Innanzitutti occorre dire che il vero bucaniere era un pirata che operava soprattutto nei Caraibi e lungo l’intera costa sudamericana durante la metà alla fine del secolo XVII e l’inizio del XVIII. Nel corso del tempo il termine bucaniere è stato usato anche per quei soggetti che hanno agito secondo la legge della legge, oltre che per indicare coloro che hanno operato contro la legge.
Per esempio citiamo il caso Henry Morgan che era in realtà un corsaro, più che un bucaniere ma viene indicato anche lui con la qualifica di bucaniere. Costui era autorizzato a sequestrare le merci e i beni a bordo delle navi nemiche.
I corsari portavano con sè una sorta di documento di riconoscimento e si attendeva da costoro che consegnassero una buona parte dei loro bottini alla corona inglese
Andando alle origini del temine bucaniere esso indicava i cacciatori senza legge e i montagnari che lavoravano e foraggiavano nell’entroterra, tra le colline e le valli di Hispaniola (che oggi comprende la Repubblica Dominicana e Haiti), molto probabilmente di origine francese.
Il nome bucaniere derivava dal modo in cui cucinavano. Usavano, seguendo lo stile dei nativi caraibici Arawak, una struttura di legno chiamata buccan, con cui cucinavano e affumicavano la carne. Poi il termine prese la forma anglicizzata, buccaneer che divenne molto diffusa con la pubblicazione in inglese del 1684 del libro di Alexandre Exquemelin, De Americaensche Zee-Roovers, tradotto come The Buccaneers Of America. Si distinguevano per l’abilità di cacciatori nel tirare di moschetto.
Intorno al 1620 i bucanieri, riconoscibili per i loro di pelli di cuoio e dai lunghi coltelli da cacciatore, da migrazione in migrazione, intorno al 1630 si stabilirono, numerosi, sull’isola al largo di Tortuga, ( nome che gli aveva dato Cristoforo Colombo, che ebbe l’impressione che quell’isola avesse la forma di un guscio di tartaruga). Dall’’isola di Tortuga partivano per razziare lungo le linee di navigazione che attraversavano il Passaggio Sopravento tra Cuba e Hispaniola.
Si ricorda innanzitutto il primo bucaniere degno di nota, il francese Jean le Vasseur, con le sue numerose imprese illegali. Era un ex ingegnere militare e si avvalse delle sue capacità ingegneristiche per realizzare nel 1642 la costruzione di un forte su uno sperone sopra il porto che divenne una base operativa permanente per i bucanieri.
Gli spagnoli 1643 inviarono sei navi e 500 uomini per conquistare il forte di Le Vasseur e sottomettere i bucanieri al suo comando Ma il sistema difensivo resse e anche un tentativo di sbarco degli spagnoli fu fu un disastro. Gli invasori caddero in un’imboscata e persero duecento uomini. Dopo questo successo la sua fama si diffuse e presto tanti marinai, schiavi, criminali e fuorilegge disperati, provenienti soprattutto dall’Inghilterra e dall’Olanda si unirono a Le Vasseur e con lui attaccacano le navi spagnole con piccoli barche, colpendo grandi galeoni carichi di oro e oggetti di valore.
Le Vasseur si rifiutò di condividere i suoi bottini con il governo francese e ciò gli causo problemi con i suoi stessi combattenti e alla fine cadde in conflitto con i suoi stessi uomini. Tortuga restò comunque rifugio per i bucanieri che cominciarono a definirsi i Fratelli della Costa, nominavano un Ammiraglio. La loro impresa allora più celebre fu il saccheggio di Panama, da parte degli uomini di Henry Morgan nel 1671.
Nell’opera The Buccaneers Of America di Exquemelin troviamo spassosi racconti di bucanieri che trascorrono intere giornate nelle taverne e bevono e giocavo e creano risse e così fanno mei porti dove arrivano
L’autore, Exquemelin, arrivò a Tortuga nel 1666 come servitore a contratto con la Compagnia francese delle Indie occidentali. Era un chirurgo e visse tra i bucanieri per più di 12 anni. Poi si trasferì da Tortuga a Port Royal in Giamaica e partecipò alle imprese di Henry Morgan (del quale non parla molto bene nelle pagine del suo libro). Il suo libro resoconto di Exquemelin è una preziosa fonte di prima mano per conoscere la vita dei bucanieri.
Tra i suoi racconti più celebri ricordiamo quello riguardante le imprese di Bartolomeo il Portoghese che aveva catturato una nave spagnola al largo delle coste di Cuba e aveva afferrato un notevole bottino che però fu a sua volta saccheggiato. Una forte tempesta lo costrinse a raggiungere un porto messicano dove però fu riconosciuto tra coloro che avevano saccheggiato costa e fu condannato all’impiccagione . La notte prima della sua impiccagione, tuttavia, fuggì dalla nave su cui era tenuto e con due giare di terracotta riuscì a galleggiare e a a scappare. Riprese le sue attività di bucaniere contro le navi spagnole, senza mai diventare ricco. “L’ho visto morire nella più grande miseria del mondo” ha scritto Exquemelin.