In questo ultimo periodo, sta lavorando, quasi giornalmente, a certi suoi paesaggi; particolari della Sicilia più interna, di quelle zone brulle e incolte che rappresentano ancora una delle parti più autentiche e selvagge dell’ Isola. “Non certo – dice l’anziano maestro di Sambuca di Sicilia – quei ritratti che si vedono oggi in cartolina!”. Giovanni Becchina, in arte “Gianbecchina” a 84 anni compiuti è tornato a dipingere nel suo “eremo” di Adragna, sulle verdi colline che sovrastano il lago Arancio di Sambuca. Ha voluto di proposito, lasciare il suo studio palermitano (“diventa sempre più difficile lavorare tra quattro mura, in città, senza i miei odori e la mia gente di campagna”) per dedicarsi a questo nuovo ciclo di opere che si potrebbe definire, appunto “dei paesaggi interni siciliani”. Lavora di buona lena, quasi come se avesse paura che da un momento all’altro, qualcuno, o qualcosa, di imprevisto e misterioso dovesse interromperlo definitivamente.
Nelle scorse settimane ha pur voluto donare al papa, durante la sua visita di due giorni nella città dei templi, la prima copia di una tiratura di un’acquaforte del Cristo Redentore. L’artista agrigentino, infatti, non ha voluto mancare all’incontro con il Pontefice e, in una pausa della visita ufficiale gli ha consegnato, durante una breve cerimonia in seminario, l’ultima sua opera d’arte. Per la verità Gianbecchina in passato, soprattutto per la visita del Papa a Palermo, anni fa, aveva realizzato una grande tela di 14 metri; una scenografia dietro la quale il Santo Padre ha parlato ai fedeli durante l’incontro palermitano. Adesso, lasciati i soggetti religiosi, Gianbecchina è tornato a dipingere le sue campagne agrigentine, i paesaggi brulli e le distese di terreni incolti e a raffigurare i visi affaticati dell’umile gente di campagna, consapevole di portare con sè un’eredità non indifferente; un patrimonio di cultura da tramandare, prima che venga cancellato per sempre dalla nuova civiltà.
di Lorenzo Rosso pubblicato col titolo “Il poeta del mondo rurale”.Gianbecchina, in Corriere Agrigentino, anno I, n.16. 4 giugno 1993