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La via Bac Bac ad Agrigento: origine e significato del nome

24 Aprile 2022 //  by Elio Di Bella

Esiste in Agrigento la Via Bac – Bac, per la quale si arriva a Beb – er- ria e da qui al Duomo.

Tanto il nome della via, che quello della porta sono di origine araba. Il nome della porta è di facile e concorde traduzione : la porta dei venti. Ed il nome corrisponde alla cosa, perchè in questo punto della città si percepisce ogni alitare di vento, qualunque ne sia la direzione.

La traduzione che invece si dà della parola bac – bac non è soddisfacente : l’Avv. Giuseppe Picone nella sua quinta memoria storica agrigentina scrisse che dovevasi tradurre la via del nano e tutti, in seguito, hanno ripetuto : la via del nano.

Perchè poi nano, se tanto in arabo classico che in arabo parlato la parola nano si traduce in modo così diverso da non essere possibile, sia pure con le immancabili deformazioni, arrivare all’odierno bac  bac?

Il Picone giustifica la sua traduzione affermando che nano in arabo si traduce bac bac e scrive una parola araba composta (in tipografia non sono purtroppo caratteri arabi) di cinque lettere : ba, chef, ba, alif, e chef.

Ho cercato questa parola, per me nuova, nell’ottimo vocabolario del Padre Belot ed in quello di Bel Kassein ben Sedira, ma non sono riuscito a trovarla, come non sono riuscito a trovare il verbo bekbek, scritto così come il Picone lo ha scritto.

Esistono invece due parole scritte col caf (e non col chef), il cui significato è però completamente diverso da quello indicato dal Picone.

Noi abbiamo in arabo classico quattro parole, il cui suono si avvicina a quello di bac – bac.

Vi è una esclamazione di gioia e di  lode, rilevata dallo stesso Picone, che si scrive bak – bak (2a e 7a lettera dell’alfabeto: la settima si pronuncia come il eh tedesco, ma l’ arabo parlato addolcisce molto il suono, eccezione fatta perle montagne del Marocco dove conserva la sua asprezza): anch’io ritengo che questo grido di gioia sia estraneo al nome della via. Vi è la parola bakbàk (ba, caf,ba, alif, caf) che significa ciarlone, millantatore. Non è da escludere la ipotesi che in quella via abitasse qualche millantatore ben noto a tutti i cittadini di allora, onde la designazione della via.

Ma vi sono ancora altre due parole, sulle quali è più opportuno, secondo me, soffermarsi. L’ima è scritta come il grido di esclamazione (ma in unica parola, mentre il grido di lode è scritto in due parole) e significa: il muggito del cammello. Ora se noi poniamo mente al fatto che la via bac – bac (in atto è scritta così) sbocca nel piano Lena a sud e nella beb -er-ria (dovrebbe essere scritto così) a nord; che da questa porta entravano in città gli arabi, che venivano dalle campagne e dai casali a nord di Agrigento; che ogni paese arabo ha il suo mercato settimanale con notevole agglomerarsi di animali, specialmente cavalli e cammelli e che questi ultimi hanno un muggito caratteristico, che richiama 1’attenzione, trovo sia ben fondata la ipotesi che il nome (via del muggito del cammello), tramandato sino a noi, servisse ad indicare la via percorsa dai cammelli carichi dei prodotti destinati al mercato, che poteva benissimo aver luogo nell’odierno piano Lena.

L’altra parola è scritta Bakbak (ba – caf – ba – caf) e significa il glu – glu che fa l’acqua versata da una brocca dal collo stretto, significa l’acqua che bolle, l’acqua che fa le polle alla superficie ed in arabo parlato: brocca col collo stretto (come i bùmmuli di Sciacca).

Questa parola la cui pronunzia coincide perfettamente con quella attuale del nostro popolo potrebbe essere quella originaria araba attribuita alla via, sempre quando si accettasse l’ipotesi, che ivi fosse una sorgente di acqua gorgogliante, oppure una fabbrica di queste speciali brocche, nella cui fabbricazione gli arabi sono maestri,

Mi si è fatto rilevare non essere accertato che in Agrigento fossero cammelli : non mi sono preoccupato di fare ricerche in merito, ina se è fuor di dubbio che in Agrigento fiorì una colonia di berberi dediti soprattutto ai lavori dei campi, è quanto mai verisimile che avessero con loro anche il fido cammello, mentre arabi e guerrieri preferiscono il cavallo.

Ma non è dubbio che in Agrigento sia stata almeno una fabbrica di quelle speciali brocche, che i francesi chiamano gargoulettes.

Nell’un caso o nell’altro il nano non c’entra affatto.

Il nome della via poi deve essere scritto in unica parola e non col trattino orizzontale di divisione: il c deve essere sostituito da un k o da un ch : bakbak oppure bachbach; il nome della porta invece dovrebbe essere diviso: beb – er – riah.

Opino poi che i due nomi non debbano essere mutati, perchè profondamente radicati nel popolo e perchè ci ricordano il periodo di dominazione araba, che fu per Agrigento periodo di splendore, giacché qui fiorirono allora le industrie, il commercio ed anche le arti.

Vincenzo Campo Ingrao, La via Bac-Bac (annuario dell’istituto Foderà di Agrigento)

Categoria: Agrigento RaccontaTag: agrigento, agrigento racconta, agrigento storia, bac bac, girgenti, sicilia

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