Pubblicato- sul sito academia – il testo di Valentina Fiorito, dal titolo” SARO ZAGARI, GIUSEPPE PRINZI E LA SCULTURA IN SICILIA DAL NEOCLASSICISMO AL REALISMO”
Comprende un capitolo sul periodo neoclassico ad Agrigento
Pagine di grande interesse per un conoscere un periodo della storia della città siciliana, caratterizzato da importanti cambiamenti che ne hanno modificato l’assetto urbanistico.
Valentina Fiorito inizia considerando che sono scarse le testimonianze funerarie agrigentine nelle chiese e nel camposanto, che “ha risentito delle alterazioni successive, che hanno portato alla distruzione della maggior parte di sepolture ottocentesche, o alla loro alterazione, da parte dei nuovi concessionari della sepoltura”.
Una rilevante presenza aristocratica nella vita della città nell’Ottocento non “ha garantito – anzi forse ha ostacolato – la celebrazione monumentale della singola personalità”.
Così – secondo la studiosa – “ a Girgenti predominano le sobrie strutture funerarie prettamente architettoniche” dove abbiamo un uso non sporadico della terracotta, come ad esempio “nella tomba molto particolare di Beatrice Celi, sovrastata da un gruppo di tre bambine, in vari atteggiamenti, modellate appunto in terracotta originariamente ricoperta da uno strato di stucco, forse atto a simulare il marmo”.
La pietra Comiso invece caratterizza un monumento funebre dell’inizio del Novecento, in stile Art nouveau: quello della “piccola Virginia Fradella, realizzato dal palermitano Gaetano Geraci, il primo ornatista liberty della Sicilia”.
Ad Agrigento in una piazza del centro storico venne posta una statua di Francesco I, realizzata da Valerio Villareale, per ingraziarsi il sovrano, che aveva rivisto la sua decisione di privare Girgenti del titolo di Capovalle.
“In generale, tutte le testimonianze scultoree della Girgenti del secolo XIX sono estremamente ridotte; per quanto riguarda la pittura- sottolinea Valentina Fiorito – … da Pietro Griffo nel suo volume Il museo civico di Agrigento viene però ricordata la presenza di un «[…] busto in marmo di Ugo delle Favare”. Questo vicerè di Sicilia intervenne “a favore della città con il sovrano, quando si era presentato il rischio che venisse revocato il ruolo di Capovalle”.
Circa le opere del periodo neoclassico presenti nel Museo civico, la Fiorito ricorda il ritratto di Empedocle, “donato da Valerio Villareale alla città …Di elegante fattura, anche se è lavorato con meno cura nella sua parte posteriore, è firmato e datato «VALERIO VILLAREALE / PALERM. SC. NEL 1828».
UN NEOCLASSICO BUSTO DI EMPEDOCLE
Nell’opera il filosofo è “coronato da due rami di alloro intrecciati”. Oggi si trova all’ingresso del Liceo agrigentino dedicato al filosofo. Per qualche tempo nella Villa Comunale Maria Tersa (successivamente dedicata a Garibaldi). Un giardino pubblico realizzato dai Borboni a Girgenti all’inizio della seconda metà dell’Ottocento ed abbattuta un secolo dopo.
Nel foyer del Teatro Pirandello è presente un mezzo busto di “Luigi Filippo” di autore anonimo, e datato al XVIII secolo.
Secondo la studiosa “In realtà di un’opera ottocentesca, come si può notare dalla fattura e dallo stile; anche il soggetto secondo me non ha nulla a che fare con il sovrano francese: … potrebbe trattarsi del busto di Delle Favare, anche se non sono pervenute, a mia notizia, altre testimonianze figurative delle fattezze del vicerè, che permetterebbero un raffronto più risolutivo”.
Si trovavano nella villa Maria Teresa, lungo i suoi vialetti, diverse statue, come ad esempio le allegorie delle quattro stagioni, (dono del principe di Aragona) e all’ingresso, lungo una ampia scalinata, leoni e sfingi di notevoli dimensioni, attribuiti a Valerio Villareale.
“Sempre nel foyer del teatro civico sono anche collocate due sculture in gesso: la prima replica in dimensioni maggiori lo Zeus di Otricoli, la seconda raffigura la composta personificazione del fiume Akragas ( firmata e datata: «NOTO-MILLEFIORI / GIOVANNI-BATTISTA / FECE 1875…
A questo scultore agrigentino si ricollega il busto del vescovo di Agrigento, Monsignor Saverio Granata. E’ collocato presso l’omonimo istituto. “Anche in tale ritratto l’artista dimostra di abbracciare un realismo depurato da qualsiasi forma più estrema”.
Il capitolo dedicato alla Girgenti neoclassica si conclude ricordando il busto di Michele Foderà, scienziato agrigentino, eretto dopo il 1881 e oggi collocato in una delle quattro villette di fronte Porta di Ponte, l’antico ingresso cittadino.