
Realmonte fu fondata nel 1681, l’anno in cui il duca di Castrofilippo Domenico Morreale, duca di Castrofilippo, ottenne dal re Carlo II di Spagna e di Sicilia la licenza a costruire e popolare in suo feudo chiamato Mendola.
La licenza gli venne data per i meriti acquisiti nella guerra contro i francesi.
La prima costruzione, oltre la Chiesa, che sorse nel paese di Montereale come veniva allora chiamato fu il palazzo del Duca Morreale, sulla cui facciata venne posto lo stemma della famiglia che verrà rimosso nel 1977 per dei lavori sul prospetto.
La Chiesa Matrice venne costruita nella piazza principale e dedicata nel 1683 a San Domenico, il santo di cui portava nome il fondatore del paese.
Ad un secolo dalla sua fondazione, Realmonte contava già oltre 1500 abitanti. Il luogo era fertile e pianeggiante e la popolazione si dedicava soprattutto all’ agricoltura.
La zona era forte produttrice di formaggi che venivano anche esportati caricandoli sui bastimenti al Caricatore di Girgenti. I commerci però in quegli anni erano resi difficili nella zona costiera dalle incursioni dei pirati.
Per questa ragione lungo il litorale sono sorti torri di guardia di Monterossello e di Monterosso realizzate nel XVI secolo e per secoli svolsero la sua opera di difesa del territorio di Realmonte.
Oggi rimane la ricostruita Torre di Monterosso detta anche delle Pergole.
Ma dobbiamo fare un salto indietro nel passato è ricordare che il territorio su cui sorge Realmonte era stato già popolato moltissimi anni prima, a Punta Grande, Scala dei Turchi, Monterossello, Macauda, Pergole, Giallonardo. Scavi archeologici in queste hanno conosciuto notevole successo. Molti i ritrovamenti di fossili, animali e piante e preistorici e in particolare arnesi da lavoro e di caccia.
Fece molta sensazione qualche anno fa il ritrovamento negli anni sessanta da parte di Gerlando Bianchini, che annunciò di avere rintracciato nel promontorio di capo Rossello frammenti di cranio e denti di un australopiteco,
lontano progenitore del genere umano.
Resti del cosiddetto periodo Calabriano, che si colloca a circa un milione e seicentomila anni li abbiamo nella la formazione dei due celebri scogli, detti “do zitu” e “da zita”.
Gli storici poi, come il saccense Ignazio Scaturro, hanno voluto individuare, Erbesso, l’antica roccaforte sicula, nel territorio di Capo Rossello. Di recente una studiosa avrebbe indicato invece Erbesso in una località assai vicina, a Siciliana Marina.
È stata, infine, portata alla luce nel 1907 una Villa Romana del primo secolo dopo Cristo che sorge in località tra “Punta Grande” e Punta Piccola, a quattro chilometri a sud-est di Realmonte.
Solo dal 1979 però la Villa ha è stata portata alla luce interamente da archeologi giapponesi. Anche questa presenza indica la rilevante importanza storica del sito.
Tornando alla storia più recente, ricordiamo che presso Realmonte si coltivato nel settecento e nell’ottocento riso, lino e canapa e vi erano numerose filanderie .sono state aperte miniere nel fondo Fauma e nelle zone vicine che hanno prodotto oltre salgemma, anche sali potassici e carinite.
Una tonnara esisteva a Punta Piccola. Ma non sempre l’economia locale ha dato a tutti lavoro e cosi in epoche diverse molti lavoratori sono stati costretti a lasciare il paese per cercare anche molto lontano migliore fortuna. In anni migliori è fiorita soprattutto una intensa attività commerciale, legata al turismo, assai intenso durante l’estate, poiché il litorale è tra i più belli e suggestivi della Sicilia occidentale.
Oggi il suggestivo promontorio di marna bianca, vicino Realmonte, dove sorge la “Scala dei Turchi”, è considerato uno dei luoghi più ammirati d’Italia.