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Filippo Foderà Giureconsulto Di Agrigento Di Tre Secoli Fa

18 Luglio 2017 //  by Elio Di Bella

Filippo Foderà nasce il 9 settembre del 1789 a Girgenti da Antonino e Paola Vullo che “menano la vita fra gli agi in una onorata opulenza, frutto della loro industria nell’economia del traffico”.

Studiò presso il seminario vescovile di girgenti quando questo era diretto da monsignor Granata.

“Ivi si distinse a buon’ora per caldissimo amore, ed assiduità nello studio, e per avidità nella lettura dei libri, ed aiutato dalla felicità dello ingegno, dalla facile attitudine alla riflessione, e da una prodigiosa memoria, apparò presto le umane lettere, e vinse ogni altro in latinità, ed in poesia, e soprattutto in filosofia, ed in matematica, verso le quali discipline con ispecial talento si compiaceva di dedicarsi”.

Continuò gli studi a Palermo, ove studiò anche musica e soprattutto filosofia morale. Dopo si dedicò agli studi di legge. Tra le sue letture: Grozio, Montesquieu, Beccaria, Puffendorf, Filangieri.

Per dare maggiori supporti scientifici agli studi di filosofia morale e quindi alla conoscenza dell’uomo si dedicò allo studio della medicina. “Piacque lui studiare l’uomo nell’uomo stesso, interrogare la sua natura, le sue inclinazioni, le sue tendenze, indagare le prime origini delle sue passioni e conoscere come li animali funzioni operassero su’ fenomeni dell’intelligenza”.

Approfondì quindi gli studi di fisiologia “e sopra ogni altro ebbe a caro i libri del celebre Cabanis, ove segnavansi i rapporti, e l’influenza del fisico sul morale”. Fu seguace della dottrina di Elvezio ed è se insisti. Questi studi gli servirono anche nell’applicazione al diritto e in tal senso opportuno fu lo studio della filosofia del Bentham.

“Così operava anche lui il movimento degli spiriti, che agitava l’Europa intera sin da mezzo secolo”.

Già nel primo decennio del 1800 si avvertiva in Sicilia l’esigenza di riordinare secondo lo spirito del secolo l’intera legislazione penale che risultava ancora definita la “una strana mischianza delle leggi romane, e degli statuti dei principi normanni, svevi, aragonesi, spagnoli ed austriaci, che successivamente aveano ottenuto la dominazione della Sicilia; però riuscivano oscure, intricate, improvvide, e spesso contraddittorie”.

Il desiderio di molti era quello di attuare una riforma dei “codici criminali” così da “ridurli a quel grado di unità, e di bontà, che corrispondesse a’ principi inalterabili della giustizia, ed alle circostanze de’ tempi”. Proprio nel periodo in cui ferveva la discussione tra i dotti su questo problema e da più parti, Filippo Foderà dava alle stampe l’opera che lo renderà celebre. Aveva appena 23 anni (1812).

Divenne deputato rappresentante della città di Girgenti nel parlamento siciliano e direttore delle corrispondenze nazionali. Venuto in Sicilia il tempo delle proscrizioni e delle condanne, “ comechè molto ei temesse per se stesso, e non può che mali voci si spargesse intorno a lui, ebbe il coraggio di presentarsi alle corti militari energico difensore degl’ infelici, cui la giustizia perseguitava, ed orò forti, ed eloquenti parole, per le quali ebbe a consolarsi di aver campato da morte  non pochi sciagurati i quali della magia della sua parola avevano riposto le loro speranze”.

Fondamentale fu il suo ruolo nel foro di Palermo nel periodo di transizione dai vecchi e nuovi sistemi legislativi. In questo periodo scrisse numerosi libri sulle questioni più controverse rivelando una profonda conoscenza di diritto comparato. “Siffatti lavori apprestavano ogni dì più argomenti costantissimi della sua singolare valenzia in giure, onde sempre più divulgava la stima  in che tenevasi il suo nome, e cresceva verso di lui la concorrenza dei litiganti; ed era lusinghiero il veder tutte le ore del giorno affollate le sue sale di ogni maniera di persone, non esclusi coloro che alle classi più distinte si appartenevano”.

Negli ultimi anni della sua vita si dedicò allo studio della musica. Anche qui studiò la parte scientifica dell’attività musicale: lo studio delle vibrazioni nei vari mezzi, le onde sonore, la celerità con cui suono si propaga. Studiò cioè acustica. Pubblicò il libro “Scienza dell’armonia, per nuove vie condotta sotto le leggi generali dell’acustica, seguita dalla storia delle principali teorie armoniche”.

Per quanto riguarda le opere di giurisprudenza, scrisse: “principi della legislazione criminale e della riforma dei codici criminali” (la sua opera più importante); “commentario sulla nuova procedura civile”. Ed anche un “trattato di cristallografia descrittiva”.

Fu anche poeta. Morì all’età di 47 anni il 5 luglio 1837 Girgenti durante l’epidemia di colera.

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filippo foderà

Categoria: Storia AgrigentoTag: agrigento, girgenti, personaggi illustri di agrigento

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