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Missionario agrigentino martire in Cina: gli danno fuoco col kerosene

9 Maggio 2019 //  by Elio Di Bella

Giuseppe Strippoli

Il missionario valdese Alfonso Argento nacque a Girgenti, oggi Agrigento,  il 22 luglio 1873, primo di dieci figli del calzolaio Niccolò e di Francesca Capraro.

Suo padre, Nicolò, fu tra i fondatori insieme al Pastore Alberto Clot che già conosceva in quanto era stato pastore a Grotte e Girgenti, della missione evangelica Valdese di Rochester, NY.  Città dove morì il  21 luglio 1927, fu sepolto al Mt. Hope Cemetery di Rochester , N.Y. La sua fu una famiglia di missionari. Oltre Alfonso, anche la figlia Concettina,  seguì la strada del fratello Alfonso come missionaria in Cina con la China Inland Mission, l’altra figlia   Clara era impegnata come pianista nella chiesa, infine il figlio  Francesco, dopo aver studiato teologia in Svizzera divenne pastore negli Stati Uniti.

Alfonso Argento fu missionario  a Kwangchow  (per la  China Inland Mission)  , in pochi anni, riunì attorno a sé un piccolo gruppo di cristiani. Era loro consuetudine alzarsi prima dell’alba per studiare insieme le Scritture. Nel 1900 i Boxers catturarono il signor Argento, versarono del kerosene su di lui e gli  dettero fuoco. Alcuni dei suoi amici però, vennero in suo soccorso e riuscirono a salvargli la vita, ma la sua vista era ormai perduta e altre parti del suo corpo erano gravemente ustionate. La Missione lo esortò a tornare in Europa, ma non volle andarsene. “Se non riesco a vedere”, disse, ”posso almeno rimanere qui e pregare per la salvezza della mia gente”. Dopo pochi anni, la sua salute divenne così precaria che fu costretto a lasciare la Cina per sempre. Andò ad abitare con i familiari di sua moglie in Norvegia. Un vicino del signor Argento, li in Norvegia,  che pregava costantemente. Spesso restava in piedi ben oltre la mezzanotte per intercedere per il suo popolo di Kwangchow. A volte la moglie gli diceva: “Non puoi continuare così, sei troppo debole, devi andare a letto». Ma egli le rispondeva: «Come posso dormire, quando molte migliaia di persone là in Kwangchow stanno morendo senza Gesù?” .

Alfonso Argento mori il 3 luglio del 1913, a Trondhjem.

Sulla sua missione in Cina un testimone ricorda: “Quando arrivai a Kwangchow nel dicembre del 1915, vidi che veniva messa a posto l’ultima tegola sul tetto di una bella chiesa. Quella chiesa mi fu indicata quale esempio del frutto del ministero sacrificale del signor Argento. Aveva una capienza di 1.400 persone, ed era stata costruita interamente con fondi offerti da cristiani cinesi. A quel tempo c’erano duemila cristiani nella città di Kwangchow e in tutta la campagna circostante. C’erano inoltre, ventuno stazioni (evangelistiche) nei dintorni, e di tutti i collaboratori solo due erano pagati con fondi esteri.”

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alfonso-argento

testo di Giuseppe Strippoli 

Categoria: Agrigento RaccontaTag: agrigento, chiesa di agrigento, girgenti

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