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Così Agrigento seppe del Nobel a Pirandello.Fotogalleria e Video

9 Settembre 2014 //  by Elio Di Bella

L’otto novembre 1934, a Ro­ma, in casa Pirandello il te­lefono squilla verso mezzo­giorno e all’altro capo del fi­lo c’è in linea da Stoccolma una sconosciuta giornalista svedese che annuncia allo scrittore agrigentino il confe­rimento del premio Nobel per la letteratura e tenta di ot­tenere la prima intervista. Così arriva a Luigi Pirandello la notizia di avere ottenuto il Nobel.

Solo giorno seguente la notizia ha una conferma ufficiale: un te­legramma del Segretario gene­rale della Reale Accademia svedese: “L’Accademia svedese ha stamani assegnato a Lei, signor Dottore, il premio lette­rario Nobel…”.

Fu il trionfo, l’apoteosi di Pirandello.

Riconoscimenti e festeggia­menti in ogni parte d’Europa e del mondo e le sue opere vennero rappresentate in tutti i maggiori teatri.

Ma come reagì in quei gior­ni quella Girgenti col «carce­re sempre pieno e rigurgitan­te di detenuti che dovevano aspettare talvolta anche due tre anni per essere giudicati?» Cosa si disse in  quelle campa­gne dove i reati di sangue per risse improvvise o per vendette meditate, grassa­zioni,  sequestri di persona, ricatti e soprattutto l’abigeato erano continui ed innumere­vol ? dove il marchio degli arabi era rimasto indelebile ne­gli animi e nei costumi della gente?

Cosa pensò quella gen­te tozza e rude, cotta dal so­le, gesticolante in mille guise vivacemente espressive dinan­zi alla notizia, data via radio alle 12,45 del nove novembre e stampata in prima pagina su «il Giornale di Sicilia» del­lo stesso giorno, uscito in se­conda edizione ?

Le prime reazioni vennero soprattutto dal “Palazzo” , più che dall gente comune di Girgenti, “La concessione del pre­mio Nobel a Luigi Pirandello ha suscitato il più vivo giubi­leo e la più fervida gioia nel­la cittadinanza agrigentina — leggiamo su «Il Giornale di Sicilia» di qualche giorno do­po — Ai numerosi messaggi di augurio e di plauso inviati all’Eminente Accademico da amici, conoscenti ed ammira­tori si sono uniti i seguenti telegrammi inviati dal Prefet­to della Provincia, Passerini e dal Segretario Federale Gaetani”.

“Eccellenza Luigi Pirandello, accademico d’Italia-Roma. Ambito premio meritatamente conferito Eccellenza vostra riempie di gioia animo agri­gentini. Alle felicitazioni di questa popolazione unisco mie vive personali felicitazioni”.

“Nuovo altissimo riconosci­mento genio Italico — scrive­va Gaetani — rende orgoglio­so. Camicie nere agrigentine che inviano loro illustre con­cittadino sensi vivo compia­cimento”.

Per trovare altre notizie sui festeggiamenti a Pirandello ad Agrigento dobbiamo attendere il nove dicembre, giorno della consegna del Nobel a Stoccol­ma.

“Agrigento che ricorda e segue con ammirata devozio­ne e con affetto immutato la ascesa di Luigi Pirandello — leggiamo ancora su «Il Gior­nale di Sicilia» — esulta oggi ancora di più dell’annunziata conferma promessa fatta al grande Accademico tempo ad­dietro, al solenne ricevimento offertogli a Palazzo dei Gigan­ti, dall’egregio podestà Lo Pre­sti,  trova oggi eseguimento nell’apposita delibera con cui la casa natia del grannde agrigentino italiano viene ac­quistata a spese del Comune in omaggio affettuoso a S.E. Pirandello, casa che con mol­ta probabilità sarà dichiarata monumento nazionale. Il prov­vedimento merita ogni plauso e dimostra tangibilmente an­cora una volta l’amore e l’am­mirazione di Agrigento pel suo degno figlio, che con la sua arte e colle sue opere onora ed esalta il genio e la capaci­tà della razza italiana nel mondo”.

In realtà non se ne fece nul­la. La casa natale di Piran­dello divenne monumento na­zionale solo l’otto dicembre 1949 con decreto del Presiden­te della Repubblica e venne acquistata dalla Regione Sici­liana il 18 maggio 1952.

Possiamo ripetere per Agri­gento ciò che il critico lettera­rio Virdia afferma dell’intera Italia fascista, circa la rea­zione della penisola alla noti­zia del conferimento del No­bel all’Accademico «meno sim­patico»: “Quasi indifferente fu il nostro paese e il regime che ne detiene il potere”.

Al regime dominante Piran­dello non poteva piacere per la sua natura e per la visione della vita — scrisse Corrado Alvaro — bastava guardarlo. Non aveva niente della mito­logia allora in uso. Un giorno, dopo che egli ebbe ottenuto il Premio Nobel, io cercai di su­scitargli intorno una manife­stazione di simpatia degli scrit­tori, ci fu un ricevimento a casa sua, c’erano tutti ma piuttosto come festeggiare un for­tunato”.

Ma Pirandello non piaceva in particolare ai gerarchi fa­scisti della sua Agrigento, i quali non nutrivano forti sim­patie per il celebre concitta­dino.   Molti   ricordavano in particolare il suo giovanile radicalismo e socialismo e il fatto che nel 1893 il giovane Luigi aveva appoggiato il can­didato dei Fasci di Girgenti, movimento agrario d’ispirazio­ne socialista.

Così, sia a Roma che ad Agrigento il suo ritorno da Stoc­colma passò del tutto inosser­vato.

Di ritorno a Roma dal No­bel, alla stazione non c’era nessuno ad attenderlo, solo Massimo Bontempelli e Paola Masino andarono a prenderlo. Il Duce lo ricevette solo il 5 gennaio, ma all’incontro Pi­randello uscì urtato, come con­fidò ad alcuni amici, per la volgarità di Mussolini.

Ad Agrigento invece Piran­dello non tornò, nonostante i reiterati e insistenti inviti di alcuni amici.

Ma ad Agri­gento lo scrittore riserverà il suo estremo ritorno.

Dieci an­ni dopo la sua morte, le sue ceneri (poiché per testamento aveva disposto la cremazione del suo corpo e le ceneri fosse­ro disperse al vento) furono trasportate nella nostra città.

“E il suo destino di personag­gio si chiuse: per le strade della sua città e le ceneri di Pirandello riposano chiuse den­tro una cassa che dà l’impres­sione che la cremazione non sia avvenuta, che il corpo sia dentro la bara. Pare che così abbiano voluto le autorità ecclesiastiche e senza saperlo venivano a dare l’ultimo «Pi­randelliano» tocco all’involon­tario soggiorno sulla terra di «Luigi Pirandello». (Sciascia).

Oggi ad Agrigento dei fasti di Stoccolma e delle giornate del Nobel restano in partico­lare i cimeli conservati in una sala della casa natale del Caos.

Ci restano in particolare le insegne del Premio Nobel, il pregiato medaglione della rea­le accademia svedese, due pergamene, alcune foto e ritagli di giornali.

di Elio Di Bella

nobel a pirandello vedi il pdf

Categoria: Agrigento RaccontaTag: luigi pirandello

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