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OSPEDALE PSICHIATRICO DI AGRIGENTO LE ORIGINI

25 Gennaio 2016 //  by Elio Di Bella

ospedale psichiatrico di agrigento
ospedale psichiatrico di agrigento

di Elio di Bella

La condizione degli ammalati venivano descritte in una relazione del 1879 in questi termini « ivi sono non dormitori, ma anguste e mal costruite sale, dove alla rinfusa giacciono gli infermi senza riguardo alla loro misera condizione: non locali di passeggio, di ritrovo, di ricreazione per allontanarli dalle loro fissazioni, non celle d’isolamento, ma umidi bugigattoli»

La maggior parte di questi sfor­tunati viveva allora in famiglia, alcuni però venivano ospitati a Palermo in un ricovero che non go­deva di buona fama. Le sue condizioni vennero così descritte nel 1879 in una relazione stilata dallo stesso consiglio di amministrazione del manicomio palermitano: « ivi sono non dormitori, ma anguste e mal costruite sale, dove alla rinfusa giacciono gli infermi senza riguardo alla loro misera condizione: non locali di passeggio, di ritrovo, di ricreazione per allontanarli dalle loro fissazioni, non celle d’isolamento, ma umidi bugigattoli ». Solo più tardi a Palermo venne realizzato un istituto più moderno. Ma intanto nell’isola era invalso finalmente il principio che era meglio disseminare piccoli asili nelle diverse provincie anziché mantenere grandi manicomi regionali capaci di oltre mille assistiti.

Così anche a Girgenti il consiglio provinciale nella tornata del 22 ottobre 1894 diede mandato alla Deputazione di elaborare un progetto completo per la costruzione di un manicomio provinciale.

Venne dapprima incaricato dell’opera l’ufficio tecnico provinciale, ma un anno dopo si pensò di delegare l’ingegnere Enrico Picone, il quale, il 20 luglio 1896, presentò agli amministratori provinciali agrigentini il primo progetto di un manicomio provinciale.

progetto ospedale psichiatrico

L’ingegnere Picone lo pensò costituito da vasti padiglioni ad unico piano, in aperta campagna, perché i degenti godessero di aria pura, luce, calore e venissero ispirati dalla tranquillità del luogo. Indicò nel fondo denominato Giacatello il sito conveniente, perché salubre e già di proprietà dell’amministrazione provinciale. Non più di 300 dovevano essere i ricoverati e la spesa d’impianto non avrebbe superato le 370.000 lire. Mille metri di muri di cinta dell’altezza minima di metri 3,50 avrebbero chiuso circa quattro mila metri quadrati di superficie, per una buona parte destinata a giardino. Il fabbricato avrebbe ospitato in sé tutti i conforti del tempo e di cui i degenti avevano bisogno: sale di riunione, ampi refettori, il lazzaretto, la cappella, ecc. Gli ambienti nel progetto risultano descritti nei minimi particolari e lasciano immaginare un sereno soggiorno.

In quegli anni si contavano nella nostra provincia 224 malati di mente: 124 uomini e 100 donne (nelle statistiche ufficiali). Il manicomio provinciale avrebbe dato un buon tetto e una sicura assistenza a tutti. Avrebbe garantito a tutti numerosi servizi e ad alcuni — quelli considerati « più tranquilli » — anche la possibilità di condurre un’azienda agricola.

Anche il vitto era decente: caffè e latte con pane a colazione; minestra, piatto di carne, vino e pane a mezzogiorno; uovo, pesce o cacio con pane e vino a cena.

Girgenti voleva presentarsi al mondo con un ospedale psichiatrico di primo ordine. Doveva essere un’opera umanitaria esemplare, che avrebbe dato grande prestigio alla città.

Il progetto dell’ingegnere Picone seguiva  il sistema dei padiglioni riuniti, che era stato già seguito in varie parti d’Italia. Il fabbricato risultava costituito da un corpo centrale dove sono sviluppati tutti i servizi generali, una cappella, un lazzaretto ed era predisposto a qualsiasi ampliamento dovuto ad un eventuale au­mento dei ricoverati. Purtroppo l’amministrazione provinciale solo molti anni dopo deciderà di dare corso alla costituzione dell’attuale ex ospedale psichiatrico. I criteri indicati dall’ingegnere Picone vennero comunque tenuti presenti.

L’ospedale psichiatrico di Agri­gento venne inaugurato il 25 otto­bre 1925; trenta anni erano dunque trascorsi dal primo progetto. Il pri­mo direttore dell’Ospedale, il profes­sor Frisco, tenne per l’occasione una lunga relazione sulla storia dell’assi­stenza ai malati di mente e ricordò soprattutto che il filosofo agrigenti­no Empedocle si occupò sapiente­ mente e umanamente degli psico­patici, tanto che, grazie alle sue ope­re, Agrigento poteva essere consi­derata la patria dell’assistenza psi­chiatrica (sic!).

Nonostante le promesse, occorre­ranno altri anni prima di veder completata l’opera. Basti pensare che ancora nel 1928 la strada d’accesso all’ospedale era in pessime condizio­ni richieste, di ciò si lamentavano molto con le autorità locali i parenti dei degenti.

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento storia

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