Dopo che gli Agrigentini posizionarono le mura della città, si adoperarono per ordinare anche le varie zone del centro abitato. La cosa più interessante era sicuramente l’Acropoli, che doveva diventare il più forte baluardo e l’abitazione dei potenti numi. Diodoro Siculo fa cenno ad una collina atenea in Acragante (la Rupe Atenea è a quota 351 s.l.m.).
Sulla posizione dell’Acropoli sono state avanzate numerose ipotesi. Il Duca di Serradifalco, insieme ad altri studiosi (Gabriele Dara per esempio) indicò nella Rupe Atenea il luogo dove si ergevano i templi di Giove Atabirio e di Atena.
L’antico tempio che si trova nella città moderna sotto la Chiesa di Santa Maria dei Greci, il Serradifalco ritiene invece che sia quello di Giove Polieo, rammentato da Polieno, e chiama Acropoli tutto il tratto da San Gerlando a San Biagio.
Il Siefert invece pone l’Acropoli col tempio di Giove Polieo nell’attuale Agrigento e i templi di Atena e Giove Atabirio, costituenti un solo edificio, nella Rupe Atenea.
Infine, citiamo le deduzioni dello Schübring e del Cavallari che obiettano le ipotesi fin qui esposte e che ritengono che l’Acropoli sia dislocata nell’attuale posizione del centro storico di Agrigento. Infatti lo Schübring fa notare che la cittadella di Acragante giaceva là dove ora si trova Agrigento; essa aveva oltre l’appellativo di Acropoli altri due nomi: il primo Atabirian, il secondo Collina Atenea (o colle di Girgenti a quota 326).
Lo Schübring fa notare che secondo Polibio l’Acropoli era distante e, limitata da un inaccessibile burrone e che nella porta interna aveva luogo d’accesso alla città. Quest’unico ingresso della città, fa notare lo Schübring, non poteva essere che nel piccolo avvallamento tra l’odierna città di Agrigento e il giardino pubblico.
La porta doveva corrispondere presso a poco all’attuale Porta di Ponte. L’acropoli, infine, doveva avere un piano proprio, concepito in relazione alle condizioni del terreno.
Tale piano, a giudicare dall’orientamento del tempio rinvenuto sotto la Chiesa di Santa Maria dei Greci, inclinato di pochi gradi sotto l’est, doveva essere a terrazzamento sui cui ripiani sorgevano gli edifici. Poiché nel medesimo orientamento si trovano altri edifici più recenti, come la Cattedrale, per cui è da ritenere che anch’essi siano stati costruiti sulle vestigia di antichi templi.
Nonostante le difficoltà ancora oggi evidenti ad indicare con esattezza l’ubicazione dell’acropoli nella topografia agrigentina, sembra abbastanza probabile che si debba riconoscere come tale la Rupe Atenea, anche in considerazione del passo in cui lo storico Polibio posiziona l’acropoli: “là dove sorge d’estate il sole”. Anche se ancora oggi non è stata trovata traccia del tempio di Athena e di Zeus di cui parla lo storico greco. Alcuni scavi condotti tra il 1971 e il 1975 hanno però individuato elementi rispondenti alla natura fortificata dell’Acropoli nella zona della Rupe Atenea.
Elio Di Bella