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SITUAZIONE URBANISTICO-EDILIZIA DELLA CITTA’ DI AGRIGENTO DAL DOPO-GUERRA ALLA FRANA DEL 1966

20 Giugno 2017 //  by Elio Di Bella

 

 

SITUAZIONE URBANISTICO-EDILIZIA DELLA CITTA’ DI AGRIGENTO DAL DOPO-GUERRA ALLA FRANA (19-7-66)

  • 28-2-1944

La parte nord della città viene investita da un movimento franoso che asporta metà della p.zza Bibbirria, abbracciando la parte a valle che va da via delle Mura fino al Seminario, coinvolgendo la strada ferrata che collega la stazione di Agrigento Spinasanta alla stazione centrale.

Già dal 1925 quando si realizzò il tunnel della ferrovia sotto il colle di Girgenti i tecnici delle ferrovie dello Stato segnalarono alle autorità competenti un movimento franoso che interessava la zona presa in esame.

Si aprirono diverse inchieste per accertare e circoscrivere il movimento franoso ma non furono portate a termine per discordanza di opinioni.

  • 1945

La popolazione di Agrigento, nell’immediato dopoguerra era di 37.814 ab.; la consistenza del patrimonio edilizio era di 15.889 vani. I vani danneggiati o distrutti erano 4.528. Quest’ultimo dato è certamente maggiore al numero dei vani danneggiati o distrutti dalla guerra. Sembra infatti che alcuni Agrigentini, e non solo Agrigentini, denunciassero danni al proprio immobile per avere contributi dagli Americani.

  • 1952

Fino a quest’anno vengono costruiti o riadattati solo 237 vani. Le condizioni economiche, che si possono anche dedurre da questo dato, erano critiche: l’intervento pubblico post-frana, di per sè limitato, non riesce a rilanciare l’economia.

  • 1953

Agrigento viene inclusa nel 36° elenco dei comuni danneggiati con obbligo di redigere un P. di Ricostruz. Alla redazione del suddetto Piano vennero incaricati Del Bufalo, Granone, Biuso. (Già sono passati 10 anni dallo sbarco degli Alleati). Le condizioni economiche cominciano a migliorare: il fenomeno dell’emigrazione, costante fino allora, si arresta; inizia anzi da quest’anno il fenomeno inverso.

Nel campo dell’edilizia si passa da alcune decine di vani costruiti ad alcune centinaia, facendo già sentire la mancanza di appositi strumenti di regolamentazione ·

18-11-1954

I progettisti incaricati consegnano il Piano di Ricostruzione. Esso prevede: due zone di espansione.

La prima a Sud-Est, a valle dell’Albergo dei Templi, destinata a villini, dove secondo Grillo e Schimiedt, è sepolta una consistente parte della città antica.

La seconda a Sud-Ovest a valle dell’attuale via Dante destinata ad edilizia intensiva per complessivi 24,39 Ha con una ricettività di 3.000 abitanti. Prevede pure una complessa struttura viaria fra cui una parallela a via Dante, realizzabile con un massiccio sventramento.

 

ITER BUROCRATICO DEL P. DI RICOSTRUZIONE

Nel 1956 dopo due anni di sosta all’Assessorato allo Sviluppo economico, il Piano di Ricostruzione torna al Comune con la richiesta di profonde modifiche fra cui la soppressione della zona Sud-Est. Alcune proposte del P. di R. fra cui la zona a valle di via Dante, destinata ad edilizia intensiva, viene inclusa nel P. di F. nel 1957.

Nel giugno del 1961 il Comune approva il P. R. modificato.

Nel giugno del 1962 l’Assessorato LL.PP. rinvia il P. R. per modificarlo in base alle osservazioni del Provveditorato 00. PP. che rilevano come non siano state depennate alcune demolizioni in progetto, su edifici ricostruiti e non danneggiati.

Il Provveditorato 00. PP. sollecita nel maggio 1963 il Comune a presentare il P. R. rielaborato. (Sono passati 20 anni dallo sbarco).

Dopo tale data non si hanno più notizie del P. R.

(Abbiamo ritenuto opportuno tracciare l’iter burocratico del Piano di Ricostruzione perché è molto significativo per comprendere come si esplica la volontà o meglio la non volontà delle autorità preposte alla pianificazione urbanistica a rendere operante un Piano) n.d.r.

  • 1955

Iniziano le polemiche per le nuove costruzioni che nascono spesso senza licenza edilizia pregiudicando il futuro sviluppo della città.

Il Sindaco Altieri contesta alla Sovrintendenza all’Antichità il vincolo su 440 Ha di terreno di tutela della valle dei Templi.

Il Comune delibera l’approvazione dello schema del R. E. che è stato redatto da una commissione formata dalla Giunta Comunale e dai Capi Gruppo consiliari dei partiti politici.

 

  • 1956

Il R. E. ritorna alla sezione urbanistica del Provveditorato 00. PP. con la richiesta di:

  1. a) – Allegare al R. E. un P. di F. come previsto dalla legge;
  2. a) – Formulare precisi rapporti tra larghezza stradale ed altezza degli edifici in rapp. 1,75 nel centro abitato e di due volte nelle zone di espansione con altezza massima assoluta di ml. 25.
  3. c) – Integrare le norme igieniche soprattutto sugli scarichi da parte del Consiglio Provinciale di Sanità.

1957

Viene approvato da parte del Comune il P. di F. allegato al R. E. redatto dai Capi Gruppo Consiliari dei partiti politici.

PREVISIONI DEL PIANO DI FABBRICAZIONE

Il P. di F. richiesto ad integrazione del R. E. rileva immediatamente che la città è attorniata da un anello continuo di edilizia intensiva, salvo qualche modesta zona di verde pubblico e privato; anche l’intero declivio franoso del versante settentrionale, interessato dalla frana del 1944, è reso edificabile.

Da un esame anche non approfondito, balza evidente, come caratteristica macroscopica del P. di F. la sua enorme capienza complessiva di abitanti dovuta agli altissimi valori di utilizzazione del suolo adottati.

Gli indici di edificabilità espressi in mc/mq raggiungono valori elevati e variano da 10,4 a 4,2 mc/mq a lordo della sede stradale, ed indici di utilizzabilità netta che variano da 14,4 a 5,3. In complesso su una superficie totale di 240 Ha, escluso il centro storico, è consentita una edificabilità complessiva di 12.491.425 mc, con una ricettività, a pieno sfruttamento delle aree di 160.000 ab. aggiunti. Cifra certamente sproporzionata per un centro di 40.000 abitanti e per una P. di F. che avrebbe dovuto avere il valore di «Ponte» in attesa del P. R. G.

  • 12-6-1957

Il Ministero della P. I. con decreto n. 165 dichiara di notevole interesse pubblico la Valle dei Templi e dei «Punti di vista» della città sulla Valle.

Il decreto fissa la delimitazione della Valle dei Templi in 824  Ha e 6 punti di vista della città, di cui 4 sul versante a mezzogiorno della città storica, 1 sul versante a mezzanotte della città alta ed 1 sulla costa; essi sono:

1 – Belvedere sulla via Atenea (P.tta Contarini)

2 – Lungomare Marina di Agrigento – S. Leone

3 – Via Panoramica Empedocle e suo prolungamento

4 – Belvedere di P.tta S. Pietro

5 – Piazza Bibbirria

6 – P.tta davanti la casa del sacrista della chiesa dell’Addolorata.

  • 18-3-1958

Decreto dell’Assessore Regionale ai LL.PP. che approva il R. E. ed il P. di F. e li rende esecutivi a partire dal 14 maggio 1958, essendo stata aggiunta la zona di espansione Sud-Ovest del Piano di Ricostruzione.

L’ultimo comma dell’articolo 39 del R. E. dà facoltà all’Ufficio Tecnico Comunale di consentire qualsiasi altezza per gli edifici. Si ha così una copertura legale a qualunque operazione di speculazione mostruosa anche nel Centro Storico.

  • 1959

Si costruiscono 1.440 vani.

  • 1960

Si costruiscono altri 1.706 vani. Sono anche di quest’anno i «palazzoni» di Vita e Mirabile di oltre 50 metri che stranamente ottengono l’autorizzazione della Sovrintendenza alla Belle Arti essendo collocati lungo la via panoramica costruita a spese della Provincia.

  • 27-6-1961

Il Sindaco Foti propone al Consiglio Comunale per la stesura del Piano Regolatore Intercomunale gli Architetti Prof. Caracciolo e Bonafede e l’ing. Rubino (fratello dell’on.).

Del P. R. G. se ne era già parlato da molti anni ma sempre l’Amministrazione Comunale riusciva a boicottarlo creando cavilli burocratici. Per esempio nel 1956 la delibera per il bando di concorso per il P. R. G. era stata bocciata dall’autorità tutoria perché non erano indicati i mezzi per far fronte alle spese. In seguito alla morte del Prof. Caracciolo fu incaricato il Prof. Calandra al quale fu pure affidato l’incarico di redigere un piano di zona della 167.

Vengono costruiti 1965 vani mentre la popolazione è di 47.919 ab. La stampa nazionale comincia a preoccuparsi sulla situazione edilizia di Agrigento. Cesare Brandi sul «Corriere della Sera» del 17-2-1961 definisce il rione Sottogas una Bidonville. Domenico Zappone nel «Giornale d’Italia» del 5/6 ottobre 1961 denunciava il «caos edilizio dilagante ad Agrigento».

  • 1962

L’Ispettore della P. I. prende contatto con la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali per la formazione del Piano Territoriale Paesistico della Valle dei Templi.

Il sindaco Foti lamenta in un manifesto che si continui a costruire senza licenza ed avverte che non saranno più concesse sanatorie. In questo anno si costruiscono 2965 vani.

1963

Gli architetti Berardi e Chiurazzi sono incaricati di redigere il Piano Territoriale Paesistico.

  • 13 marzo 1963

In consiglio comunale sono presentate interrogazioni ed interpellanze da alcuni consiglieri (D’Alessandro, Granata e altri) sulla situazione di disordine edilizio e sulla necessità di modificare alcune norme regolamentari. Il sindaco Foti promette una successiva discussione in Consiglio, che non risulta abbia mai avuto luogo.

–

  • 18-11-1963

Pure l’antimafia si interessa all’attività edilizia di Agrigento e richiede una ispezione straordinaria che il Presidente della Regione dà incarico di svolgere al Vice Prefetto Di Paola e al magg. dei carabinieri Barbagallo. In questo rapporto sono messe a nudo le irregolarità compiute dai costruttori con la complicità delle amministrazioni comunali. Questa inchiesta non fu mai resa pubblica e fu divulgata solamente dopo lo scandalo della frana.

  • 1964

La Commissione Provinciale per la tutela delle bellezze naturali ,ed artistiche riduce i vincoli (decreto n. 165 P. I.) della Via panoramica Empedocle da 1 km. a 100 m. e dichiara decaduti i vincoli della piazzetta antistante la sacrestia della chiesa dell’Addolorata e della piazzetta S. Pietro.

Con questo decreto prevale la posizione del sindaco Foti che già da tempo contestava, con una prova di forza e di abuso di potere, la validità dei due punti di vista Belvedere, perché le due piazze erano state recintate e privatizzate, e quindi rese non accessibili al pubblico, con procedura dubbia; ed esprimeva il dubbio sull’esistenza del vincolo su via Porta di Mare.

Grazie a questa riduzione vengono revocate le sospensioni delle 4 costruzioni in corso a valle di via Porta di Mare.

La speculazione, con l’appoggio esplicito del sindaco, esce così sempre più rafforzata.

Vengono assolti in questo anno alcuni speculatori dal reato di avere edificato in zone soggette a vincoli contro il divieto della Sovrintendenza, e dal reato di avere costruito edifici di altezza molto maggiore a quella consentita dalla licenza edilizia ad essi rilasciata. Pure la magistratura dà così una mano alla speculazione edilizia.

Gli architetti Berardi e Chiurazzi consegnano il P.T.P.

PIANO TERRITORIALE PAESISTICO

Investe un’area di 1.282 Ha.

Fissa il rispetto assoluto su 404 Ha. per impedire completamente l’edificabilità sull’area della città antica.

Ammette differenti gradi di edificabilità sulle varie restanti zone — da un minimo sulle zone B-C-D — ad un massimo sulle zone E-F.

La cubatura complessiva consentirebbe una ricettività di 49.271 ab.

Questi vincoli vengono dichiarati illegittimi dal Sindaco perché il Ministero della P. I. avrebbe dovuto emettere il decreto congiuntamente all’Assessore Regionale al Turismo.

  • 26-2-1965

Una lunga polemica che coinvolge Ministero della P. I., Assessorato Regionale al Turismo, Amministrazione Comunale e Commissione Provinciale per la tutela delle bellezze naturali serve solo a ridurre l’elenco dei punti di vista.

Viene ridotta a 1.207 Ha. l’area vincolata e vengono confermati come punti di vista Belvedere solo quello della P.tta Contarini lungo la via Atenea.

  • 7-7-1966

Il Consiglio Comunale approva il Piano della 167 ed il nuovo P. di F. di cui si sconosce il contenuto perché stranamente non se ne è mai parlato.

  • 19-7-1966

FRANA

pubblicazione del centro di documentazione, Pistoia, febbraio 1974

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, frana

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