Il poggio San Nicola occupa una posizione centrale nella zona pianeggiante in cui sorge la città. Definito ai suoi piedi da due decumani (a nord e a sud) e da due cardini (a est e a ovest), dei quali restano tracce, è sede di un santuario greco-romano, i cui resti più consistenti si trovano nell’area antistante il moderno edificio del Museo archeologico nazionale. Ad una fase ellenistica del santuario (IV o III secolo a. C.) è legata una cavea assembleare a forma di teatro, in cui è da riconoscere l’ekklesiasterion. La costruzione geometrica, a semicerchio, dalla curvatura prolungata sino ad ottenere 6/8 dell’intera circonferenza, ha un diametro massimo di metri quadrati 1250. Poteva contenere tre mila persone su 19 gradini scavati in parte nella roccia.
Ad una fase più tarda del santuario (I secolo a. C.) appartiene, invece, in relazione, il cosiddetto oratorio di Falaride, un tempietto poggiante, con il prospiciente altare, su un terrazzo in parte sovrapposto ai resti dell’antico ekklesiasterion.
In posizione corrispondente all’ekklesiasterion, a sud, si è scoperto un bouleterion (sala del consiglio) con cavea semicircolare (originariamente risalente alla seconda metà del secolo IV a. C.) iscritta in un muro perimetrale quadrangolare realizzato in due fasi successive; l’orchestra, dal pavimento mosaico, era fiancheggiata ad oriente da un portico colonnato.
L’edificio ha inglobato nella fondazione parte di strutture preesistenti di epoca arcaica del secolo V, sopraelevandone i piani di calpestio e raccordandone i livelli esterni con rampe gradinate nella parte sommitale del poggio, per collegare funzionalmente due settori importanti per la vita pubblica, l’ekklesiasterion e il bouleterion.
Elio Di Bella