Sull’acrocòro mitologico del monte, che sorge roccioso e soltitario — fra le valli ubertose — nel centro della Sicilia ho potuto riascoltare, nel divin silenzio, l’eco di una musica recente e percepire, inoltre, le note misteriose di una grande armonia millenaria cerne di un canto solenne che anime di ogni tempo eterizzate nella luce, fra cerchi di nuvole e fra corone di fiori, sembrano innalzare lentamente a Dio.
L’impressione colta, e scesa nella mia anima commossa, mi ha fatto dopo pensare che su questo monte rapsodi pagani e moderni cigni nativi hanno certamente modulato, in dolce accordo, sulle corde di Euterpe, l’intima voce sentimentale del popolo siciliano ed il loro canto di musici e di poeti. Non potevano mancare, perciò, dei musicisti, ad Enna, la città che si estende ad arco sul resto dell’altipiano di cui la rocca e il punto più alto e più suggestivo. Ma spesso l’umanità dimentica nascosti nella coltre dell’ingiustizia i suoi figli migliori.
Trascorrono veloci gli anni di una generazione cui capita frequente per inspiegabili situazioni di ambiente, per misteriosi sottintesi consuetudinarii, una tacita trascuratezza verso l’arte. Però, quando la musica drammatica, l’arte lirica, contenute nobilmente nel vasto Teatro all’ aperto, sorto in Enna nel 1937 nel Castella di Lombardia (e cito, in merito, la recente stagione lirica ivi conclusa nelle scorso luglio), scuotono del popolo, e farlo di quello senese, l’anima, questa si rinovella come detersa da un oscurantismo peccaminoso e si accinge a contemplare, maggiormente educata la gloria. Pertanto soltanto ora dopo tanti anni di oblio, ritorna alla memoria degli ennesi il loro concittadino Maestro Francesco Paolo
In queste stesse, colonne nel 1899 si faceva il primo elogio al Maestro Neglia, allora venticinquenne, per un inno religioso da lui composto ed eseguito nella Chiesa di S. Anna a Palermo. Nessuna voce, però, si alzava in terra siciliana nel giorno della sua morte e nei di seguenti a parlare dell’illustre estinto, il quale aveva tanto lavorato egregiamente per l’arte nei tredici anni da lui trascorsi in Germania. Così si spegneva, quasi obliato, il 31 Luglio 1933 a Verbania, il valoroso Maestro, il quale aveva tanto onorato all’estero il nome dell’Italia.
I maggiori onori gli furono tributati dal popolo amburghese, già educato alla musica di Haydn, di Mozart e di Beethoven, al tempo in cui Riccardo Strauss e Sigfried Wagner dirigevano e appressavano il valore del Neglia. Ciò spiega l’alta considerazione in cui era tenuto il Maestro contrapposta alla trascuratezza dei suoi concittadini, meno preparati ed educati all’arte musicale di quanto lo fosse quella gente straniera che ospitò il Neglia prodigandogli consensi ed alti apprezzamenti.
Il cuore umano sembra schiudersi maternamente e con orgoglio, quando i palpiti della musica lo animano a nota a nota; e quello ennese, ridestatesi con l’influenza educativa di quella, guarda ora al figlio ingiustamente dimenticato, memore di essere stato da lui nobilmente rappresentato in Patria e all’estero. Questa conversione tardiva, alla quale occorre una sollecitata e pratica dimostrazione di doveroso e significativo attaccamento alla nobile figura del musicista ennese, compensa lo scrivente dell’amarezza da lui provata quando, per la prima volta nel 1946 ebbe la occasione di interessarsi in Enna delle composizioni musicali del Neglia che nel pensiero e nel giudizio dei pochi, spinti maggiormente dalla malevolenza e dalla maldicenza, e sordamente invidiosi dell’opera e della sorte privilegiata dell’illustre Maestro, veniva rappresentato un fallito.
Tanto poteva la vile azione nell’animo dei molti ennesi, i quali nolenti o volenti, disconoscevano la profondità significativa, sentimentale ed elegiaca della sua musica e, soprattutto la grandezza morale del Neglia che nella vita seppe essere anche uomo di onore, memore all’estero della sua diletta Patria, per la quale sacrificò nel 1914 tutta la sua carriera di artista, d’insegnante e di cosciente direttore, onori e gloria. preferendo alla Germania l’Italia di Verdi.
Ma in Patria egli stentò amaramente seppur egli vi fosse stato preceduto dalla fama di apprezzato compositore e di valoroso direttore di orchestra. Soltanto la tenacia d’insistere e di chiedere gli fece ottenere negli ultimi anni di sua vita, l’istituzione a Legnano dell’attuale Liceo Musicale che, però, non uguagliò e non per colpa Neglia, il celebre “Conservatorium” con tre filiali dallo stesso Maestro fondato e retto ad Amburgo, sede ogni anni di circa 500 al ieri egregiamente istruiti da esperti e numerosi insegnanti.
Il Neglia e un autore compositore di musica sinfonica, lirica e da Camera, Sinfonie, Suites, Minuetti, Danze, Trii, Quartetti, Intermezzi, Capricci, Scherzi, ludi, Romanze, Fantasie e Canti religiosi, un’opera lirica in tre atti “Zelia” ed un insieme di settanta testi musicali rari, che testimoniano la prodigiosa opera del Neglia, ma soprattutto la sua natura delicata di compositore capace d’interessare e di commuovere.
Si eseguiscono sempre le sue melodiche composizioni da camera, musica incisa su perfetti incisa su perfetti dischi da due primarie case discografiche di cui una ha curato su due dischi la caratteristica e descrittiva Suite “Tre quadri di vita divina”. Case editrici italiane e tedesche hanno stampato musica del Neglia
E’ conveniente ricordare che pure in Sicilia ad Enna soprattutto si preparino e realizzino manifestazioni musicali in onore del Neglia. Sarebbe azione meritoria che un Comitato, appositamente creato, con interessamento del Sindaco, s’impegni a di realizzare, pensandoci a tempo allestendo meglio fin nella prossima stagione teatrale al Castel di Lombardia, « Zelia », opera colorita e scintillante, pensata sullo sfondo storico della Venezia ducale: la drammatica sinfonia melodica del Neglia su un magnifico avvenimento di grande che recherà decoro ad Enna.
G. Giuseppe Ventura, Un grande musicista. Francesco Paolo Neglia, in Giornale di Sicilia, 31 agosto 1949