
Il Palazzo della Provincia fu uno dei primi edifici che, nell’Ottocento, vennero costruiti fuori dalla cinta muraria, cambiando radicalmente l’aspetto della Città. Le vicende storiche che portarono alla costruzione del Palazzo possono datarsi all’agosto del 1834, quando Ferdinando II di Borbone, Re del regno delle Due Sicilie, emanava un decreto con il quale istituiva e regolamentava tre Reali Ospizi di beneficenza con relative sedi a Palermo, Catania e Messina. Il decreto venne successivamente promulgato e così nel maggio del 1853 venne esteso alle rimanenti province di Trapani, Caltanissetta, Noto e Girgenti. Al Re Ferdinando 11, in visita alla Città di (urgenti veniva esplicitamente chiesto «che l’Istituto di beneficenza si fondasse entro il Palazzo Gioenino..» (G. Picone. Memorie storiche Agrigentine — pag. 604).
Con il Regio Decreto del 16 maggio 1853 ne viene approvata la spesa. Il 10 aprile 1856, il Conte di Capaci, allora intendente della città di (urgenti, pubblica il bando perla gara aggiudicatrice d’appalto per la realizzazione del Reale Ospizio di Beneficenza da erigersi nel piano di Porta di Ponte. Così nell’aprile del 1858 venne posata la prima pietra alla presenza del Vescovo di Girgenti, Domenico Lo Iacono e dell’Intendente Borbonico Salvatore Vanasco «la decuria ringraziava il Re… e nello stesso anno furono demoliti gli stazzoni o le case dei figuli, che occupavano parte di piano Porta di Ponte e deformavano l’ingresso della Città… e nel corso dell’ anno stesso alla Presenza del Vescovo e del novello Intendente Venasco, si gittava la prima pietra dell’ Ospizio di beneficenza il quale divenne Magnifico Palazzo della Provincia e della Prefettura» (G. Picone, Memorie storiche Agrigentine — pag. 630,631).
Relativamente all’aspetto che doveva avere il largo «Porta di Ponte», prima della costruzione del Reale Ospizio, ne parla nell’anno 186o il notabile agrigentino E.P. Diana «…. il forestiero che veniva a Girgenti riceveva le prime brutte impressioni della Città. Luridi e mal costruiti erano i casolari, detti stazzoni, dei vasellai o meglio di fabbricanti di brocche… alcuni sul suolo sul quale ora sorge maestoso il Palazzo della Provincia» . Il Reale Ospizio avrebbe dovuto soccorrere, ospitare ed educare gli infelici figli del Regno, nonché tutti gli orfani indigenti. Ma nell’anno 186o, l’edificio ancora in costruzione cambia di destinazione d’uso per ospitare, inizialmente, l’Archivio di Stato e, successivamente , gli ufficio della Provincia e della Prefettura. 11 progetto iniziale fu eseguito dall’ingegnere Ignazio Giarrusso e prevedeva al piano terra la sistemazione della cucina e del refettorio, della canonica, del magazzino, del parlatorio e di alcune sale molto ampie atte ad ospitare le scuole di mestiere. Al primo piano sarebbero state destinate le rimanenti aule scolastiche, la cappella e gli alloggi del Prefetto degli studi; i dormitori, invece, sarebbero stati destinati al secondo piano.
Dalla sommità dell’edificio avrebbe capeggiato lo stemma reale Borbonico. Con l’ingresso dei Garibaldini e la scacciata dei Borbone il progetto architettonico viene modificato. Dalle pianta rettangolare con corte centrale e Scala Reale collocata alla destra dell’ingresso principale si passa a un edificio a pianta centrale quadratica con cortile porticato e Scala Reale posta al centro del loggiato. Sul tetto sorgeva anche un osservatorio meteorologico ed astronomico. «….dicembre 1870…. eclissi iotale di sole. A ben osservano vengono in Gir-genti il Principe di Lampedusa.. . mentre nell’ osservatorio meteorologico , che sorge sulla sommità del palazzo della Provincia…» ( G. Picone, Memorie stoiche Agrigentine — pag. 684). il Magnifico palazzo della Provincia e della Prefettura da11858 al 1869 rimase un cantiere aperto; dai due piani progettati in origine si passò a quattro piani. Ufficialmente venne inaugurato il 31 agosto 1869.
in Corriere del Mezzogiorno del 21 settembre 2015