DISCORSO SULLA NECESSITA’ D’UNA PUBBLICA SCUOLA DI BELLE ARTI IN GIRGENTI
Recitato in seduta della SOCIETA’ ECONOMICA
a 30 Novembre 1832.
DA RAFFAELLO POLITI
CAPO D’ ECONOMIA CIVILE E MEMBRO ORDINARIO DI DETTA SOCIETA’
GIRGENTI
PRESSO VINCENZO LIPOMI
1833,
AL
SOLERTISSIMO
INTENDENTE DEL VALLE DI GIRGENTI
COMMENDATORE GIOVANNI DANIELE
QUESTO RAGIONAMENTO
RAFFAELLO POLITI
DEVOTAMENTE
CONSAGRA
SIG. INTENDENTE
ll discorso che segue, è stato da me recitato alla nostra Società Economica, i Membri della quale ebbero la gentilezza di compatirlo, di approvarne il contenuto, e di ordinarne anche la stampa; ma le autorizzazioni e permessi a domandare allo Instituto di Incoraggiamento, e le difficoltà che avrebbero potuto insorgere, mi determinarono a pubblicarlo a mie spese; e quel che più monta, a Lei dedicarlo qual zelantissimo Tutore del nostro Falle .
Ella ne comprenderà al primo colpo d’ occhio l’importanza; e se degno lo giudicherà rinvigorito dalle di Lei sagge osservazioni lo rassegnerà al Governo, per effettuirsi al più presto l’ utile mio progetto . A chi più icìoneo e più caldo pel pubblico bene poteva io indirizzare il mio scritto se non a Lei Sig. Intendente? Possa il mio dire interessarla, onde appagarsi le mie brame rivolte a pro della Patria e delle Arti Dove ho trovato difetti gli ho visto con dispiacere, e gli ho manifestati per impedirne la recidiva e la propagazione ommi filosofi, e i più gran politici di Stato, lo studio delle Arti del Disegno, i sontuosi edifici le famose dipinture che formano lo splendore delle città, come oggetto di principale politica importanza han sempre, mai riguardato .
I pubblici fabbricati , le pitture ne’ sacri templi, non che nelle private, ,che nelle pubbliche gallerie, son gli ornamenti più durevoli e i più utili insieme di un paese .
Platone, l’ origine della legislazione attribuisce alla cultura delle Arti, nè punto è da questionarsi che, per via delle Arti stabilisconsi le nazioni , un nome acquistano, un abitazione locale, ingegnosi ed opulenti stranieri si attirano, e più denaro introducesi che… non son costate le fabbriche, i stabilimenti delle Arti e la loro coltura . Essere innegabile che per via delle Arti s’ aumenta il commercio, si aumentan le ricchezze, di cui sono esse inesausta sorgente , pure ed innocenti occupazioni procacciansi allo attento operajo, allo
artigiano, all’ artista ed è allora che il popolo ama il suo paese, passione madre di tutte le grandi azioni che al pubblico ben’ essere conduce che , se da ciò dissente uno de’ più grandi oratori, fa d’uopo riflettere che ei parla il linguaggio d’ un repubblicano che vede spirante la libertà di sua patria, superiore a tutte le patrie , e la crede trafitta dal lusso .
Gli Stati ben diretti, dopo aver provvisto alla sicurezza, all’utile, han constantemente fissato i loro pensieri al dilettevole, dappoichè il lusso delle fabbriche è il contrassegno infallibile d’ una nazione opulenta; e mentre le vecchie grandiosità mostran la dovizia de’ tempi passati, le recenti, la forza e la felicità attuale del popolo.
Al certo inutile ed inopportuno tornerebbe il ragionare a lungo del pregio ed utilità delle Arti . Si noterà soltanto di lancio che, siccome il fine loro è diretto non solo all’ ornamento, al piacere ed al diletto, m’ altresì alla utilità, al comodo, ed a specie di diversi vantaggi , così possono esse applicarsi al piacere non solo, m’ agli usi della vita, alla istruzione, al conforto, al miglioramento della specie umana, al perfezionamento della civilizzazione, alla, estensione de’ vantaggi sociali .
Un altissimo ingegno, che in tempi a, noi vicini ha grandemente figurato sulla scena politica d’Europa, ha dimostrato in un libro stampato in Germania, e due volte riprodotto in Parma co’ tipi del Bodoni , influenza grandissima che le Arti esercitano sulla felicità pubblica, ed in particolar modo sulla pubblica tranquillità, portando esse nella mente e nel cuore una soddisfazione, un dolce contento, una pace, che tempra le idee più rivoltose , ammansa la fierezza , la brutalità e la barbarie : tutto ciò con forti argomenti ha sostenuto il Barone di Dalberg, Ministro di Stato, fratello del Principe Primate della Confederazione Renana; e lo stesso aver praticato il Sig. Dechazelle nella sua opera . Sull’ influenza della pittura sulle Arti d’ industria commerciale pubblicata a Parigi nel Boy.
L’ Architettura in particolare s’ appartiene alla vigilanza del Governo,
onde porre un giusto freno a chi fabbrica , e ognun vede quanto i magistrati della pubblica pulizia il disegno e 1′ architettura debbano intendere.
La emulazione reciproca tra le greche città fu il principale motivo di lor grandezza . L’ ostinazione de’ Giudei per il lor Tempio, fu il cemento che ne’ tempi andati mantenne unito quel popolo in mezzo ad innumerevoli vicissitudini . L’attenzione alla pubblica decenza, alla comodità , consolidò i Paesi Bassi.
Sussiste Gerusalemme pe’ suoi grandiosi avanzi, pel Sepolcro, ed altri monumenti dallo zelo cristiano serbati . Roma moderna altramente pompeggia che mercè le rovine e le imitazioni dell’ antica . …e noi ! in mezzo ai più famosi avanzi della prisca agrigentina grandezza, viviamo accovacciati in rustici mal sani abitali, attraversati da sudici pestilenziali viottoli, infra miserabili in architettonici prospetti di discordanti licenziosi edfici ? e dà che nasce in noi cotanta trascuratezza, miei pregevolissimi soci, se non dall’assoluta mancanza dello studio delle Arti Ingenue in Girgenti ?
Noi abbiam di già ad evidenza conosciuto come dalla installazione di un Intendenza , de’ Tribunali, là civiltà, la legislazione, la eloquenza, la calligrafia han fatto de’ rapidi progressi; pur nondimeno esiste in noi tuttora un vedo poco onorevole, l’assoluta mancanza del gusto, e del bello per tutto ciò che concerne l’occhio, il retto giudicare sulle Arti: arte in somma di saper vedere.
Dappoichè se ciò non fosse più non udrebbesi intuonare, al comparire di alcun progetto di migliorar le strade, quella turpe canzone (che ha disgustato e fatto desistere più d’ un benevolo Intendente di questo Capo Valle al preseguo d’intraprese meliorazioni nell’interno della città) “ é impossibile migliorarsi Girgenti nelle strade, giacché così nacque, così crebbe , così è stato pe’ nostri antenati come lo sarà pe’nostri posteri “. Qual cecità vergognosa ! Bath la più amena città d’ Inghilterra pende in gran parte da un monte ; frattanto molte delle sue contrade costeggiando il colle vi sono ampie, piane e rette , mentre strade più brevi e declivi per la pendenza del suolo tramutate sono in agevoli scale di pietra guernite di belli appoggiatoj di ferro: qual rimprovero per noi !
I nostri fabbri non producono che rozzissimi lavori senza alcuna convenienza.
I nostri fabbricatori mal sicuri e scorretti edifici. I nostri falegnami ( dotati di somma abilità in Girgenti ) intarsiature irragionevoli e disgustose pesanti sagome.
Tuttodi veggiamo imbruttire con rozze insegne l’esterno delle nostre botteghe (ove un tempo s’impiegarono i pennelli d’un Lionardo e d’un Correggio) eseguiti da spiegazzatori ignoranti, leggendate d’insulse acclamazioni, e da ripetutissime epigrafi a Felici que’ tempi e que’ paesi , esclamano i compilatori dell’ Introduzione al disegno, ne’ quali
» non solo i templi e le regie , ma le insegne financo delle botteghe, le casse de’
» cembali ed altri oggetti più triviali ,
» eran dipinti da valenti artisti ! »
Tutto dì veggiamo sotto a’ nostri occhi far de’ restauri e riforme nelle porte de’ bottegai della nostra Toledo, senza verun ordine, decorazione, euritmia, ma in forma di rustici archi compressi, di tutto sesto, di vario livello; mentre per via di gentili mensole, di architravi retti, di colonnette, colla massima facilità decorarsi avria potuto la nostra quasi unica strada, abbastanza ingombra da indecenti esposizioni che ne restringono il passaggio con montagne di lancelle, vasi immondi, disgustose merci, seggiole, banchi, mucchi di vizzi immaturi frutti, e quel ch’è più insoffribile tempestata da frequenti bettole, con lo sporgente apparato di accatastate nauseose pietanze; oltre il chiasso delle seghe, de’ martelli, de’ utòlini i il fumo e le grida.
Strada che soltanto dovrebb’ essere addetta alle botteghe di lusso, come sarebbero i drappi di seta, le porcellane, i cristalli, i caffè, le paunine, agli orologiaj , agli orefici, ai libraj : e tutto ciò accadere per mancanza di gusto formato sul bello delle arti, per venir tutto abbandonato al capriccio di chi edifica: e quel che più sorprende verificarsi ciò in quel suolo intesso, che un dì contrastava in finitezza di gusto con le più cospicue città di Sicilia non solo, ma con la stessa superba Atene. Tra noi, che, ad ogni passo calchiamo solidissimi basamenti antichi, ricchi musaici, frammenti di preziosi marmi, che, girando attorno lo sguardo , vasti, maestosi ruderi ci accerchiano , archetipi della più pura architettura greca.
Fra noi, cui basta abbassarci in sul terreno per estrarne lapide leggendate, statue di rinomato scalpello, bronzi, ed i cotanto famosi Vasi greco – sicoli – agrigentini,
superiori a quei della Grecia, dell’ Etruria, della Campania, per dilicate forme, per le preziose dipinture e per finissima argilla e da che nasce ciò, ripeto o Signori sennon dal difetto d’una pubblica Scuola di disegno, a cui fosse unita almeno la parte decorativa dell’Architettura Civile ? Ecco il motivo per cui, sicuro del vostro compatimento non mai disgiunto dagli uomini di merito, ho ardito oggi con istraordinaria seduta radunarvi, esporvi le mie ragioni rese chiare da’ vostri lumi, rispettare il vostro parere, e trovato giusto il mio pensamento implorare da S. A. R. per via dell’ Instituto d’Incoraggiamento, una Cattedra di Disegni tra noi , e d’ oggi in avanti rimediare ad un attrasso cotanto dannoso alla parte più deliziosa della civilizzazione .
Io qui non vi parlerò delle grandi Instituzioni di Palermo, degli uomini sommi nelle Scienze e nelle Arti che colà risiedono, lungo e superfluo sarebbe il dirvi ciò che di già sapete; nè tampoco di Catania o Messina, città cotanto illuminate, ma fra le Valli Minori vi presento o Signori la piccola Trapani: quella Trapani ch’ ebbe la fortuna di aver prima di noi l’instancabile al bene operare Commendatóre Daniele, a nostra ventura oggi Intendente in Girgenti.
I Vasi di alabastro , le piccole statuette, i Cammei in gemme ed in conchiglie, le sculture in corallo, i lavori eleganti di quegli orefici; sono tanti rami d’ industria che nutriscono gran parte di quel popolo, e danne; un nome al moderno Trapani che noi non abbiamo. Tali rami di pubblica utilità, di diletto é di decoro, son tutti figli della Scuola di Disegno che ivi da gran tempo è sistemata: e qui nella capitale delle Antichità greche a nostra somma vergogna pur tuttavia manca e non vi è mai esistita.
Gli esteri ragguardevoli personaggi che, ogni anno onorano la nostra città a solo fine di ammirar d’appresso gl’imponenti maestosi rottami, spesso a noi raccomandati d’autorevoli persone, ci fan delle frequenti dimande e quistioni sul bello delle Arti antiche, e moderne, cui Esima costretti rispondere col silenzio o col ripetere ciò ch’ essi dicono , finchè finalmente si avvedono di aver a fianco un pappagallo : e questa umiliante figura ?
perchè manchiam di disegno, di principj di Architettura, di discernimento sul gusto, perchè ignoriamo financo i termini di triglifo, metopa, mutoli, e qual differenza- passi tra. le sagome greche e le romane. Ciò non ostante l’uomo è spinto a fabbricare, come è spinto a bere, a conservarsi, a perpetuarsi , come le bestie sono spinte al canto, al volo, al nuoto; ma qual distanza dall’ istinto all’ arte , e dall’ arte alla scienza !
Gli eccellenti libri moderni sulle invenzioni e scoperte, sulla Meccanica, sulla Fisica, sull’ Agricoltura, sull’Idraulica ci forniscono per via delle stampe di utilissime macchine: ma queste macchine, queste stampe sono inutili per noi a cagion di non comprendere i profili, lo alzato, la pianta, le sezioni parziali, perchè digiuni di disegno !
L’ orefice, l’ armiere , il calligrafo, ebetista , il carpentiere, e perfino il sarto qual profitto non ricaverebbe dietro aver studiato i semplici rudimenti del disegno, della Geometria piana, inerente ai principj del disegno?
Dal patriottismo, e dall’intelligenza delle Arti Belle sorgono i veri Mecenati, giusti distributori de’ premj, e degli onori dovuti al merito di chi si è reso utile al mondo . Senza la conoscenza delle Arti, tuttochè di buono sia intenzione, il Mecenate ignorante è un ingiusto rimuneratore, e questa ingiustizia è più nociva che una totale mancanza di ricompenza. Nella vita di Leone X. del Sig. Roscoe, trovasi inserito il singolarissimo problema » qual sarebbe stata la sorte delle Arti net se.. » colo di Leone, se a Leone fossero mancati i sommi Artisti Michelangelo, Raffaello, o se a questi fosse mancato Leone X. sommo conoscitore delle Arti ? »
Da ciò si raccoglie che, come rarissima è l’apparizione de’ sommi ingegni, tanto nelle Arti che nelle scienze , così è pure ‘necessario un simultaneo locale concorso di mecenati intendenti e di sublimi Artisti, affinchè le opere di questi ottengano quella solennità di cui han bisogno per formare il gusto, stabilir la gloria, generar l’ entusiasmo dell’ Arte; mentre dí raro si portan gli artisti agli sforzi. più energici ed alle sublimi produzioni ove spronati non sieno da una nobile emulazione , dagli onori e da’ premi.
Pur non di meno vi ha chi per mancanza di conoscenza nel!’ arte si accontenta del mediocre, strada infallibile che conduce direttamente al pessimo ! Vi ha taluno, dicono i Compilatori di sopra accennati , che, sgraziatamente si compiace di opere’ dozzinali, di abbominevoli pitture ornar le abitazioni di Dio, lo che più di sovente avviene agli amministratori delle Chiese, intenti al risparmio, a far molto con poco; estasiandosi poscia e sciupando il danaro allo sparo de’ dannosi mortarjetti, al frastuono de’ tamburri, al martellar delle campane, anzichè provvedersi delle opere durevoli de’ grandi ingegni: e che il decoro formano , la civilizzazione, e la magnificenza di un popolo .
Per meglio conoscere 1′ uso intelligente delle ricchezze, cioè il vero patriottismo, dice un moderno Scrittore promotore delle Arti ecco un esempio de’ più luminosi Guglielmo Shipley concepisce il progetto di formare in Londra a sue spese una Società di Arti e la eseguisce . L’amor patriottico, che caratterizza la nazione inglese, s’ accende in tutti i cuori. Duchi, e Pari concorrono per divider la gloria d’ innalzare e far fiorire uno stabilimento sì prezioso .
Ciascun membro vi contribuisce colle proprie ricchezze . I fondi considerabili che ne risultano sono impiegati in premj. I progetti di migliorazione , le viste e le sperienze tendenti all’ Agricoltura sono con ispecialità ricompensate . Il grande oggetto di quella Società è l’ incoraggiamento delle. Arti , delle manifatture , del commercio : qual rapidi progressi non ha egli fatto un tale -Istituto ? — Signori ! uno stabilimento di tale natura di già ci vien dato dalla reale munificenza , e a noi è toccata la sorte di essere i membri ordinarj della Società di questo Capo Valle .
Profittiamo di questo fortunato momento . Noi non abbiamo che a stender le braccia per venir sollevati da un glorioso Monarca che _brama la felicità de’ suoi sudditi nel voler prosperate 1′ Agricoltura e le Arti . Avanziamo i nostri progetti, essi saranno accolti con benignità, e, fioriranno- anche fra noi l’ Agricoltura e le Arti, come al presente in Napoli, ov’ è la sua residenza eminentemente fioriscono.
Che in Napoli ciò siasi splendidamente realizzato, senza citare innumerevoli opere , io v’ invito o Signori a dare un colpo d’ occhio alle dotte dissertazioni scientifiche ed artistiche, testè date alla luce da’ Chiarissimi Niccolini, Quaranta, Avellino, sul superbo Musaico rinvenuto in Pompejana nell’ Ottobre dell’ anno scorso . Contrastiamo co’ nostri sforzi la palma a quella Metropoli , richiamiamo a nuova vita i sopiti spiriti , e facciam risplendere lo antico genio della nostra classica Isola . Afferriamo l’ istante felice che ci presenta 1′ Augusto nostro Ferdinando Secondo ; mentre è accaduto sempre, che al I’ epoche de’ grandi Mon1rchi sono apparsi i più gran genj nelle Arti, nelle lettere, nella politica, nella guerra, nella filosofia, e in tutte le produzioni dello spirito umano .
Quando Apelle, Prassitele, Lisippo ed altri sublimi Artisti fiorivano in Grecia, i più sublimi Oratori, filosofi, poeti fiorivano e, quasi contemporanei brillarono Socrate , Platone, Aristotile, Derpostene, Isocrate, Tucidide, Senofonte, Eschilo, Euripide, Sofocle e Menandro.
I secoli di Pericle , d’ Augusto , di Leone Decimo, di Luigi Quattordici furon famosi ne’ fasti della Storia pe’ luminari nelle Arti, nelle Lettere e nelle Opere più sublimi della umana immaginazione. Egli è puranche osservabile che, la durata di quest’ epoche gloriose, rispettivamente al loro splendore è stata brevissima : possa l’ attuale nostra epoca luminosa contraddire le istorie dell’ età trascorse, ed esser non menu lunga che brillante.
Gli onori conferiti ai professori delle Arti e delle Lettere dal nostro felicemente Regnante, nonchè dal di lui amabilissimo- Frate, lo, per nostra buona sorte Luogotenente Generale in Sicilia , dan vita ed anima ai geni de’ nostri giorni.
Dappoiehè è oggimai che, i coltivatori dello spirito tanto annoverati vengono tra i benefattori dell’ uman genere, e come tali distinti e rispettati da’ Grandi Sappiam da Plutarco come la, pittura- nella Grecia e in Roma non era permessa che ai soli nobili, e instruiti ne vennero Filippo ed Alessandro . Sappiamo che Demetrio risparmiò lo assalto alla città di Rodi per non venir danneggiato il famoso Gialiso dipinto da Protogene; quindi esercitaron la pittura la Consolare famiglia de’ Fabi, Lucio Scipione, Massirnd, Consoli, Quinto Pedio nipote di Cesare, Turpilio Cavalier romano , il Pretore e Proconsole Aterio Labeone , Lucio Manilio Augusto, Tiberio, Nerone, Vespasiano, Adriano, Marc’ Antonio, Alessandro Severo, Valentinia-no ; e Costantino Ottavo cacciato dal greco Itnperio sostentò la vita colla pittura; Del pari venne esercitata da’ primi Savi del mondo Come Socrate, Platone , Metrodoro , Pirrone Demostene, Ennio Pacuvio ed Euripide.
I greci rendevano onori a Polignoto quanti ne avrebber potuto compartire a Licurgo o a Solone . Per lui preparavansi magnifici ricevimenti in quelle stesse città ch’ egli stesso decorato aveva co’ suoi pennelli. Si decretò dall’ assemblea degli Anfittioni mantenersi Polignoto a pubbliche spese ove fossegli piaciuto fermarsi . Celebri sono Alessandro e Demetrio Poliorcete per la stima ed amicizia fatta d’ illustri Artisti, pei tributati omaggi al sublime talento d’ uomini straordinari .
È notissimo l’ editto del gran Macedone , col quale concedeva ad Apelle il privilegio di ritrarlo in pittura, a Policreto di effigiarlo in bronzo, a Pirgotele d’ intagliarlo in gemme. Uno de’ più grandi Imperatori d’occidente, investi Tiziano de’ più insigni onori. Il Vinci spirò tra le braccia di Francesco Primo .
Il nostro secolo ha veduto maneggiar la matita ed i pennelli ai nostri defunti Sovrani, di felice memoria , ed agli augusti Principi e Principesse viventi ; arricchir di preziosi doni le Librerie, i Musei, la Pinacoteca di Palermo; ed a loro imitazione lo stesso aver praticato l’insigne benemerito General Fardello per la sua fortunata Trapani.
Spetta a Voi dunque miei rispettabili So-‘ ci il secondare i voti del nostro Re col sostenere il mio esposto, e mercè lo zelo vostro, la vostra rettitudine, il vostro amor patrio stabilirsi in Girgenti una Scuola di Disegno, ove secondo i precetti del rinomato Antonio Raffaello Mengs, si cominci dagli elementi di geometria piana, con lo studio delle figure nelle stampe, poscia co’ modelli in gesso, quindi sul vero, si continui con la prospettiva lineare ed aerea , e insiememente all’ osteologia e miologia si dia un trattato completo della parte decorativa di Architettura Civile .
Estese una volta le conoscenze sulle Ai-ti Belle , non più vedremo assassinati i quadri d’ altare da impertinenti piastre di argente, e vezzi di corallo, e mappe di nastri, qua: sichè fossero bestie da lettiga; non più far di. una cappella una beccheria ammonticandovi membri umani balordemente eseguiti in cera ; impiastrati di sangue e di schifosa tabe : non più vedrannosi le sagre immagini a doppio manto , uno dallo scultore , l’ altro in drappo, dalla più crassa ignoranza addossatole .
Non più nel tapezzare le chiese resterà nascosto. il santo, o santa, sotto una farragine di strillanti panni, e sete, luccicanti cartacce, tritume di ornati, e da una selva d’ irregolari ceri , cosi-che l’ osservatore abbacinato non sa comprendere a chi quella festa va dedicata ; e finalmente non più ci verran venduti a caro prezzo gli abati Vella d’Architettura, e più non accade in Girgenti lo innalzare i Cavalli alla dignità Consolare, fidandoci a de’ falsi professori, che, commettendo manifeste fidi ,.’e ricercando d’ ogni lato inonesti profitti, han sciupato le ‘pubbliche e le private rendite con danno notabile di significanti opere di pubblica beneficenza.
Spero fermamente del pari, non esser vi tra noi persone che, ( al grazioso dire del chiarissimo Sig. Cacciatore nel suo dotto Opuscolo or or comparso) neghittosamente sprezzanti, simili a que’ sciagurati che mai non fur vivi dimanderanno : quale utile pecuniario ce ne viene ? , o di que’ , prosegue il prelodato, che, perseverando in russare come porci in brago, si sveglieranno per isconsigliare il bene, e invece di coltivar le scienze e le arti, restar condannati alla più attiva oziosità, sdrajati nell’aromateria di compar speziale, nella banca di compar Nutaro, o ne’ caffè seduti in panciolle, come Frati gaudenti inebriarsi tutti in quel loro soavissimo otium cum dignitate
Ornai giunto al termine di questo mia ragionamento, dichiaro, che se nel mio discorso indistintamente tutti ho creduto ignari sulle Arti del Disegno, sul gusto, sul bello ; si, intende aver io parlato in generale e colla moltitudine, sapendo benissimo quante fra , Voi persone colte nelle arti vi sono, che gli studi han fatto nella Capitale, su’ libri , o per frequenza di valorosi Artisti; taccio già del nostro Presidente, cui la lunga dimora in Roma, e l’ amicizia fatta co’ più rinomati professori, lo han reso conoscitore non solo, ma proprietario d’ una scelta collezione di quadri originali ai, nostri occhi esposta .
Dichiaro del pari saper io che, per persuadere, muovere e trasportare la moltitudine essere bastevole un tuono veemente di voce., ripetuti gesti , rapide e sonore parole ; ma per il piccolo numero di quei che hanno educata la mente, delicato il gusto, squisiti i sensi, e che al par di’ Voi o Signori riguardano come lieve risorsa il tuono di voce, i gesti, 1′ armonìa delle parole, bisogna un apparato di cose, di pensieri, di ragioni , saper tutto ordinare, assortire, bisogna agire sull’anima , toccare il cuore parlando allo spirito l . . . . Signori ! son’ io da tanto ?