CIRO D’ARPA
Il complesso monumentale del monastero delle benedettine cistercensi di Santo Spirito costituisce uno degli esempi più antichi e significativi di quella particolare produzione architettonica siciliana del XIV secolo, genericamente ed impropriamente aggettivata dalla storiografia col termine di architettura “chiaramontana”.
Tale denominazione deriva dal titolo appunto dei Chiaramonte, potente e prestigiosa famiglia di feudatari patrocinatori di numerose architetture sia civili che religiose realizzate in Sicilia. Infatti il cenobio agrigentino, detto anche la “Badia Grande”, fu fondato alla fine del XIII secolo dalla nobile Marchisa Prefoglio, moglie di Federico I Chiaramonte.
Annessa al monastero sorge la chiesa omonima la quale, pur avendo subito notevoli trasformazioni in epoca barocca, conserva ancora tracce significative della sua antica costruzione. Per tanto possiamo ancora ammirare il sobrio portale ad ogiva, come pure riconoscere nell’ambiente coperto a crociera posto dietro l’attuale presbiterio, la parte terminale della chiesa trecentesca. Infine sul lato sinistro del presbiterio si affianca un locale, con duplice crociera costolonata, la cui destinazione originaria nel contesto planimetrico fu probabilmente quella di cappella funeraria3.
Tuttavia la chiesa si configura come una delle realizzazioni artistiche più significative della cultura barocca piuttosto che trecentesca in quanto, come accennavamo precedentemente, agli inizi del XVIII secolo fu trasformata ed internamente configurata con partiture architettoniche che fanno da supporto ad un complesso apparato decorativo a stucco.