Disoccupazione, analfabetismo, delinquenza, mafia, usura, precarie condizione igienico-sanitarie, generale depressione economica: sono questi solo alcuni dei maggiori problemi che attanagliano la vita dei poco più di 30.000 Agrigentini all’inizio del XX secolo. Anche se la città ha fatto uno sforzo considerevole per attivare un processo di modernizzazione, avviando la realizzazione di importanti opere pubbliche (un nuovo ospedale, scuole, strade più confortevoli e meglio illuminate, una stazione ferroviaria, nuovi uffici pubblici, un viale alberato sono stati costruiti in pochi anni), essa appare ugualmente molto in ritardo anche rispetto ad altri capoluoghi della Sicilia e il suo sviluppo è condizionato dagli interessi dei grandi proprietari terrieri e delle miniere che frenano ogni innovazione tecnologica che apporti migliorie nella coltivazione dei campi e nell’estrazione dello zolfo e rimangono legati ad una cultura imprenditoriale caratterizzata dalla difesa dei privilegi e dal parassitismo.
La Chiesa dopo la diffusione dei fasci siciliani ha ritrovato nuovo slancio e si è dedicata all’assistenzialismo e alle attività educative moltiplicando le opere di carità e le scuole, mentre continua a combattere una difficile battaglia contro la locale massoneria, che cerca di ridimensionarne il potere politico ed ideologico ancora assai forte e radicato.
Negli ultimi decenni è fiorita la cooperazione sotto varie forme e sono nati istituti di credito e nuove forme di associazione che hanno tentato di alleviare la misera condizione dei lavoratori e hanno cercato di combattere contro lo strapotere degli usurai, ma il potere decisionale dei lavoratori in tali realtà è scarso e anche queste significative realizzazioni non riescono a frenare il desiderio di tanti di abbandonare la città e di cercare altrove fortuna.
La vita amministrativa agrigentina nel primo decennio è dominata dal partito dei cattolici e dai liberali moderati che insieme per un certo periodo danno vita alla locale giunta municipale. Successivamente i consiglieri cattolici decidono di abbandonare ogni alleanza e di costituire una giunta monocolore. L’operazione riesce grazie soprattutto ad un attivo sacerdote, don Michele Sclafani, che sino all’avvento del fascismo sarà alla guida del Partito Popolare.
Agrigento fu presente con molti suoi giovani figli anche nella guerra per la conquista della Libia e poi nell’immane olocausto della grande guerra. Durante la prima guerra mondiale la città è in ginocchio: la crisi economica si aggrava anche perché molti uomini vengono chiamati al fronte e i tradizionali mercati vengono meno. Sono molti gli Agrigentini che cadono nei campi di battaglia, come testimonia ancora oggi un Monumento ai Caduti che sorge in una villa cittadina e ne riporta i nomi. Tante anche le medaglie al valore.
Ma le conseguenze della vittoria “mutilata” si fecero sentire anche in questo angolo della Sicilia. I contadini e le loro associazioni cominciarono a lottare per l’esproprio delle terre e gli scioperi specie tra gli zolfatari si moltiplicarono. Negli anni Venti vengono realizzati nuovi scavi archeologici nella Valle dei Templi soprattutto su iniziativa del capitano inglese Hardcastle e del giovane archeologo Pirro Marconi. C’è un nuovo interesse verso l’importanza storico – archeologica dei templi agrigentini.
Con l’avvento del fascismo (la prima sezione fascista ha visto la luce nel 1922) vengono avviati modesti progetti di modernizzazione che portano tra l’altro all’edificazione di nuovi alloggi popolari, di un colossale ufficio postale, della sede della GIL, della stazione balneare a San Leone, del nuovo manicomio provinciale, di nuove scuole. La prima pietra per la Stazione Centrale venne posta dallo stesso Mussolini in visita ad Agrigento nel 1934 (e poi di nuovo nell’agosto 1937).
Se una parte della popolazione fu connivente con il fascismo, il rapporto della città con il nuovo regime fu più in generale di tiepido distacco e di estraneità, che si tradusse negli anni della guerra in manifesta indifferenza e in sorda opposizione. Non mancarono gli antifascisti dichiarati. Già nel 1923 i fascisti si erano accaniti contro i maggiori esponenti dei partiti contrari al regime. Vennero arrestati più volte Giuseppe Sciabica, Cesare Sessa, Giuseppe Granata, Gaetano Gaglio.
Nel 1934 Agrigento si trovò al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica mondiale perché il premio nobel per la letteratura venne conferito ad un suo figlio: Luigi Pirandello.
Durante la seconda guerra mondiale oltre che il proprio tributo di sangue nei campi di battaglia, gli Agrigentini pagarono per un duro bombardamento americano per mare e per cielo in cui persero la vita oltre trecento civili (10 e 17 luglio 1943). Accolsero comunque festosamente le truppe alleate quando queste qualche giorno dopo occuparono la città.
Gli anni del dopoguerra sino ad oggi sono caratterizzati da brevi momenti di sviluppo e da lunghi periodi di staticità, se non di depressione economica. La vita politico amministrativa è stata egemonizzata dalla Democrazia Cristiana che per almeno cinquanta anni ha ottenuto in consiglio comunale la maggioranza assoluta. In questo scorcio di “seconda Repubblica”, come è noto, la Democrazia Cristiana è scomparsa travolta anche ad Agrigento dagli scandali di tangentopoli. Una nuova legge elettorale ha consentito agli elettori di nominare con elezione diretta il Sindaco, che attualmente è Calogero Sodano, mentre in consiglio comunale siedono i rappresentanti dei nuovi partiti sorti in tutta Italia dopo le vicende di tangentopoli.
Il volto della città si è trasformato notevolmente: tra gli anni Cinquanta e Sessanta la domanda borghese e piccolo borghese di alloggi guida il boom edilizio, che – in assenza di una normativa adeguata e di piani urbanistici- ha avuto effetti devastanti sul territorio urbano.
Un evento franoso ha lasciato 7000 Agrigentini senza casa (19 luglio 1966) e in Italia la stampa in quella occasione ha parlato di “sacco di Agrigento”. Gli eventi successivi portano al decreto Gui-Mancini che tenta di frenare i palazzinari. Si sviluppa invece negli anni seguenti una nuova ondata di cementificazione: nuovi alloggi abusivi vengono realizzati un po’ dovunque e non risparmiano la Valle dei Templi e il litorale agrigentino.
Agrigento è stata privata per lungo tempo di uno spazio vitale per la sua espansione urbanistica, mentre lo sviluppo edilizio si è avuto in zone distanti e piuttosto isolate dalla città, come Monserrato e Fontanelle. Alla scomposta edificazione corrisponde la crescita di enormi fortune economiche, dietro le quali – anche secondo alcuni inchieste parlamentari e giudiziarie – si allunga l’ombra sinistra della mafia. Nella lotta contro la “piovra” anche gli Agrigentini hanno pagato il loro tributo: sono caduti, colpiti dalle armi dei mafiosi, il giudice Rosario Livatino, il maresciallo Guazzelli, il funzionario di polizia Beppe Montana. Di recente uno dei più ricercati capi mafia, il latitante Brusca, è stato scoperto in una villetta di Agrigento. Il boom economico degli anni Sessanta e il diffuso benessere degli ultimi decenni hanno comunque mutato anche il volto sociale e culturale della città, pur con diverse ombre.
Molti hanno abbandonato l’agricoltura e le attività estrattive e la popolazione è occupata soprattutto nel terziario e nei diversi settori della vita commerciale. La città è principalmente centro amministrativo, ma ha cercato si affermarsi sempre di più come polo turistico e ciò ha fatto fiorire diverse attività legate a questo promettente settore economico.
Nonostante tutto però il reddito pro capite in provincia di Agrigento in questi ultimi Cinquant’anni è risultato sempre statisticamente l’ultimo o uno degli ultimi in Italia. Alcune importanti manifestazioni culturali hanno posto Agrigento all’attenzione della vita culturale italiana: l’annuale Sagra del Mandorlo in fiore, i convegni nazionali pirandelliani, il premio cinematografico Efebo d’oro. Nei giorni 8 e 9 maggio del 1993 il Santo Padre Giovanni Paolo II è stato in visita ad Agrigento e il 28 aprile 1995 il presidente della Repubblica, on. Oscar Luigi Scalfaro ha inaugurato la riapertura del teatro Luigi Pirandello; il 28 agosto 1994 si sono svolti i Campionati mondiali di ciclismo su strada e nel giugno del 1995 il Grand Prix Europe Word Offshore Championship. thomas









































































































































Mostra allestita nella sede della Banca d’Italia di Agrigento