Nel castello chiaramontano di Favara è stata presentata la ristampa del libro di Antonio Russello “La luna si mangia i morti” per i tipi della Casa editrice Santi Quaranta diretta egregiamente dal dr. Ferruccio Mazzariol.
Il libro è stato presentato dal critico Salvatore Ferita che ne ha curato la prefazione, dal giornalista e scrittore Matteo Collura che ne ha curato la postfazione e dallo stesso Mazzariol oltre che da alcuni intellettuali locali che sono stati amici di Russello e che ne hanno rievocato i ricordi più significativi. Un folto pubblico ha fatto da cornice a questa manifestazione che noi abbiamo definito l’evento letterario più importante della Sicilia dell’appena trascorso 2003 e questo lo abbiamo detto senza alcuna ombra di retorica ma alla luce dei nostri recenti studi che ci hanno disgelato uno scrittore tra i più significativi del secondo novecento, uno scrittore che ha avuto strumenti linguisti raffinati e di rara bellezza che si possono paragonare solo alla scrittura elegante di Bufalino.
Uno scrittore che ha scritto opere teatrali che ancora devono trovare la loro giusta collocazione e libri quali Giangiacomo e Giambattista edito da Flaccovio ed ora ristampato da Santi Quaranta, con il titolo L’isola innocente, Siciliano prepotenti, Venezia Zero, La grande sete e tanti altri che aspettano prepotentemente di uscire dall’anonimato. Dal convegno è emersa la disattenzione del mondo letterario nei confronti di uno scrittore sicuramente schivo ma che aveva pubblicato nel ’60 La Luna si mangia i morti che
Sciascia notò e recensì con un articolo sul Giornale “L’Ora” nel 1961 e che quindi poteva e doveva avere il successo che si meritava e che si merita, nel ’69 pubblica Giangiacomo e Giambattista che è finalista al Premio Campiello del 1970, vinto da Mario Soldati.
La luna si mangia i morti, come abbiamo detto sopra, vide la luce per i tipi della Mondadori nella mitica collana curata da Elio Vittorini La Medusa degli Italiani, dove era stato negato l’ingresso a Tornasi di Lampedusa.
Ed il giornalista del Corriere della Sera, Matteo Collura, ha ritenuto doveroso di fare ammenda a nome di tutti gli intellettuali italiani che ora si accorgono del valore di questo scrittore siciliano, emigrato in Veneto, dove insegnò per tanti anni e dove fece anche, per qualche anno, l’impiegato bancario.
Ma andiamo per ordine e diciamo che Russello è nato a Favara nel 1921 dove ha vissuto la sua prima infanzia e la sua giovinezza. Si laurea all’Università di Palermo ed emigra al Nord per insegnare lettere a Treviso e nella marca trevigiana.
Entra in banca per un breve periodo ma ritorna subito all’insegnamento a cui si dedicò per tutta la vita. È morto il 26 maggio 2001 a Castelfranco Veneto dove riposano le sue spoglie. Tornava sempre a Favara per passare i periodi estivi a Cannatello e per riannodare le vecchie amicizie considerato che Fa-vara è stato il teatro delle sue maggiori opere letterarie e teatrali. Nella premessa de “La luna si mangia i morti” egli precisa che il libro è ambientato a Favara.
“Lo dico, scrive Russello, perché non credo cioè che una vicenda possa essere indifferentemente posta in un paese come in un altro. C’è una fedeltà al di fuori della quale se l’autore si mette, rischia di essere orfano, rischia che la sua terra gli diventi matrigna. Noi, continua, ci portiamo appresso lembi di terra cielo e sangue di chi ci fece…Ora io penso che si può essere fedeli a se stessi, solo quando l’ispirazione ci riporti sempre alla stessa terra…”
L’Amministrazione comunale di Favara ha capito questo messaggio ed il Sindaco Airò con l’Assessore Sorce hanno dato vita al convegno ed hanno consentito la ristampa del libro con uno sforzo finanziario notevole.
L’operazione è stata indubbiamente di grande respiro se è vero come è vero che di Russello stanno ora parlando tutte le testate giornalistiche italiane e tanti critici stanno riscoprendo uno scrittore che si aggiunge ai nomi di Pirandello, di Sciascia, di Alessio Di Giovanni, di Navarro della Miraglia con una dimensione veramente poderosa sia sotto il profilo della sua produzione letteraria composta di romanzi, poesie, opere teatrali, sia sotto il profilo della prosa che è veramente raffinata e frutto di mestiere e di grande studio e di vicinanza alla cultura classica.
Russello a nostro avviso, sarà il fenomeno culturale più importante dei prossimi anni e quindi il Comune di Favara ma soprattutto la Provincia Regionale di Agrigento hanno il dovere di promuovere la riscoperta delle opere di Ruscello per consentire a tutti di gustarne la bellezza.
Per ora un grazie va al coraggioso editore Mazzariol titolare della Casa editrice Santi Quaranta che ha visto bene investendo su uno scrittore che, anche se morto, ritornerà a vivere perché come scrisse lui stesso “è destino delle grandi opere di perdersi si, ma il cielo le salva e le fa arrivare in porto”.
GASPARE AGNELLO
IN AGRIGENTO NUOVE IPOTESI GENNAI/FEBBRAIO 2004