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Ospedale psichiatrico di Agrigento: un celebre processo

17 Novembre 2014 //  by Elio Di Bella

ospedale psichiatrico

 

 

PROCESSO DI AGRIGENTO . VA AVANTI TRA POLEMICHE E CONTRASTI IL DIBATTIMENTO CONTRO MEDICI, INFERMIERI E AMMINISTRATORI

Manicomio lager, guerra di periti

L’ accusa: fu un genocidio. La difesa: la Tbc? Normale. Si cerca la verita’ in 37 dossier. Sporcizia e abbandono documentati dai mass media. Morti 200 ricoverati in undici anni

 

————————- PUBBLICATO —————————— PROCESSO DI AGRIGENTO . Va avanti tra polemiche e contrasti il dibattimento contro medici, infermieri e amministratori TITOLO: Manicomio lager, guerra di periti L’ accusa: fu un genocidio. La difesa: la Tbc? Normale Si cerca la verita’ in 37 dossier Sporcizia e abbandono documentati dai mass media – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –

 

 

DAL NOSTRO INVIATO AGRIGENTO . Avranno mai giustizia quei poveri matti uccisi dall’ ignavia e dalla violenza di amministratori interessati solo ad assunzioni e appalti all’ ombra del manicomio di Agrigento? Dopo un prete di frontiera, i ragazzi di una radio locale e i giovani di un giornalino curiale, dopo il Corriere della sera e L’ Espresso, a meta’ degli anni 80 furono Domenico Modugno e il verde Franco Corleone ad accendere i riflettori su queste palazzine scrostate dove si consumava lo sterminio di una comunita’ abbandonata fra camerate nere, come accadeva alla prima sezione dove le scarpe s’ incollavano al pavimento perche’ quello era diventato il gabinetto. Lo stanno facendo il processo sul girone infernale che ha visto bruciare in dieci anni duecento pazienti, in gran parte morti per malattie alimentate da latrine nauseabonde, materassi con le croste, una tinozza per bere e per sputarci dentro. Ma e’ un processo dilatato dal tempo che smorza, plasma e consegna agli atti giudiziari le responsabilita’ come fossero genericamente collettive, a volte mettendo perfino a posto la coscienza dei colpevoli, per il momento indicati dal pubblico ministero Pino Bianco nella storia e nelle omissioni di due imputati: il direttore sanitario dell’ epoca Gerlando Taibi e il primario Angelo Mongiovi’ , impegnati a spiegare che le loro denunce non venivano ascoltate da amministratori e potenti.

 

 

L’ accusa contrattacca con le perizie di due esperti, Luigi Cancrini e Claudio Clini, ma il Tribunale presieduto da Maria Agnello fa a meno di sentirli e li denuncia con un esposto alla Procura generale perche’ si son permessi di scrivere le loro opinioni su l’ Unita’ e il manifesto. I giudici preferiscono ascoltare i periti da loro nominati. Ossia il professor Leopoldo Basile, docente di Medicina legale a Milano, e lo specialista Giorgio Zaccaria. E scoppia la guerra dei consulenti. Per i primi nelle cartelle cliniche c’ e’ la prova di un genocidio: la tubercolosi favorita dalla strafottenza di medici e infermieri. Per gli altri l’ apparato sanitario aveva fatto il possibile ed e’ quasi “normale” che il 60 per cento dei pazienti si becchi la Tbc, sporchi come sono. Su questa storia della sporcizia scoppia la “guerra”. Con Basile e Zaccaria che giustificano, mentre Clini e Cancrini contestano che “l’ essere sudici, il perdere feci ed urine… sarebbero espressione diretta della malattia”. Ne e’ passato di tempo da quando i giovani di Radio Concordia accompagnavano per mano qualche cronista travestito da volontario per mostrare materassi intrisi, stracci chiamati lenzuola, uomini trasformati in zombi. Tutti raggomitolati all’ angolo, spaventati da getti d’ acqua, nudi, barbe e capelli mai tagliati, mentre i ratti saltavano fra i loro piedi, in stanzoni dove una volta al giorno arrivava il pentolone della cucina, senza coperchio.

 

 

Erano questi i racconti del novembre ‘ 85 scritti su L’ amico del popolo, il giornalino della Curia che poi non difese il prete “pazzo”, Enzo Di Natali. Pazzo perche’ si occupava dei matti e perche’ non si arrendeva dopo l’ attentato all’ auto, dopo le telefonate con minacce di morte. Alla fine mollo’ . E, dismessa la tonaca, decise che era meglio sposarsi perche’ prevaleva l’ abbandono di una citta’ che passeggiava ogni sera su viale della Vittoria fermandosi 100 metri prima dell’ inferno, forse temendo quel monito tratteggiato sul frontone dell’ Ospedale Psichiatrico: “Non tutti lo sono, non tutti ci sono”. C’ era dentro Gaetana Caruana, entrata in corsia “ordinata, tranquilla, depressa” e sottoposta ad elettroshock pur essendo incinta, come si legge in una delle 37 cartelle cliniche esaminate da Cancrini e Clini. Tracce sbiadite di una storia che per la Caruana prosegue con la nascita di un bimbo destinato a scomparire, sottratto alla madre. E lei presto diventa “impulsiva e aggressiva”, come leggono i due consulenti del Pm immaginando la disperazione: “Come una gatta cui tolgono i piccoli”. Per calmarla si prosegue con elettroshock e sedativi che la rendono prima “tranquilla”, poi “disordinata, impulsiva, vociferatrice”, infine “eccitabile, sconclusionata, disordinata” e “sudicia”. Un percorso concluso con la morte, dopo 26 anni di ricovero, nel ‘ 75, senza piu’ notizie di quel figlio perduto. Si puo’ rintracciare la responsabilita’ dei singoli operatori dall’ esame di quelle cartelle? Sostengono di no Basile e Zaccaria: “In alcune corsie c’ erano 30 letti per 35 degenti e cinque quindi dormivano per terra. I medici facevano denunce e appelli, ma non accadeva nulla. Dire che fossero i medici a provocare le malattie e’ una enormita’ “.

 

 

 

A loro il Tribunale ha chiesto un approfondimento, mentre Clini e Cancrini sembrano forzatamente essere usciti di scena. Resta a combattere Pino Bianco, il Pm che avrebbe voluto riesumare 50 cadaveri per accertare le cause dei decessi. Forse, solo una provocazione. Respinta. Ma lui non cede, come ha dimostrato trasformando il capo di imputazione da abbandono di incapaci “semplice” in “aggravato”. Un modo per non mandare il reato in prescrizione. Per fermare il tempo che dimentica stragi e vittime senza bandiera. ————————- PUBBLICATO —————————— LA SCHEDA TITOLO: Morti 200 ricoverati in undici anni – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – AGRIGENTO . Duecento pazienti morirono in undici anni . dal 1977 al 1988 . nel manicomio di Agrigento. Accusati di “abbandono di incapaci aggravato”, sono sotto processo da alcuni mesi l’ ex direttore sanitario Gaetano Taibi e l’ ex primario Angelo Mongiovi’ . Il pubblico ministero, Pino Bianco, conduce l’ accusa facendo leva su una perizia di Luigi Cancrini e Claudio Clini sostanzialmente ignorata dal Tribunale. Tempi dilatati anche per il processo che vede imputati Giosue’ Salamone e Pietro La Russa, rispettivamente ex presidente ed ex coordinatore della Usl. In altre due inchieste sono indagati sedici amministratori della Usl e i medici dello “Psichiatrico lager” agrigentino sui quali incombono gravi ipotesi di reato che vanno dall’ “abbandono di incapaci” all’ “omicidio colposo” e all’ “abuso di ufficio”.

Cavallaro Felice

Pagina 15
(23 settembre 1996) – Corriere della Sera

 

 

 

altro la visita dei parlamentari

Ai Ministri di grazia e giustizia e della sanita’. – Per sapere – premesso che: il giorno 26 gennaio 1996, gli onorevoli Giuseppe Lumia e Carmelo Incorvaia, accompagnati da alcuni rappresentanti del comitato dei cittadini per i diritti dell’uomo, effettuarono una visita ispettiva presso l’ospedale psichiatrico di Agrigento, che allora ospitava 154 degenti; furono visitati il secondo reparto donne (diciotto pazienti) ed il quinto reparto donne (ventuno pazienti): strutture entrambe vecchie, fatiscenti e mal ridotte. Le degenti erano vestite di stracci, molte senza scarpe; i locali dei reparti erano disadorni e tetri, con servizi igienici maleodoranti; successivamente fu visitato il secondo reparto uomini (venti pazienti); il reparto era stato ristrutturato di recente e le condizioni igienico-sanitarie risultavano migliori degli altri. Appariva comunque molto squallido e povero di suppellettili; non sono stati notati spazi personali, ne’ armadietti o arredi idonei alla vita comunitaria; al termine della visita ispettiva il comitato dei cittadini per i diritti dell’uomo presento’ alla magistratura di Agrigento un dettagliato esposto nel quale venivano denunciate le condizioni di degrado dell’ospedale psichiatrico di Agrigento; a distanza di quasi otto mesi dalla citata visita ispettiva, in data 28 settembre 1996 e’ stata recapitata all’onorevole Giuseppe Lumia, all’onorevole Carmelo Incorvaia (oggi non piu’ parlamentare) ed a Gaetano Costantino (collaboratore dell’onorevole Lumia) un decreto di citazione a giudizio da parte della procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Agrigento;

 

in sostanza, il capo di accusa principale e’ di “…aver abusato della propria qualifica di onorevoli, occupando arbitrariamente il reparto quinto donne dell’ospedale psichiatrico di Agrigento al fine di trarne profitto, consistito nel procurarsi notizie ed immagini attinenti alla condizione di vita delle degenti per diffonderle attraverso i mass media; fatto aggravato dall’essere stato commesso con abuso dei poteri relativi alla qualifica di deputato della Repubblica nonche’ dall’essere stato commesso su edifici pubblici e destinati ad uso pubblico”; tale denuncia e’ arrivata, fra l’altro, mentre in Commissione affari sociali, sia alla Camera che al Senato, e’ stato avviato un lavoro meticoloso e progettuale, attraverso l’audizione delle regioni e dei responsabili di vari ospedali psichiatrici, in vista della chiusura dei residui manicomiali prevista per il prossimo 31 dicembre 1996 (come stabilito dalla legge finanziaria del 1994), per verificare e monitorare la reale situazione di tali strutture -: quali azioni il ministero di grazia e giustizia intenda intraprendere per verificare se sia stata rispettata la vigente legislazione in materia di immunita’ parlamentare (articolo 68, primo comma, della Costituzione);

 

 

se sia in atto un intervento della magistratura nei confronti del responsabile dell’ospedale psichiatrico di Agrigento in base alla denuncia presentata dal comitato dei cittadini per i diritti dell’uomo; quali iniziative il ministero della sanita’ abbia intrapreso, o intenda intraprendere, per verificare l’attuale situazione dell’ospedale psichiatrico di Agrigento, che – al tempo della visita ispettiva – non vedeva rispettati ne’ i piu’ elementari diritti umani ne’ tantomeno il diritto alla salute; quali azioni si intendano intraprendere per evitare che i lavori di ristrutturazione dell’ospedale psichiatrico di Agrigento siano solo un’operazione di “facciata” e non sostanziali, prevedendo la costruzione di case-famiglia e di piccole comunita’ alloggio, gestite in raccordo con le strutture della cooperazione sociale e del volontariato; come si intenda procedere, anche a livello nazionale, data la scadenza del 31 dicembre 1996 – che prevede la definitiva chiusura dei residui manicomiali – affinche’ i diritti umani di questi cittadini vengano rispettati. (4-04167)

fonte

altro

di Salvatore Fucà

Oltre duemila persone hanno salutato il ritorno alle scene di Domenico Modugno.
Il pubblico scelto per fare cornice a questo straordinario concerto, era particolare così come lo era l´atmosfera che si è creata, così come lo era l´occasione che ha sollecitato l´esibizione del famoso cantante. L´aspetto spettacolare della manifestazione è servito ad amplificare su scala nazionale un gesto di solidarietà nei confronti dei nostri fratelli tanto sfortunati, che per un giorno hanno potuto godere di una festa bellissima interamente dedicata a loro.

 

 

Capovolgendo l´impostazione che aveva saldato Agrigento a quelle terribili immagini all´interno dell´Ospedale Psichiatrico, questa volta l´intero Paese ha plaudito ad un´iniziativa che proprio partendo dalla città di Agrigento, simboleggia un nuovo modo di accostarsi alle problematiche complesse degli ammalati di mente.
La Provincia di Agrigento ha prontamente intuito la portata provocatoria e coraggiosa dell´idea lanciata da Domenico Modugno e subito ripresa dall´Espresso e dal Maurizio Costanzo Show.
L´organizzazione impeccabile del suggestivo appuntamento è stata agevolata da un supporto notevole che era fondamentale per fare si che questa giornata raccogliesse in sé più di un motivo di letizia; il riferimento non può andare alle diverse condizioni in cui si trovano oggi i ricoverati dell´Ospedale Psichiatrico rispetto alla prima visita compiuta da Domenico Modugno e dai suoi colleghi del gruppo parlamentare federalista europeo.

 

Tutto ciò ha consentito alla vecchia gloria della canzone italiana di avere riportato nella stessa giornata due grandiose vittorie: la prima di ritrovare il coraggio di affrontare il palcoscenico al meglio delle recuperate energie canore, la seconda di avere contribuito a rimuovere condizioni di vita disumane per tanti ammalati.
Questi brevi cenni non fanno giustizia della magica atmosfera che si è creata durante la tanto attesa esibizione. Forse in questo è stata determinante la eccezionale performance di un rinato grande artista, così come sono stati determinanti i sorrisi e l´entusiasmo al seguito della musica dei protagonisti della serata, così come sono stati intonati, sobri e puntuali gli interventi del presidente della Provincia dott. Ignazio Cantone e dei deputati radicali Corleone e Stanzani, ma il vero artefice del grande successo è stato senz´altro chi si è sintonizzato, fin dal suo ingresso in scena, sulla giusta lunghezza d´onda. Domenico Modugno non poteva rompere gli indugi in maniera migliore esordendo: non faccio discorsi, canto subito.

di Salvatore Fucà

 

Il concerto tenuto da Domenico Modugno ha avuto effetti molteplici. A parte la senzibilizzazione nei confronti del grave problema degli ammalati di mente, ha finito col costituire un forte momento di rilancio della città in termini pubblicitari.
« Son convinto che la vostra città — ha detto l´inviato del Corriere della Sera Mario Luzzato Fegiz — per questa occasione sta avendo un ritorno pubblicitario pari a quello del Festival di Sanremo, con la differenza che questa manifestazione, organizzata in maniera impeccabile dall´ufficio pubbliche relazioni della Provincia, vi sta costando pochissimo, mentre il festival costa fior di miliardi. Certo, magari nelle intenzioni originali degli organizzatori questo non era nel contesto, ma l´effetto c´è ».
In effetti il 3 marzo sera Agrigento è stata letteralmente presa d´assalto da giornalisti ed operatori di emittenti televisive provenienti da tutta Italia; numerosissimi anche i fotografi, anch´essi in rappresentanza di moltissime testate appartenenti a varie località italiane.

 

Di Agrigento si è parlato alla RAI, nei telegiornali nazionali ed in tutti i principali quotidiani e periodici, anche perché l´esibizione di Modugno ha costituito un evento storico che forse per decenni sarà ricordaro negli annali della musica leggera nazionale: il ritorno all´attività di un artista colpito da un ictus, paralizzato nel lato sinistro, ormai dato per finito — almeno dal punto di vista della sua attività — e che invece dimostra di avere la voce, la forza e la personalità necessarie per riuscire a tenere in piedi uno spettacolo che doveva durare circa 45 minuti e che invece si è protratto per quasi un´ora e un quarto proprio per le richieste di « bis » dovute al successo riscosso dal cantante.
Tutto questo, quindi, non fa altro che confermare la validità di un´iniziativa la cui eccezionalità era nell´aria da tempo ed i cui risultati hanno confermato ciò che alla vigilia molti avevano previsto.

Fonte AGRIGENTO NUOVE IPOTESI N.2 MARZO-APRILE 1989

Categoria: Agrigento RaccontaTag: agrigento racconta, ospedale psichiatrico

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