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Risorgimento agrigentino: i settanta voti contro il Re

20 Febbraio 2016 //  by Elio Di Bella

votazione per ilo referendum per l’annessione al regno d’Italia (dal film Il gattopardo)

di Elio Di Bella

L’esito del Plebiscito per l’annessione al Regno d’Italia a Girgenti  venne salutato la sera del 22 ottobre 1860  con grandi  manifestazioni di tripudio per la via Atenea.

I favorevoli all’annessione furono 2529, i contrari 70 e 8 i voti nulli. La notizia veniva data ufficialmente da Domenico Bartoli, avvocato, che Garibaldi aveva nominato l’otto giugno 1860 governatore del Distretto di Girgenti.

Si costituirono i consigli civili e  le magistrature di di Girgenti e dei comuni della provincia. Organismi formati da elementi di provata fede patriottica.

Bartoli intendeva avviare la rigenerazione civile di Girgenti, cominciando intanto a definire un nuovo assetto politico amministrativo e sociale.  Ma intanto trovò anche il tempo per pubblicare un articolo sulla rivista “Regno d’Italia” per polemizzare con quegli elettori che si erano espressi a Girgenti contro l’annesione.

 Il governatore  agrigentino sosteneva che quei 70 voti negativi trovavano ragione nella consistente presenza a Girgenti di un clero “educato alla più stupida servilità, eminentemente retrivo, e per ciò stesso sempre avverso ad ogni progresso civile, ed ha assunto in tutti i tempi l’apostolato del dispotismo(…).

All’articolo rispose prontamente un esponente del clero agrigentino, di cui non conosciamo però il nome, che pubblicò un fascicolo di poche pagine intitolato “Il clero agrigentino ed il Plebiscito”.

L’autore dell’opuscolo non metteva in dubbio  la possibilità che quei 70 voti negativi fossero l’espressione della “fazione clericale” , ne rivendicava anzi la legittimità. Scrive l’anonimo autore: ” Si vorrebbe egli forse apporre a delitto l’essersi gloriosamente rifiutato,  sfidando ogni pena, e fino l’esiglio, a sottoscrivere un iniquissimo indirizzo, che si voleva a suo nome presentato al Re eletto, nel quale pretendeasi, dichiarasse egli medesimo, senza verun’ombra di verità, di aver tradito,  sotto il caduto governo, i suoi sacrosanti ministeri ? Si vorrebbe egli forse apporre a delitto riverenza e lo affetto che ei sente, e si studia d’infondere negli altri per il Sommo Pontefice, Vicario di Gesù Cristo in terra ed anima e perno della religione e per essa alla civiltà vera?” .

proclamazione risultati della votazione per il referendum per l’annessione al regno d’Italia (dal film Il gattopardo)

 Circa poi gli orientamenti del clero locale, l’autore assicurava a nome del clero locale: “astinenza dalle faccende politiche per essere liberi di correre incontro agli uomini di ogni partito, per abbracciarli tutti negli  amplessi dell’immensa carità di Cristo: obbedienza nelle cose civili alle potestà costituite, qualunque si siano, e di qualunque nome si chiamino, inculcata con l’esortazione e l’esempio”.   Ma queste due posizioni estreme nella Girgenti del tempo erano destinate ad attenuare i toni, a trovare la strada del compromesso e della moderazione nel comune interesse di tessere migliori rapporti e costruire una pace sociale che garantisse ad entrambe le parti un futuro meno incerto nella collaborazione alla realizzazione di comuni interessi.

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento storia

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