Corsi d’acqua in provincia di Girgenti (ndr. oggi Agrigento). – I principali corsi d’acqua che bagnano la provincia di Girgenti sono, procedendo da oriente ad occidente, il fiume Salso, il Platani, il Magazzolo e il fiume della Verdura.
Il fiume Salso, chiamato lmera meridionale, nel suo corso superiore e medio, nasce dal monte Sciarra nel gruppo delle Madonie a 1200 metti sul livello del mare, in provincia di Palermo. Si dirige a mezzogiorno attraversando i territori di Petralia Soprana e di Petralia Sottana; si volge poi a scirocco scorrendo a piè del colle di Resuttano per piegare nuovamente. Verso mezzogiorno lasciando a destra Santa Caterina Villarmosa ed a sinistra Villarosa, finchè giunto di fronte a Caltanissetta corre per un tratto a libeccio.
Prende in seguito con tortuosissimo andamento la direzione di mezzogiorno, assumendo il nome di Salso. Presso Ravanusa, che lascia sulla destra, tocca la provincia di Girgenti, segnando per circa 15 chilometri, dalla confluenza col fiume Delia a quella col torrente Bifara, il confine tra essa e la provincia di Caltanissetta; scorre quindi nella provincia di Girgenti, nell’ultimo suo tratto di circa 20 chilometri e va a sboccare nel mare africano presso Licata, dopo un corso totale di 120 chilometri. La sua portata massima raggiunge i mc. 1650 e la media è di 16.
Moltissimi tributari ingrossano il fiume durante il suo cammino; però due soli bagnano la provincia di Girgenti e sono, sulla sua destra, il fiume Delia, che serve in parte di confine tra la provincia di Caltanissetta e quella di Girgenti, e il Bifara già nominati.
Il Platani, noto anticamente col nome di Lykos o Halycos, nasce in provincia di Palermo nel monte della Specola all’altezza di metri 700 sul mare correndo a levante fino oltre Castronuovo nella stessa provincia. Piega poi a mezzodì lasciando Cammarata e Casteltermini a destra e Mussomeli, Acquaviva Platani e Campofranco a sinistra, finchè giunto al Passo Fonduto si volge a ponente passando fra San Biagio e Sant’Angelo, e dirigendosi da ultimo verso libeccio bagna presso Cattolica Eraclea le rovine dell’antica Kamico e va a mettere foce nel mare africano vicino al Capo Bianco dopo un corso totale di 110 chilometri quasi tutti percorsi entro la provincia. I suoi principali affluenti sono a sinistra il Salito e a destra il Turbolo; però quest’ultimo solo scorre entro la provincia.
Il Platani ha una portata massima di mc. 1060; la media è di mc. 15.
Il Magazzolo ha origine presso Santo Stefano Quisquina all’altezza di m. 980, tenendo nella sua corsa quasi sempre la direzione di libeccio.
Bagna i territori di Santo Stefano, Bivona, Calamonaci, Ribera e va a scaricarsi nel mare africano poco lungi dalla foce del Platani. La lunghezza del suo corso è di chilometri 39 e la sua portata massima di mc. 200.
Il fiume della Verdura nasce dal monte Irione in provincia di Palermo all’altezza di m. 900; entra in provincia di Girgenti presso San Carlo correndo verso mezzodì, prendendo prima il nome di San Carlo e quindi di Caltabellotta.
Poco sopra Ribera volge a libeccio ed in tale direzione si scarica nel mare africano ad est di Sciacca. Il suo percorso totale è di 57 chilometri, dei quali 32 ne1la provincia e la sua portata massima di mc. 350.
È pure da menzionare il fiume Belice, che nasce in provincia di Palermo, e sebbene non entri nella provincia di Girgenti, tuttavia nel suo corso inferiore segna il confine tra le provincie di Girgenti e di Trapani per circa 20 chilometri.
Oltre i fiumi prenominati, altri corsi d’acqua attraversano la provincia, come il Palma, il Naro, il Drago, il Carabi, il Canne; ma questi hanno tutti pochissima importanza. Il Drago, anticamente Agragas, da cui prese il nome l’antica Agrigentum (Girgenti) fondata in riva ad esso, ha solo un interesse storico
LAGHI E STAGNI. – Veri laghi non esistono nella provincia di Girgenti; quelli che sono così denominati si dovrebbero più propriamente chiamare stagni o paludi. Noteremo quello di Montallegro, detto Gorgo, che misura circa mille metri di lunghezza per duecento di larghezza e quello di Borsano, lungo circa 170 metri e largo 100. Vari altri stagni si incontrano lungo la costa, la quale si sviluppa nella provincia per circa 120 chilometri; fra gli altri il Pantano che nell’estate è quasi asciutto. Alcuni di questi stagni sono in parte utilizzati per la coltivazione del riso. Quello di Montallegro non è adoperato per alcuna coltura ed è invece un centro di infezioni miasmatiche nei mesi estivi, durante i quali restringe le sue dimensioni.
ANNALI DI STATISTICA STATISTICA INDUSTRIALE
FASCICOLO LX.
NOTIZIE SULLE CONDlZIONJ INDUSTRIALI
DELLA PROVINCIA DI GIRGENTI
ROMA 1896