Non scrivo per i botanici: hanno questi sorgenti più ricche d’onde attingere vaste e precise cognizioni su tale ramo di storia naturale. Autori di ogni nazione offrono materiali immensi per estendere vieppiù l’acquistato scientifico capitale. Quante belle conoscenze non si rinvengono nelle opere dello svedese Carlo Linnéo, degl’inglesi Smith e Lindley, dei francesi Duhamel, Poiret, Saint Hilaire, e di altri italiani assai ?
A chi dunque è diretta la presente letteraria produzione ? Lo dirò francamente : la botanica ha delle relazioni, e per così dire, dei punti di contatto con scienze diverse, e svariate professioni, le quali sembrano più estranee al suo scopo. Il geoponico, l’agrimensore,il farmacista, il medico non solo, ma il notajo, il causidico, il giurista è mestieri che ne abbiano qualche conoscenza, affinché negli atti pubblici, nelle controversie agi arie, nelle rurali disquisizioni possano usare un linguaggio fisso e (la tutti inteso; cioè il botanico. Imperciocchè il nome volgare della pianta cambia a seconda le varie nazioni anzi questo non conservasi costante nel dialetto istesso della medesima lingua. Così quella pianta che nell’alta Italia distinguesi con una nomenclatura, nella meridionale ne prende un’altra; e nella Sicilia ne sono tant’ovvii gli esempii, che non vale la pena di ricordarli.
Nè questo è tutto: il possessore di benifondi vedesi astretto a farvi lungo soggiorno per sorvegliarne il buon governo; l’agiato borghese infastidito dal frastuono della città va nei campi per respirarvi un’aria balsamica, per bearsi dell’ ineffabile luce d’un libero orizzonte: ora in questi, quando non sono estranei alla conoscenza dei vegetabili, oh ! sì che l’anima agitasi inebriata di nuove ed inaspettate delizie.
Quei prati, sul cui verde tappeto prima passeggiavano con indifferenza, li arrestano di presente; conciossiachè ne conoscono per nome le specie che vi vegetano, le virtù medicinali che posseggono, i comodi che apprestano alla vita, gli usi ai quali sono destinate in ordine alle arti. La solitudine (lei campi sparisce, gli alberi, i frutici, i fieri, l’erbe divengono a loro pro, ricche biblioteche, dove trovano tutto quello che vale a soddisfare la loro lodevole curiosità. E sì, che aggirandovisi soletti, potranno ripetere con Catone che non siano men soli, che quando sono soli.
Benchè non si disconoscano generalmente tali vantaggi , pure lo studio della botanica Scora non pochi, perchè lo reputano quale occupazione faticosa di lunga lena. Ebbene, lo scopo modesto cui mira il mio lavoro n’appiana la carriera : no, non pretendo istituire in questa scienza chi vi s’addice di proposito, ma quelli, che solo aspirano ad iniziarvisi.
Per fermo se pretendessi svolgere in più larghe proporzioni il mio argomento, il destino dell’ opera presente sarebbe deciso, le riuscirebbe inevitabile un assolato letterario ostracismo. Eh ! viviamoin tempi in cui vuolsi leggere poco ed imparare molto. Sarò breve adunque, e nel soddisfare a tale compito mi comporterò in maniera, che l’ordine e la chiarezza non ne risentano nocumento alcuno Indispensabile nondimeno premettere un breve cenno (li botanica generale, che costituisce , quasi direi , la logica del presente Manuale; e nello sviluppare l’ organografia e la fisiologia vegetale presenterò anzitutto, a volo d’uccello, le vicende diverse, che nella successione dei tempi ha subìto questa sezione delle scienze naturali.
Le parti organiche delle piante appresteranno l’argomento ad una severa analisi d’ anatomia comparata: la loro fogliazione, infiorescenza, fruttificazione, germogliamento e nutrizione ne metteranno in punto larga materia: nè trascurerò di dare una succinta esposizione dei più accreditati metodi di classificazione.
Avvisatamente nella seconda parte, cioè nella botanica particolare, ho ristrette le linee del piano tracciatomi alle sole piante della Sicilia e di queste scelgo le più comuni e le più utili. Ben s’avverta però che racchiudo in questo numero anche molte piante esotiche , le quali trapiantate nel nostro clima non lasciano di prosperarvi quindi non sia corrivo il leggitore di caratterizzare quali droghe i vegetabili cennati, benchè s’incontrino di rado e siano poco conosciuti.
Di ogni pianta dirò il nome volgare italiano, la nomenclatura sicula corrispondente af-fin d’agevolarne lo studio ai nazionali, e la terminologia botanica, che d’ordinario prendo dal linguaggio stabilito dal Linnéo.
Per meglio riconoscere le piante le rannodo alla Classe ed al Genere a norma del sistema sessuale di questo autore; nè trascuro accennare a qual gruppo , o famiglia, nel metodo naturale, esse appartengono.
L’ etimologia spesso appresta luce assai su la natura e proprietà dei vegetabili. Alla bi-sogna ho fatto appello ai botanici antichi in-torno alle piante di vecchia data, e per quelli scoverte posteriormente ho rovistato le opere dei moderni. Se in questa ricerca sembrerà a qualche Zoilo che io poco vi sia riuscito , ne imputi la deferenza avuta da me verso l’imponente autorità di questi grandi maestri.
Giova non poco di sapere l’origine e la provenienza delle piante per bene iscegliere il terreno che sia loro proprio se l’umido, o il secco, se il sassoso, o lo sciolto; quali luoghi amino in preferenza se gli aprici, ovvero gli ombrosi; se resistano all’ aria aperta, oppure sia mestieri tenerle al coperto nelle aranciere, nelle stufe o serre.
Parlo ancora dell’uso alimentario cui piegano così per gli uomini, come per il bestiame ; quali di esse sperimentansi nocive , venefiche, o sospette; quali apprestano utilità alle arti ed ai comodi della vita; e poichè forniscono i principali rimedii alla farmaceutica ne noto di ognuna le qualità e le virtù medicamentose. Reputo non affatto inutile soggiungere da ultimo la durata delle medesime, vale a dire se siano perenni, biennali, ovvero annue.
Dò termine all’opera che pubblico con un triplicato Indice; nel primo segno i Capi in cui essa è spartita; nel secondo dispongo in ordine alfabetico il nome delle piante comprese nella seconda parte; e nel terzo denoto la terminologia sicula alla quale è sinonima la voce italiana.
Mi lusingo che nello scorrerne le pagine la mente non ne risentirà stanchezza ; poichè questo esercizio non sarà uno studio , ma piuttosto una gioconda occupazione capace d’i-spirare dell’amore per sì utile e brillante parte della creazione.
Convinti in seguito che la botanica sia più da studiarsi in natura che nel gabinetto, si avrà piacere di veder le piante svilupparsi a mano a mano sotto i propria occhi in tutti i
graduali stadii della loro vegetazione di esserne solleciti e di apprestar loro eziandio le nostre cure. 11 genio per l’agricoltura riuscirà di facile compenso alle inevitabili collisioni sociali; e che forse, nei momenti di disinganno, ci tornerà in mente il detto del vecchio Imperatore Diocleziano: Che sia più facile e dilettevole coltivare le piante, che governare gli uomini.
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