di una strada comunale, finchè questa non sia per Regio Decreto classificata fra le provinciali, dappoichè risultando dal Bilancio un disavanzo, non è permesso gravare questo con altre passività facoltative.

Il signor Dara ha ritiratola la sua proposta, modificandola col seguente ordine del giorno che presenta:  “Il Consiglio prega il Governo di sussidiare i Comuni interessati nella manutenzione delle strade rotabili Caldare-Aquilate-Canicatti-Licata finchè dura la interruzione della ferrovia Caldare-Canicattì”.(23)   L’ordine del giorno di Dara viene adottato all’unanimità.

Dara, che è presente nelle due sedute svoltesi il 19 ottobre 1878 (ma non appaiono agli Atti suoi interventi), interviene nella seduta del 20 ottobre 1878 in merito alla proposta dei signori Salvatore Xerri e del professore Divizia (non risulta agli Atti il nome di battesimo) i quali intendono ottenere dei sussidi dall’amministrazione provinciale per l’impianto di due Convitti. Ma “il relatore del Bilancio ha dichiarato non poter essere favorevole non solo per le critiche condizioni finanziarie in cui versa l’Amministrazione,

ma benanca perchè l’esperienza dei disciolti Convitti non incoraggia punto a concorrere pel ripristinamento di stabilimenti di simile natura. D’altronde ha osservato che un Convitto può sorgere e mantenersi per esclusiva iniziativa privata senza il concorso delle pubbliche amministrazioni, come in molte altre città avviene.

Il signor Dara ha consentito che le condizioni finanziarie non permettono di affrontare questa spesa, però ha opinato che le domande non dovrebbero essere puramente e semplicemente respinte, perchè sarebbe lo stesso che negare il principio dell’utilità della istituzione di un Convitto. Propone quindi che lo esame di queste domande sia rimandato all’anno venturo. A ciò si è opposto il Relatore signor Coffari ritenendo  che così verrebbe il Consiglio ad assumere un impegno morale che dovrebbe evitarsi; e presenta il seguente ordine del giorno:  “Viste le ristrettezze del Bilancio in discussione non trova luogo a deliberare sulle domane Xerri e Divizia”. Messo ai voti è stato a maggioranza adottato” (24).

Dara è presente alle sedute dei giorni 20 e 21 ottobre 1878 e nella seduta del 22 ottobre propone al Consiglio di esprimersi favorevolmente sull’aggregazione dei feudi Nalbone e Valdilupo al territorio di palma di Montechiaro. Un altro consigliere, il marchese Cafisi ha invece insistito perchè questi due feudi venissero ammessi al territorio di Favara, ” cui sostiene di dover spettare per ragioni di proprietà e di coltivazione”. Viene approvata la proposta di Dara con voti 19 su 25.

   Il Nostro è presente alla seduta pomeridiana del 22 ottobre 1878 e alle due sedute (antimeridiana e pomeridiana) del giorno seguente.

   Il 4 novembre 1878 il Consiglio si riunisce per esaminare in particolare la proposta di affidare alla ditta dell’Ingegnere Francesco Amaclerio da Napoli la costruzione, esercizio e manutenzione  di tramways con trazione a vapore nella strada di Porto Empedocle per Siculiana, Montallegro, Ribera, Sciacca e Menfi con diramazione per Cattolica e Cianciana. La deputazione provinciale è contraria perchè ritiene che gli oneri che dovrebbe sopportare la Provincia sono notevoli, considerando soprattutto le ristrettezze finanziarie dell’Ente (25).  Dara “convenendo  su’ giusti motivi che determinarono la Deputazione provinciale a rifiutare l’offerta, d’altra parte riconoscendo la utilità di questo nuovo mezzo di locomozione, disse che potrebbe ritornarsi sullo stesso argomento quante volte l’offerente presentasse un progetto ben dettagliato, corredato dagli opportuni studi e con  sufficienti garenzie per l’adempimento degli obblighi che dovrà assumere” (26)

Presenta pertanto il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio provinciale inteso il rapporto  della Deputazione provinciale ne prende atto e lo adotta. Però dà facoltà alla deputazione provinciale, ove in seguito si presentasse altra istanza attendibile di prenderla in esame, e di riferirne al Consiglio nella prossima sua convocazione ordinaria; e ciò senza il menomo onere della Provincia” (27).

 Con la ripresa dell’attività politico-amministrativa per l’anno 1879 viene eletto il nuovo presidente, il commendator Salvatore Gangitano (seduta dell’11 agosto 1879) e Dara ( presente alla seduta del  giorno 11 agosto 1879 ed assente a quelle del 13 e 14 agosto 1879) nella riunione del 15 agosto 1879 interviene nella discussione sulla  variante proposta dal Municipio di Menfi al progetto di costruzione della strada di prima serie Trapani-Montallegro.

 Sulla questione viene presentato da 12 consiglieri il seguente ordine del giorno:   “Il Consiglio:  considerando che la maggiore spesa della variante Menfi-Belice segnata nella pianta a color bleu in confronto all’altra di color carminio nella strada di prima serie Trapani-Montallegro, proviene perchè il Governo di quest’ultimo tronco si servirebbe di circa quattro chilometri di strada provinciale costruita; considerando che le attuali ristrettezze delle finanze provinciali non offrono margine a votare l’intera spesa occorrente tranne il quarto a cui sarebbe tenuta per legge;  ­invita la deputazione provinciale a riferire al Real Governo le più vive istanze onde le aspirazioni della Provincia, e particolarmente del Comune di Menfi fossero esaudite. “Il signor Dara osservò non sembrargli giusto presentare un ordine del giorno sottoscritto dalla maggioranza del Consiglio. Questo sistema non ha riscontro in tutte le altre le altre assemblee, e ne anco in Parlamento. I  signori Cacioppo e Imbornone risposero che la presentazione di un ordine del giorno firmato pure dalle maggioranze non impedisce che possa discutersi sulla convenienza o meno di accettarlo, e che si possano dire delle ragioni tali da convincere i firmatari a desistere dalla loro proposta.

Il signor Friscia non ostante che sia uno di coloro che sottoscrissero dichiarò adattarsi all’osservazione del Dara. Dopo repliche dall’una e dall’altra parte e le proposte del signor Dara, il signor barone di Cannitello a nome della commissione di Bilancio, propose, senza tenere conto dell’ordine del giorno sopra indicato, di ripetere al Consiglio la deliberazione emessa nella seduta del 12 ottobre 1877, colla quale determinò di appoggiare con suo semplice voto al Governo la variante proposta dal Comune di Menfi.

Il signor Dara dichiarò che voterebbe tale proposta, quante volte la Commissione intenda come escluso il maggiore onere che pretendesi dal Governo a carico della Provincia.

E poichè fu acclarato che nulla accenna a tale maggior onere, essendosi anche tenute presenti le ristrettezze finanziarie della Provincia.

Il Consiglio ad unanimità di voti fece adesione alla proposta della Commissione presentata dal barone di Cannitello. (28) Cinque giorni dopo (seduta del 20 agosto 1879) il Consiglio affrontò i provvedimenti per la nuova linea ferroviaria in dipendenza della Legge 29 luglio 1879. Vengono esaminate varie proposte intorno alla costruzione di una linea ferrata Castelvetrano- Porto Empedocle. Ma veniva anche avanzata la possibilità di estendere tale linea in modo da prolungarla sino a Canicattì attraversando i Comuni di Favara e Naro, congiungendosi a Canicattì con la linea per Licata e Siracusa.    Ma altri consiglieri erano dell’avviso di realizzare una variante nella zona ad est della Provincia portando la linea di Castelvetrano per Menfi, Sciacca, Ribera, Cattolica, Raffadali, Aragona, Caldare ritenuta più breve e di maggiore convenienza commerciale.

“Il signor Dara si fece a sostenere la proposta della Deputazione per la linea sino a Porto Empedocle, senza lasciare fuori Siculiana e Realmonte; ed a propugnare la convenienza dice portare la strada per Favara, Naro, Camastra e Palma, che hanno la stessa percorrenza e offrono il vantaggio di essere fornite di strade a ruota” (29)

Si decise di nominare una commissione a cui venne dato il compito di studiare la pratica ed elaborare altre proposte. Il Presidente della Provincia nominò tra gli altri Gabriele Dara membro effettivo di tale commissione. Allo stesso organismo venne anche affidato il compito di esaminare la proposta relativa alla costruzione di una linea di tramway a vapore per Palermo, Misilmeri, Corleone, Chiusa e Sciacca.

 Nella stessa seduta Dara venne chiamato a far parte della commissione che si sarebbe occupata di preparare un voto al Governo per ribassare la tariffa per il trasporto degli zolfi in Sicilia. Egli interviene inoltre per sollecitare il Consiglio ad occuparsi del “bonificamento del lago di Montallegro” (30).Il Consiglio decise di mandare sul luogo un Ingegnere per prendere visione della situazione e presentare un progetto per il prosciugamenti del lago autorizzando la spesa necessaria ,”da non eccedere le lire 500″. Il Dara mostrava così di essere semplice ad uno dei problemi più urgenti sotto il profilo sanitario nella provincia di Girgenti, quello della diffusione della malaria in alcune zone quali appunto quella di Montallegro e quella del lago Gorgo. Il Consiglio tornerà ad occuparsi della vicenda solo nella seduta del 29 dicembre 1883, quando ormai si contavano a centinaia i morti a causa della malaria.

Nella seduta del 21 ottobre 1879 la Commissione scelta nella seduta precedente per riferire sull’articolo 4 dell’ordine del giorno relativo al voto da presentare al Governo per la riduzione della tariffa per il trasporto degli zolfi in Sicilia espone le sue conclusioni. E’ Dara ad avere il compito di svolgere

la relazione che si conclude con il seguente schema di deliberazione: “Il Consiglio delibera che si faccia voto al Governo del re affinchè la tariffa ferroviaria sul trasporto degli zolfi nella rete siciliana sia ridotta a più eque condizioni, ma non mai che la riduzione la faccia discendere al di sotto di centesimi 8 per tonnellata e per chilometro; e da mandato alla sua Deputazione per le pratiche conseguenti” (31)

Messo ai voti, lo schema venne approvato ad unanimità. Seguì  successivamente la discussione sui provvedimenti da emettere per la realizzazione di una nuova ferrovia in ottemperanza alla legge 29 luglio 1879. Dara presenta il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio – Ritenuto indispensabile al completamento della rete ferroviaria sicula la costruzione a sistema ridotto di una ferrovia economica da Castelvetrano per Sciacca, Ribera, Cattolica, Montallegro, Siculiana, Realmonte a Porto Empedocle; e da Porto Empedocle per Favara, Camastra, Palma e Naro a  Canicattì; e da Canicattì a Licata, per mettere in comunicazione diretta il circondario di Sciacca col capo provincia Girgenti, e colla grande linea littoranea Siracusa-Licata.

Delibera – Che si faccia voto al Governo del re perchè comprenda nelle ferrovie secondarie da costruirsi, giusta lo articolo 10 della legge 29 luglio 1879, la linea suddetta da Castelvetrano a Licata toccando i punti obbligati indicati di sopra , e dichiarando che la costruzione debbe avere luogo co’ sistemi economici e sulle strade ordinarie esistenti ed in corso di esecuzione. La quoto di concorso a carico della Provincia nella misura stabilita dall’art.11 della suddetta Legge sarà iscritta nel Bilancio del 1880, ed in quella dei venturi esercizi. “Delega perciò alla deputazione la facoltà:  Di fare la domanda al Governo del re nel senso dell’art.10 della Legge 29 luglio 1879 per una ferrovia di quarta serie pei punti obbligatori di sopra indicati, eseguendo tutte le prescrizioni in detto articolo stabilite;  Di poter fare anche la domanda per la concessione nel senso dell’art, 18 della medesima Legge, qualora si abbia l’offerta di una Società idonea che possa sostituirsi alla Provincia, in modo che questa venga a subire un onere minore di quanto importi il concorso diretto stabilito dall’art.11 della ripetuta Legge. Epperò le da anche mandato e facoltà di accettare delle offerte  previe le debite pubblicazioni, e conchiudere delle convenzioni nel senso sopra espresso, da divenire però obbligatorie per la Provincia e soltanto dopo l’approvazione del Consiglio.

“Delibera nel tempo istesso che si faccia istanza al Governo del Re, perchè sia costruita un’altra linea a sistema ridotto sulla strada ordinaria da Sciacca a Chiusa, e da Chiusa per Burgio e Bivona a Girgenti, assumendo tutti gli oneri, ed accordando alla Deputazione provinciale tutte le facoltà espresse di sopra relative alla linea da Castelvetrano a Licata   ;Autorizza la Deputazione stessa alle spese occorrenti”

(32) Venne messa ai voti la seconda parte dell’ordine del giorno di Dara “che riguarda la parte di esecuzione e gl’incumbenti da compiersi dalla Deputazione provinciale” (quella cioè dal punto 1 alla conclusione), che viene approvata all’unanimità (33).

 Nell’ultima seduta del 1879, che è anche l’ultima del suo primo mandato elettorale, Dara presenta insieme al consigliere Mirabile la seguente proposta: “Il Consiglio prende in considerazione il voto del Consiglio comunale di Palma di Montechiaro pel completamento della strada provinciale da Girgenti per Palma e Licata, e conferma la sua precedente deliberazione colla quale fu stabilito un fondo di lire 29.000 annue, dal 1881 in pio, salvo a provvedere altrimenti quando vi saranno mezzi disponibili” (34)

Il Consiglio votando per alzata e seduta ha adottato la proposta all’unanimità.

Nel 1880 Dara viene rieletto dagli elettori del mandamento di Palma di Montechiaro Consigliere Provinciale con voti 295. Torna quindi a riprendere il suo posto nella sala del Consiglio provinciale il 9 agosto 1880, prima seduta dell’anno amministrativo 1880. Viene eletto presidente del nuovo consiglio Salvatore Gangitano. Dara viene nominato membro supplente del Consiglio di leva e della Giunta per la revisione e definizione della lista dei Giurati. Diviene ancora una volta componente la Commissione per il conferimento dei banchi del lotto (35)  WTXT   ð Nella seduta seguente, del 10 agosto 1880, su proposta del consigliere Consiglio ” si discusse di far voto al R. Governo perchè acceleri le operazioni necessarie, onde attuarsi al più presto la legge sulle circoscrizioni territoriali” (35)

Dara e il consigliere Mendola proposero sulla questione il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio- interprete del vivo desiderio delle popolazioni che rappresenta, della cui giustizia si penetrarono il Real Governo ed il Parlamento allorchè con apposita legge venne prescritta la nuova circoscrizione territoriale dei comuni; Delibera far voto al Real Governo affinchè acceleri e spinga il compimento dei lavori presso le Commissioni, onde abbia effetto la nuova circoscrizione territoriale, sulla quale emise il suo voto con varie deliberazioni prese nell’adunanza del 1878” (36)

L’ordine del giorno fu approvato con 24 voti favorevoli e 2 contrari.     Durante i lavori del Consiglio, in quella stesa seduta, venne invitata la Commissione scelta a riferire sui provvedimenti per le ferrovie economiche.   “Il relatore signor Dara espose al Consiglio che, dopo gli studi di massima forniti in ristrettissimo termine dall’Ufficio tecnico provinciale, il Consiglio superiore dei lavori pubblici richiese i progetti diffinitivi, e prescrisse talune modificazioni e le norme da osservarsi, che si riferiscono alla larghezza delle strade, alle precauzioni da adottarsi per la separazione della linea della ferrovia con le strade ordinarie, alle pendenze, ai raggi delle curve e al passaggio delle strade interne dei Comuni.

  Indi parlò dei fondi che si richieggono per la compilazione dei detti studi, e propose di prefiggere le linee che dovrebbero essere studiate a misura che saranno approvate dal Governo, e quindi di limitare per ora gli studi alla linea Castelvetrano – Porto Empedocle, perchè dal Governo è stata la sola compresa nella quarta categoria e di ordinare gli studi medesimi successivamente per ogni 20 chilometri” (37)

Dara risulta presenta nelle ultime due sedute estive del 1880, quelle dell’11 e del 12 e in quest’ultima ripropone ancora una volta  il problema delle ferrovie economiche presentando il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio ordina la esecuzione degli studi diffinitivi per la ferrovia economica ammessa nel Bilancio dello Stato pel presente esercizio sotto la designazione Castelvetrano-Porto Empedocle (tronco Porto Empedocle- Sciacca) a sezione ridotta coi prolungamenti per Canicattì e per Licata, e ne autorizzò la spesa nei limiti e secondo le norme categoricamente indicate nella relativa proposta dell’Ufficio Tecnico provinciale “(38).

La proposta viene approvata all’unanimità.

Dara nella stessa seduta presentava, inoltre, insieme al consigliere Basile il seguente ordine del giorno: “Ritenuto che la strada da Palma di Montechiaro a Licata è di natura provinciale; che detta strada è di molto interesse al commercio e all’agricoltura- Che il Consiglio deliberò di stanziare nel suo Bilancio dal 1881 in poi la somma di lire 29000- Che detta somma è troppo tenue per provvedere alla costruzione di detta strada;

I sottoscritti Consiglieri propongono che il Consiglio provveda all’impinguamento di detto fondo, autorizzando la deputazione provinciale a trattare l’appalto con quelle condizioni che potrà ritenere migliori e col pagamento dei lavori a lunghe scadenze” (39).

Il Consiglio decise di passare la proposta alla Commissione del Bilancio per essere discussa in una successiva seduta.

Dara risulta presente alle otto sedute che si svolgono dall’ 8 novembre 1880 al 3 gennaio 1881, ma agli Atti non risulta alcun suo intervento (40).

Nella seduta del 2 febbraio 1881 uno degli argomenti più delicati riguardava la spesa di lire 120.000

sostenuta dall’amministrazione provinciale per organizzare la visita dei Reali Sovrani Umberto I e Margherita di Savoia avvenuta a Girgenti nel gennaio del 1881, in occasione della quale venne tra l’altro inaugurato il Teatro Regina Margherita.

Alcuni consiglieri consideravano la spesa eccessiva. Durante il dibattito Dara propose il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio- udito il rapporto della Deputazione provinciale- approva la  spesa di lire 120.000 incontrata per ospitare degnamente le Loro Maestà, ed i provvedimenti proposti per ripianare il corrispondente vuoto di Cassa- Esprimendo nel tempo stesso la sua piena soddisfazione verso la Deputazione provinciale e l’illustre Capo della Provincia per aver saputo in quella fausta ricorrenza farsi sinceri interpreti dei voti del Consiglio e del decoro della Provincia” (41).

Il Nostro è presente nelle ultime sedute (del 2 e 3 febbraio) dell’anno amministrativo 1881.WTXT   0Nel 1882 viene riconfermato presidente della Provincia Salvatore Gangitano e Dara ottiene la nomina di membro supplente della Commissione per la requisizione dei quadrupedi per l’esercito e membro titolare della Commissione per il conferimento dei Banchi del lotto e del Consiglio scolastico provinciale.

Partecipa alle successive sedute del 23, 24, 25, 26 e 27 ottobre 1881 e interviene a quella del 30 gennaio 1882 in merito all’ordine del giorno prefettizio che aveva a tema la ferrovia Castelvetrano- Sciacca – Porto Empedocle e suoi prolungamenti. Su questa vicenda presenta il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio, nel prendere atto della comunicazione del Governo contenuta nella onorevole nota del giorno 21 del corrente mese ed anno, volge un voto di ringraziamento a S.E. il signor Ministro dei Lavori Pubblici per aver assunto direttamente l’impegno di far eseguire gli studi della ferrovia da Castelvetrano  per Sciacca a Porto Empedocle co’ suoi prolungamenti; nel sapiente intento di comporre le divergenze insorte e conciliare gli interessi di tutti.

  All’uopo incarica la deputazione provinciale a trasmettere al prelodato Signor Ministro tutte le deliberazioni emesse su tale obietto da questo consesso, e da’ Comuni della nostra provincia, per essere tenute presenti all’effetto di questo supremo scopo conciliativo.  Aderendo poi all’invito fatto nella seconda parte della prelodata nota ministeriale, conferma la propria deliberazione del 1 dicembre 1879 in ordine alla suddetta linea, ed incarica la Deputazione provinciale a proporre nei venturi esercizi lo stanziamento in bilancio delle lire 129,300,80 allora votate, e ciò per un ventennio, autorizzandola anche per l’esercizio in corso a provvedere colle economie eventuali, e con ogni altro mezzo che sarà riconosciuto necessario, ed a fare le domande ai termini degli articoli 10 e 15 della Legge, e tut’altro che possa occorrere” (42).

L’ordine del giorno venne approvato con 27 voti favorevoli e 3 contrari.

Dara risulta presente nelle sedute successive del 31 gennaio, 21 marzo e 4 aprile 1882 e interviene  durante la seduta del 24 aprile 1882  quando va in discussione l’ordine del giorno sui Consorzi di diversi Comuni (legge del 2 aprile 1882, n.674).

“Il Commissario del Governo dimostra i vantaggi de’ consorzi in rapporto a’ contribuenti, spiega i principi, cui è informata la Legge 2 aprile 1882 e le agevolezze che potranno derivarne, tanto per la diminuzione dell’aggio che sinora è stato più oneroso nelle piccole Esattorie, quanto ancora per la facilità che potranno avere i contribuenti a pagare le tasse nei propri comuni per mezzo di Collettori, che i Consorzi stessi potranno determinare – Conchiude col sostenere che, con la riunione di piccoli centri, si otterrebbe un

vantaggio reale, costituendosi enti collettivi raccomandati da’ principi della scienza e del diritto.

Il Signor Dara osserva di essere effimero e dannoso il supposto vantaggio, perchè i maggiori danni che risentono i contribuenti derivano dalle spese di esecuzione, sulla cui tariffa calcolano gli Esattori; e che le piccole Esattorie più facilmente usano mitigazioni e riguardi- Rileva su’ principi delle scienze che si combattono due scuole, una che per tutte le esigenze della vita sociale esige la riunione delle singole forze, e l’altra che propugna il principio di autonomia, affinchè le forze locali si amministrino da se stesse; ed egli dichiara di propendere per quest’ultima” (43).

Conclusosi l’anno amministrativo 1882 con la seduta del 17 luglio 1882 (nella quale Dara è presente), nella prima seduta del nuovo anno (quella del 14 agosto 1882) Salvatore Gangitano viene eletto ancora una volta Presidente della Provincia e Dara viene eletto, per la seconda volta, Deputato. Nella stessa seduta

ottiene inoltre la nomina a  membro supplente della giunta incaricata per la revisione e definizione della lista dei Giurati. Il due febbraio 1883 si discute l’ordine del giorno sull’applicazione della legge sulla distruzione della fillossera e “il signor Dara, nel combattere il processo distruttivo sinora adoperato, per non aver dato buoni risultati, ha dichiarato preferibile il metodo curativo, e quindi ha presentato il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio, considerando che il processo distruttivo sinora adoperato tanto nelle Regioni continentali d’Italia che in Sicilia, stando anche agli elementi raccolti dalla commissione governativa, non ha dato risultati certi sulla efficacia effettiva di tale sistema, il quale si è infranto di fronte alle difficoltà pratiche, che sorgono nell’atto della sua applicazione. Considerando, invece, che il metodo curativo d’altronde preferito da’ più grandi Stati viniferi d’Europa, come la Francia, l’Austria, la Spagna ed il Portogallo si presenta teoricamente più ragionevole, e praticamente non lesivo di dritti della proprietà privata e degli interessi dello Stato e delle Provincie già tanto immiserite che non potrebbero affatto sopportare i nuovi oneri richiesti dal processo distruttivo.

    Fa voto al Parlamento e al Governo, perchè, eliminato il sistema distruttivo della fillossera, sia invece adottato il curativo libero, concedendo a’ proprietari dei vigneti invasi, a che l’usino, quel concorso alla spesa che ad ogni caso il Governo crederà conveniente.(44)

Successivamente venne presentato l’ordine del giorno del signor Cafisi che proponeva, oltre a quanto detto dal Dara, anche un intervento dell’amministrazione provinciale che favorisse nelle campagne agrigentine l’introduzione e la diffusione dei vitigni americani, rivelatisi più resistenti degli altri alla diffusione della fillossera, come la vitis Estivalis e la vitis Viparia. Chiedeva inoltre di concedere agli agricoltori anche “convenienti premi d’incoraggiamento” (45).

 Dara subito dopo questo decide di ritirare il proprio ordine del giorno e di aderire a quello del Cafisi, che viene approvato all’unanimità.    Con la seduta del 1883 inizia un nuovo anno amministrativo. Salvatore

Gangitano viene rieletto Presidente e Dara lascia l’incarico di Deputato, avendo concluso il periodo, e viene eletto membro del Consiglio di leva per il circondario di Girgenti e membro supplente della Giunta per la revisione della lista dei Giurati.

Inoltre viene riconfermato alla Commissione per il conferimento dei banchi di Lotto.    Partecipa a tutte le sedute dell’anno amministrativo 1883 (quelle cioè del 27, 28 agosto e del 25 dicembre), ma agli Atti non risultano suoi interventi.

L’anno amministrativo 1884 vede ancora una volta Salvatore Gangitano presidente. Dara entra di nuovo nel consiglio scolastico provinciale e viene inoltre eletto membro supplente del Consiglio di leva. Partecipa alle sedute del 12 agosto e del 12 ottobre 1884 ma non interviene.    L’ultimo intervento di Dara, con cui il nostro conclude la sua brillante esperienza di Consigliere provinciale, è tra i più significativi.

Nella seduta del 13 ottobre 1884 il Consiglio provinciale   discute  il  progetto del Bilancio provinciale 1885. “Il signor Filì, presidente della Commissione del Bilancio, da lettura della relazione. Il Commissario del Governo dichiara , a nome della deputazione, ch’essa fa sue tutte l’economie che la commissione del Bilancio nei suoi studi ha creduto doversi adottare.

 Il signor Dara dice di fare una dichiarazione intorno al Bilancio che parte da un assurdo, e va a terminare in un altro assurdo. A meglio spiegarsi, dichiara approvare pienamente le maggiori spese proposte dalla deputazione, che riconosce obbligatorie e necessarie, e inevitabili; per cui voterà ammettendole. Che però la di lui coscienza ripugna dal mezzo, che si propone per ricolmare il disavanzo con l’aumento della sovrimposta, che supera il reddito delle proprietà che ne sono gravate. Se da un lato le leggi scritte ci obbligano alle maggiori spese, dall’altro un’altra legge anteriore e più santa c’impone di non chiedere alla terra ed ai contribuenti più di quanto possiamo dare. Quindi conchiude che non sarà incolpato di contraddizione se pur votando le maggiori spese non voterà l’aumento della sovrimposta; e perciò diceva che partiva da un assurdo e terminava in un altro assurdo”. (46)

Pertanto Dara propose il seguente ordine del giorno:   E “Ritenuto che la sovrimposta sulla contribuzione fondiaria ha di gran lunga sorpassato i limiti prefissi dalle leggi, raggiungendo proporzioni insopportabili dai contribuenti, che ad ogni minimo aumento sarebbero costretti ad abbandonare le loro proprietà, come per simili cause avvenne nei tempi peggiori dell’impero romano;     Ritenuto che qualunque altro mezzo, per quanto men lodevole, sarebbe pur sempre meno disastroso dell’aumento della sovrimposta fondiaria;     Il Consiglio delibera: respinge ogni ulteriore aumento nella sovrimposta. oltre gli estremi limiti consentiti nel Bilancio dello scorso esercizio 1884; ed invita la Deputazione provinciale a proporre anche in corso di sessione qualunque altro espediente, per colmare il disavanzo, ponendo ad esso di fronte i residui attivi, le economie, e ricadenze degli esercizi passati, e ove tutto ciò non basti, con un mutuo, per trattare il quale si da facoltà salva l’approvazione del Consiglio” (47)

Dopo animata discussione, il consigliere De Luca, parlando a nome della Deputazione, dichiara di non accettare    l’ordine del giorno di Dara perchè ritiene “impossibile adottare altro espediente diverso dalla sovrimposta”.(48)

Dara decide di ritirare il suo ordine del giorno e di astenersi nella votazione sull’aumento della sovrimposta. Tale aumento viene approvato con 13 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti.  Subito dopo il Commissario del Governo dichiara chiusa la sessione ordinaria del  1884.

In occasione delle elezioni per il rinnovo di un quinto del Consiglio Provinciale Dara non presenta la sua candidatura. Il suo posto di consigliere del mandamento di Palma di Montechiaro viene preso da un altro esponente della Sinistra, Filippo La Marca.

Si conclude così dopo dieci anni l’esperienza di Dara al consiglio provinciale di Girgenti. Da queste pagine credo intanto emerga il senso di responsabilità con cui ha affrontato questa esperienza. Dara fu raramente assente e spesso intervenne con competenza e professionalità. Fu soprattutto nel campo degli interventi per migliorare la viabilità che spese maggiormente le sue energie, consapevole del fatto che allora questo era il maggiore impegno dell’amministrazione provinciale e che il destino del commercio e quindi dello sviluppo economico della Provincia di Girgenti era legato alla comunicazione interna e con le altre provincie. Ma ogni proposta di Dara in questo o in altri campi  ( come ad esempio quello dei rapporti tra Provincia e Comuni) fu improntato alla moderazione. Non assunse mai atteggiamenti oltranzisti ed ogni sua critica fu sempre sostenuta da una seria proposta, perchè concepiva il suo impegno in senso costruttivo e mai demagogico.

Fece parte insomma di quella Sinistra moderata, consapevole delle difficoltà da affrontare e da superare per il riscatto sociale, economico e culturale dell’agrigentino. Quella Sinistra che non alimentava sterili proteste e non usava in maniera strumentale la piazza e i movimenti operai, ma preferiva innanzitutto studiare seriamente i problemi e trovare la soluzione. Una Sinistra insomma di governo.

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, consiglio provinciale di agrigento

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